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Gen Z - il mondo dei giovani | 08 settembre 2024, 09:30

Gen Z - Il mondo dei giovani - La malinconia della Generazione Z: un ponte tra il passato analogico e il futuro digitale

Pur riconoscendo i vantaggi della tecnologia, i ragazzi nati a cavallo del nuovo secolo desiderano un futuro in cui l'infanzia delle nuove generazioni torni a essere ricca di esperienze reali, mantenendo un equilibrio tra il mondo 'virtuale' e quello fisico

Gen Z - Il mondo dei giovani - La malinconia della Generazione Z: un ponte tra il passato analogico e il futuro digitale

Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. Portata avanti per quasi due anni da Gaia Uccheddu, vede ora come autrice Martina Colladon, laureanda in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.


La Generazione Z si trova a cavallo di due mondi: quello pre-digitale e quello iperconnesso. Cresciuta in un’epoca di transizione, questa generazione ha vissuto un'infanzia fatta di giochi all'aperto, cartoni animati trasmessi in orari fissi e interazioni sociali autentiche, per poi essere catapultata in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia. Questo passaggio ha creato una sorta di malinconia, un desiderio di tornare a un tempo più semplice e autentico.

Per molti, i ricordi più belli non riguardano smartphone o social media, ma momenti vissuti senza l’intermediazione della tecnologia. I pomeriggi trascorsi a giocare al parco, le attese per i cartoni animati preferiti e le interazioni reali con amici e familiari sono il cuore di un’infanzia che la Generazione Z guarda con nostalgia. In quel mondo, il tempo sembrava scorrere più lentamente, senza l’urgenza di documentare ogni momento e senza la costante pressione di essere online.

Con l’avvento della tecnologia, molte delle attività che un tempo sembravano spontanee e genuine sono state sostituite da esperienze filtrate da uno schermo. La Generazione Z ha assistito a questa trasformazione in prima persona. Se da un lato la tecnologia ha offerto opportunità senza precedenti, dall’altro ha ridotto le occasioni di socializzazione reale e il contatto con il mondo fisico, rendendo l’infanzia e l’adolescenza sempre più mediate da dispositivi digitali.

È proprio questa nostalgia che spinge la Generazione Z a immaginare un’infanzia diversa per le generazioni future. Guardando al passato, emerge un desiderio di restituire ai giovani di domani un mondo in cui la tecnologia non sia centrale, ma solo un mezzo. Immaginiamo un’infanzia fatta di giochi liberi, interazioni umane e la riscoperta di attività più autentiche. Un’infanzia in cui il gioco all’aperto torni ad essere fondamentale e i cartoni animati non siano accessibili on-demand, ma diventino un momento speciale e atteso della giornata.

La chiave non è eliminare la tecnologia, ma trovare un nuovo equilibrio. La Generazione Z, che ha vissuto a cavallo tra due realtà, ha una consapevolezza unica: sa quanto la tecnologia possa arricchire le nostre vite, ma anche quanto possa allontanarci da esperienze più genuine. Questa consapevolezza ci spinge a immaginare un futuro in cui le nuove generazioni possano crescere con un’infanzia più bilanciata, dove la tecnologia abbia un ruolo, ma non domini ogni aspetto della vita.

Il sogno della Generazione Z è quello di offrire alle generazioni future un'infanzia che recuperi i valori e le esperienze che hanno reso speciale la nostra. Un’infanzia fatta di tempo per giocare, esplorare, e scoprire il mondo reale, mantenendo però anche il meglio di quanto la tecnologia possa offrire. È questa la sfida: insegnare alle generazioni che verranno come vivere in armonia con il digitale, senza perdere di vista ciò che ci rende davvero umani.

Martina Colladon

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