/ Cronaca

Cronaca | 17 settembre 2024, 08:06

Cronache nere diventate storie - Delitto del trapano, il 23 settembre la pronuncia del Riesame sulla richiesta di arresto di Verducci

Il carrozziere sessantenne è l'ultimo sospettato per il delitto di vico Indoratori

Cronache nere diventate storie - Delitto del trapano, il 23 settembre la pronuncia del Riesame sulla richiesta di arresto di Verducci

Prosegue questo martedì, e ci terrà compagnia per tutti i martedì successivi, ‘Cronache nere diventate storia’, un ciclo di articoli dedicati a misteri, casi irrisolti, casi riaperti dopo anni, episodi e vicende che hanno interessato la nostra regione e che sono diventati, nel tempo, memoria collettiva, passando dalle pagine dei giornali alle trasmissioni televisive, sino ai libri e ai podcast. Ad aprire le finestre sul passato è Valentina Carosini, la nostra giornalista da anni impegnata tra cronaca nera e palazzo di giustizia per agenzie e testate nazionali. 

Sarà il Tribunale del Riesame di Genova, nell'udienza calendarizzata per il prossimo 23 settembre, a decidere sulla richiesta di arresto avanzata dalla procura di Genova nei confronti di Fortunato Verduci, 60enne carrozziere e titolare di un'officina in Valbisagno a Genova, ultimo sospettato per il delitto di vico Indoratori. Dopo 29 anni dall'omicidio di Luigia Borrelli, detta Antonella, ex infermiera trucidata in un basso del centro storico nel quale si prostituiva, la svolta nelle indagini è arrivata solo poche settimane fa.  Il 'delitto del trapano', nome 'mediatico' con il quale passa alla storia l'omicidio di Luigia Borrelli ritrovata con un trapano conficcato in gola, è rimasto insoluto dal 1995, senza un colpevole nonostante le diverse piste investigative seguite nel tempo. Una stanza a soqquadro, ammanchi di denaro dalla borsa della donna, segni di colluttazione, la scena fa pensare a una rapina e a un pestaggio dal quale la donna ha cercato di difendersi, non riuscendoci. 
Cinque sospettati vengono sondati nell'arco di quasi 30 anni, almeno tre le morti successive al delitto di cui una in circostanze non chiare, una lettera anonima spedita ai pm che quasi 10 anni dopo, nel 2004, rivendica l'omicidio. Indagini che si fermano e ripartono, fino alla svolta di queste settimane, con il nome di un nuovo sospettato, sulle tracce del quale gli inquirenti erano da tempo. 
Un passo indietro a questo punto serve farlo, per ripercorrere la storia: nel settembre del 1995 Luigia Borrelli ha 42 anni. E' un'infermiera, vedova da poco, e ha due figli giovani. Ma soprattutto ha un grosso debito, lasciatole in eredità dal marito mancato all'improvviso, che l'uomo aveva contratto per aprire un bar. Per ripagarlo, la donna in stato di necessità inizia a prostituirsi - con il nome di Antonella - in un basso, che le affitta una a sua volta ex prostituta, Adriana Fravega. Sarà proprio lei a trovare il corpo di Luigia, il 6 settembre del '95, dopo l'allarme lanciato dalla figlia preoccupata perché la madre quella notte non era rincasata. Nel corso dell'indagine, affidata ai carabinieri, vengono sospettati prima il figlio, poi scagionato, in seguito il proprietario del trapano, un elettricista 50enne, che viene sottoposto anche a test del dna e sarebbe stato scagionato a sua volta ma il giorno prima della convocazione davanti ai magistrati si toglie la vita lanciandosi dalla Sopraelevata. Lo stesso figlio della donna si toglierà la vita, nel 2014. Nel '96 invece, meno di un anno dopo il delitto anche Adriana Fravega viene trovata morta in casa, per un'overdose di farmaci.
Negli anni le testimonianze di amiche ed ex colleghe di Borrelli fanno concentrare i sospetti prima su un misterioso cliente facoltoso, rimasto senza nome, e poi su un ex primario di un ospedale genovese, scomparso nel 2021, ma il cui dna non corrisponde nelle analisi effettuate con le moderne tecniche scientifiche che hanno permesso di proseguire gli accertamenti con nuove piste, 3 anni fa.
Il nome di Verduci arriva nelle cronache a settembre 2024, ma su di lui la lente degli inquirenti si era concentrata da tempo, perché nell'esaminare le tracce genetiche - nuovi esami svolti dalla polizia scientifica a Roma - emerge una similitudine, dalle banche dati del dna, che porta ad un detenuto in un carcere bresciano, parente con il carrozziere genovese. Un'indagine forense e scientifica che per alcuni tratti ricorda il modello utilizzato nel caso di Yara Gambirasio. Ci sono poi alcune intercettazioni finite agli atti, nelle quali il sospettato parla del delitto, dicendo di aver ucciso la donna e spiegando il come, parole negate nel corso delle perquisizioni di pochi giorni fa da parte della squadra mobile e della guardia di finanza. La procura ha chiesto l'arresto ma l'istanza è stata rigettata dal gip per la mancanza di un rischio di reiterazione del reato tale da giustificare le esigenze cautelari. La procura ha fatto appello e a decidere sarà il Riesame, il 23 settembre.

Valentina Carosini

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium