Fino a 24 ore fa sembrava solo una boutade, una scappatoia mediatica per uscire da una impasse di tanti (troppi) giorni. Adesso, invece, è tutto vero.
Il candidato alla presidenza della Regione Liguria per la coalizione di centrodestra sarà il sindaco di Genova, Marco Bucci.
Un nome mai uscito tra i papabili delle scorse settimane, quando il derby sembrava essere ristretto al dualismo Rixi-Cavo con il ‘terzo incomodo’ Pietro Piciocchi che ogni tanto tornava tra i papabili. Alla fine ha vinto la soluzione alternativa, quella che nessuno si aspettava o poteva minimamente immaginare.
Perché? I motivi sono più di uno. Si parte dalle affermazioni dello stesso Bucci che, chiamato in causa in piena estate, aveva detto di essersi preso un impegno con i genovesi fino al 2027. C’è poi l’aspetto della salute, con il melanoma mai nascosto che lo ha portato prima sotto i ferri e poi a un lungo percorso di radioterapia. E sullo sfondo c’è anche l’inchiesta per corruzione che ha sconvolto il mondo politico ligure: non lo ha sfiorato (il suo nome compare solo all’interno di alcune intercettazioni), ma potrebbe vederlo chiamato in causa come testimone quando inizierà il processo, il 5 novembre prossimo.
C’è, infine, la questione puramente amministrativa. Bucci potrà restare in carica come sindaco durante tutta la campagna elettorale ma, in caso di vittoria, dovrebbe lasciare la poltrona di sindaco portando così Genova a elezioni anticipate al massimo entro la primavera del 2025. In caso di sconfitta, invece, potrebbe tornare a ricoprire il suo ruolo, ma con un’onta non facile da gestire agli occhi di un’opposizione che si presenterebbe in aula forte di un successo elettorale regionale da rivendicare.
Un altro scossone che la politica ligure (in particolare quella del capoluogo) non aveva messo in agenda.