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Eventi | 12 settembre 2024, 08:30

Giorgia D’Artizio presenta il suo nuovo album "Nomea”: un viaggio musicale tra folk, jazz e indie

Venerdì 13 settembre l’artista nata a Busalla sarà protagonista di un evento unico all'interno del MURA Festival 2024: la serata inizierà con una fanfara itinerante nei vicoli della città, guidata dal Trio Balcan Jazz, per poi concludersi nella suggestiva cornice del Teatro del Chiostro di Sant’Andrea, dove insieme ai musicisti de ”La Collettiva" farà ascoltare il suo nuovo lavoro discografico

Giorgia D’Artizio presenta il suo nuovo album "Nomea”: un viaggio musicale tra folk, jazz e indie

Venerdì 13 settembre segnerà una tappa importante nella carriera di Giorgia D’Artizio, cantautrice nata a Busalla e voce del nuovo album “Nomea”, realizzato insieme alla formazione artistica “La Collettiva”. La presentazione del disco si terrà nella suggestiva cornice del Teatro del Chiostro di Sant’Andrea, all’interno del MURA Festival 2024: un evento che promette non solo di deliziare con buona musica, ma anche di portare il pubblico in un viaggio tra suoni e narrazioni che mescolano tradizioni folk, atmosfere jazz e influenze indie, tutto arricchito dalla visione innovativa di D’Artizio e del suo ensemble. La presentazione sarà la ciliegina sulla torta che arriverà a far da conclusione a una speciale serata: si partirà alle 19 da via San Donato con la fanfara itinerante del Trio Balcan Jazz che approderà al Teatro del Chiostro intorno alle 20 per confluire nello spettacolo di brani originali e classici giamaicani di Freddy Frenzy King of the Ska e La Collettiva e culminare intorno alle 21 nella presentazione del terzo lavoro in studio di D’Artizio, con un ensemble che la vedrà sul palco insieme a Freddy Frenzy alla chitarra e alla voce, Rosa Mussin alla voce, Camilla Collet alla batteria, Max Ravanello alla tuba e al trombone e Clarissa Durizzotto al sax contralto e al clarinetto. L’ingresso è libero. L’evento è curato da Lilith Associazione Culturale, Solidarietà e Lavoro e Sestiere del Molo, all’interno del programma di MURA Festival 2024. 

 

Il nuovo album di Giorgia D’Artizio, pubblicato dall’etichetta Lilith Label, si configura come un’opera corale e visionaria: “Nomea" si sviluppa a partire da un intreccio di musiche e testi, tutti volti a esplorare temi profondi come il disagio esistenziale e il senso di comunità artistica, una suite musicale che si presenta come una fusione di generi arrangiati con eleganza, impreziositi dai cori femminili ispirati alle tradizioni popolari del Friuli. Un lavoro che rappresenta anche un omaggio alla collaborazione e alla creatività collettiva, incarnata dal gruppo di musicisti friulani riuniti sotto il nome di “La Collettiva”. L’album è stato scritto a più mani: D’Artizio ha scritto i testi e le melodie, Max Ravanello invece si è occupato delle musiche e degli arrangiamenti, mentre Laura Giavon ha curato la parte degli arrangiamenti dei cori. Per scoprire come è nato “Nomea” e quale percorso ha portato Giorgia D’Artizio a questa nuova creazione abbiamo chiesto all’autrice di raccontare del suo percorso musicale, delle sue influenze e del significato dietro questo nuovo progetto. 

Come ti sei avvicinata al mondo della musica e quale è stato il tuo percorso artistico?

"Mi definisco una cantastorie. La mia conoscenza musicale è basica, le melodie che scrivo nascono da sensazioni interiori che traduco attraverso la voce, ma mi piace scrivere e, attraverso la canzone, mi sento libera di esprimermi. Collaboro da anni con Freddy Frenzy della North East Ska Jazz Orchestra e insieme ci esibiamo in varie formazioni, portando in giro brani originali e cover giamaicane. Il mio percorso è partito con l'EP 'Sintomi' nel 2017 e prosegue oggi con 'Nomea', un viaggio fatto di diverse influenze musicali, dal reggae al cantautorato”. 

Nel tuo percorso quali artisti e artiste ti hanno influenzato? 

"Da giovane ascoltavo tantissimo Le Luci della Centrale Elettrica; Vasco Brondi è stato fondamentale per la mia scrittura, amo molto il suo stile. Adoro poi Pierpaolo Capovilla, la sua coscienza politica è una delle migliori nel panorama musicale italiano. E poi, tra le donne, Cristina Nico e Sabrina Napoleone, entrambe genovesi, che mi hanno sempre ispirato e che mi hanno aiutata a trovare questa strada e che seguo sempre con stima e affetto.” 

Il titolo "Nomea" è molto particolare. Cosa significa per te e come si collega ai temi dell'album? 

“'Nomea' è un tema ricorrente nelle canzoni: racchiude il concetto di fama, che può essere sia positiva che negativa. Questo dualismo rispecchia il disagio esistenziale che affronto nei testi, uniti da uno sguardo critico su come le voci, interne o esterne, influenzano la nostra vita. E poi, questa parola ha secondo me un bellissimo suono”. 

Il 13 settembre sarai a Genova. Puoi raccontarci qualcosa della serata?

Inizieremo con una fanfara itinerante nei vicoli, guidata dal Trio Balcan Jazz, per poi approdare al Chiostro di Sant’Andrea dove suoneremo cover giamaicane e brani originali. Infine, alle 21, ci sarà la presentazione ufficiale dell’album con un ensemble di sei musicisti, tra cui Freddy Frenzy alla chitarra e Max Ravanello alla tuba e trombone. È un evento speciale per me, perché unisce la mia musica a una città che amo.

Hai recentemente pubblicato il video del singolo "Insolita Allegria". Cosa puoi dirci su questa traccia? 

Questo è uno dei brani più spensierati dell'album, e anche quello un po' più allegro musicalmente. Il video è stato ideato per mostrare chi siamo, simulando un live in formazione ridotta. Ho scelto di alternare bianco e nero ai colori, ispirandomi a Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. La canzone parla di distacco dal proprio nome, mettendo in dubbio l’identità come definizione rigida. Volevamo trasmettere naturalezza e calore, sia attraverso le immagini che la musica." 

La tua vita si divide tra Liguria e Veneto. Come questi due luoghi hanno influenzato la tua musica? 

"La Liguria mi ha dato le radici della scuola cantautorale, mentre in Veneto ho scoperto una cultura musicale ampia, con un forte legame al jazz e al reggae. Questo mix si riflette nel mio lavoro. Mi sposto spesso tra le due regioni, il che rende la mia vita un po' caotica, ma mi permette di mantenere vive entrambe le influenze."

Chiara Orsetti

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