Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!
A fare da cornice all’andirivieni che caratterizza via San Luca, ci sono meravigliosi palazzi che hanno una storia spesso poco conosciuta.
Uno dei più affascinanti è palazzo Nicolò Spinola di San Luca, oggi al civico 14.
Nato dalle preesistenze medievali delle famiglie Centurione e Gentile, ancora oggi leggibili nelle colonne medievali a rocchi bianchi e neri nel piano terra, l’edificio venne acquistato nel 1515 da Antonio Spinola ma a dare una forte spinta alla ricostruzione, alla seconda metà del Cinqucento, fu il primogenito Nicolò Spinola - di cui oggi porta il nome - seguito fino agli inizi del Seicento dai suoi successori.
Nel 1588 il palazzo venne iscritto nel registro dei Rolli a nome di Gio. Battista Spinola, ambasciatore della Repubblica di Genova in Spagna e artefice del rinnovamento di piazza Banchi, a pochi passi dall’edificio.
Ma a caratterizzare questa architettura, che si presenta sviluppata in lunghezza ma poco profonda, è la facciata.
Ottavio Semino prima (1560) e Gio Andrea Ansaldo poi (1610) realizzarono un ciclo di affreschi dedicato alle Storie epiche e allegoriche proprio per distorcere la percezione delle dimensioni del palazzo e della strada, giocando con l’illusione grazie a una serie di motivi architettonici che si alternavano a scene figurate.
Già dal metà Ottocento, come testimoniato dall’Alizeri, la decorazione in facciata risulta poco leggibile, salvo alcune porzioni nella parte del sottotetto, maggiormente riparata dagli agenti atmosferici.
L’interno, oggi suddiviso in appartamenti dai discontenti del senatore Agostino Maglione, divenuto proprietario dell’immobile nel XIX secolo, al momento della costruzione, nonostante gli spazi ridotti, non era venuto meno al modello spaziale del sistema atrio-scala che si sviluppava fino al secondo piano, incasellando camere, sale e salotti che in quel periodo erano il ‘marchio di fabbrica’ della nuova tipologia abitativa della Superba.
Oggi a incuriosire immediatamente è il portale di questo palazzo, un monumentale ingresso con erme e volute, attribuito a Giovanni Antonio Paracca da Valsoldo. Valsoldo riprende le soluzioni che Giovanni Battista Castello - detto il Bergamasco e molto attivo nella Genova di metà Cinquecento - aveva adottato per il portale di palazzo Tomaso Spinola in salita Santa Caterina.