La discesa in campo del sindaco di Genova, Marco Bucci, ha immediatamente acceso i primi botta e risposta con il suo principale competitor.
Andrea Orlando, candidato alla presidenza per la coalizione di centrosinistra, interviene oggi in merito alle accuse di essere rappresentante del partito dei “no”.
“In un momento così complicato per la nostra regione, per le sue istituzioni, ma anche così ricco di opportunità e di potenzialità che non devono essere sprecate, senza nessuna arroganza, consapevole delle difficoltà che dovremo affrontare insieme - dice Orlando in un video pubblicato sui social - ho ritenuto giusto mettere a disposizione della mia regione la mia esperienza, le conoscenze, le cose che ho imparato e le relazioni che ho saputo costruire nel corso di questi anni a livello nazionale e a livello internazionale, perché credo che di questo, anche di questo, ci sarà bisogno nella stagione che abbiamo di fronte. Abbiamo deciso di avanzare un grande progetto di trasformazione e di cambiamento per la nostra regione, lo vogliamo realizzare insieme, non crediamo negli uomini soli al comando e crediamo che le cose si debbano e si possano fare, ma si possano fare bene rispettando le regole, parlando con la società, cercando di capire anche i bisogni più profondi di quelli che non hanno voce”.
“Certo diremo dei no, ma diremo anche molti sì e li diremo tutti a testa alta, perché vogliamo risollevare la nostra regione. Per questo sono necessari molti sì, il sì prima di tutto alla reindustrializzazione sostenibile della nostra regione - spiega ancora Orlando - perché soltanto con una crescita dell'industria si possono dare posti di lavoro di buona qualità, che corrispondano alle aspettative delle giovani generazioni, diremmo sì per questo motivo alle infrastrutture, non solo perché è necessario per realizzare questo disegno di rafforzamento dell'economia della nostra regione, per rompere il suo isolamento, ma anche perché queste risorse le abbiamo conquistate noi e sono stati altri con la loro incapacità e con la loro scarsa trasparenza a bloccare la loro realizzazione”.
“Diremmo sì alla crescita di una sanità pubblica che sia in grado di corrispondere ai bisogni dei cittadini - aggiunge l’ex ministro - che non faccia attendere mesi e mesi per una visita specialistica, che non abbandoni il suo personale alla disorganizzazione e allo scarso riconoscimento delle grandissime qualità che ci sono al suo interno. Dovremmo dire sì allo sviluppo delle energie rinnovabili, perché la nostra regione è ventesima nella produzione di questa energia ed è la condizione per garantirla a basso costo alle imprese che possono venire a reinsediarsi in Liguria. E diremo sì a una lotta senza quartiere alla povertà, soprattutto alla povertà dei bambini che devono essere gli unici privilegiati: la nostra regione ha un 10% di evasione scolastica, tantissimo se pensiamo al bene prezioso che è la formazione delle nuove generazioni”.
“Diremo no in modo solenne, scolpito nella pietra, ad ogni mafia, ad ogni consorteria, ad ogni oligarchia. Se le vedremo crescere - conclude - come è avvenuto nel corso di questi anni, non ci gireremo dall'altra parte, ma le combatteremo e le denunceremo a viso aperto. La Liguria è di tutti, non di Toti”.