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Economia | 05 settembre 2024, 11:35

Amianto e uranio impoverito: leucemia del tenente Sergio Cabigiosu

Il Tribunale di Verona accoglie il ricorso l’Avv. Ezio Bonanni e condanna il Ministero della Difesa al riconoscimento dello status di vittima del dovere

Tenente Sergio Cabigiosu

Tenente Sergio Cabigiosu

Sergio Cabiogiosu, così come Franco Di Mare, che purtroppo non ce l’ha fatta, è rimasto vittima dell’amianto e dell’uranio impoverito. Il tenente di fanteria alpina ha contratto, in seguito alle persistenti esposizioni una leucemia mieloide cronica, con la quale tutt’oggi convive. A differenza del giornalista deceduto, fortunatamente Sergio Cabigiosu ad oggi può cantare “vittoria”, dopo la sentenza emessa dal Tribunale di Verona. Il ricorso presentato dall’Avv. Ezio Bonanni, legale del militare, ha trovato accoglimento da parte del Giudice che ha condannato i Ministeri della Difesa e dell’Interno in favore del riconoscimento quale vittima del dovere del tenente di fanteria alpino, malato di patologia asbesto correlata ormai da più di sette anni.

Sergio Cabigiosu, nato a Civitavecchia, in provincia di Roma, ma residente da diverso tempo a Verona, è stato dipendente dal 2000 al 2002 del Ministero della Difesa, nell’Esercito Italiano. Dopo un primo periodo nel centro di addestramento, il militare è stato collocato in servizio presso VI Reggimento Alpini, a cui hanno fatto seguito vari trasferimenti. Prima del congedo, Sergio Cabigiosu è stato anche impiegato in diverse missioni all’estero, tra cui l’operazione Joint Forge in Sarajevo ed è stato proprio quello il terreno che lo ha esposto maggiormente a questi potenti cancerogeni che hanno causato la patologia di cui è affetto. 

Un destino “distrutto” dall’amianto e dall’uranio impoverito

La sua storia è un esempio di impegno e determinazione, ma purtroppo è stato condotto inconsapevolmente verso uno drammatico destino. La spiacevole scoperta è avvenuta nel 2017, all’età di 44 anni, quando Sergio Cabigiosu ha ricevuto la diagnosi di leucemia mieloide cronica, che ha determinato un grave danno biologico, riconosciuto al 100%, e inequivocabilmente legata all’esposizione a radiazioni dovute all’uso di proiettili all’uranio impoverito. Infatti, i proiettili all’uranio impoverito polverizzano non solo carri armati e altri mezzi, ma anche le installazioni, comprese quelle di cemento amianto. Si tratta, come abbiamo già detto, di un caso analogo a quello di Franco Di Mare, giornalista Rai impegnato come inviato di guerre e che ha frequentato gli stessi luoghi del tenente Cabigiosu Sergio, con alte contaminazioni di amianto e di radiazioni e nanoparticelle di metalli pesanti dovuti anche all’uso di proiettili all’uranio impoverito. È stato accertato che i nostri militari non furono informati del rischio legato all’uso di proiettili all’uranio impoverito e del fatto che fossero impiegati in zone altamente contaminate, né dotati di strumenti di protezione e prevenzione. Perciò, il tenente della fanteria alpina Sergio Cabigiosu ha deciso di rivolgersi all’Osservatorio Nazionale Amianto e in particolare al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per ottenere i benefici amianto

Il riconoscimento di vittima del dovere di Sergio Cabigiosu

Dopo aver presentato ricorso innanzi il Tribunale di Verona, il giudice ha deciso di accogliere le sue ragioni con la sentenza n. 463 del 2024, pubblicata lo scorso 10 luglio. Il militare ha ottenuto, infatti, il riconoscimento di vittima del dovere a seguito della sua esposizione ad amianto che ha cagionato la sua invalidità, al 100%. Sergio Cabigiosu ha ricevuto tutti i riconoscimenti dettati dai benefici spettanti per legge, che consistono nella speciale elargizione di 285mila euro, oltre agli assegni vitalizi mensili di circa 2.100 euro mensili (speciale assegno vitalizio e assegno vitalizio), che percepirà a vita. 

Si tratta di una sentenza fondamentale ed innovativa perché inverte l’onere della prova per esposizione a radiazioni e nanoparticelle di metalli pesanti e radioattivi e/o per l’uso di proiettili all'uranio impoverito. Questa sentenza è molto importante anche nell’ottica di risarcimento del danno subito dal militare, che ha contratto un’infermità permanente pari al 100% per le esposizioni per l’uso di proiettili all’uranio impoverito e anche per la contaminazione nei luoghi in cui sono state svolte queste funzioni, compresi quelli in territorio balcanico, come nel caso di Sergio Cabigiosu. Come Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto proseguiremo la nostra battaglia contro questi potenti cancerogeni per garantire la tutela di tutte le vittime e dei loro familiari, come abbiamo fatto finora e come continueremo a fare”, così dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale del militare che ha contratto la patologia legata all’esposizione a radiazioni, uranio impoverito e amianto. 

La lotta dell’Osservatorio Nazionale Amianto prosegue

L’Osservatorio Nazionale Amianto, unitamente all’Osservatorio Vittime del Dovere, ha costituito un dipartimento, che si occupa della tutela dei nostri militari che, impiegati nelle missioni, sono stati esposti ad uranio impoverito e amianto e le cui nanoparticelle, sia di metalli pesanti, che di asbesto, hanno arrecato grave danno alla loro salute. Sono sempre in aumento, infatti, purtroppo, le morti a causa dell’amianto, soprattutto nell’ambito del servizio militare. Non solo per coloro che hanno prestato servizio a difesa della Patria, nell’Esercito Italiano, ma anche nella Marina Militare, a terra e via mare, ma anche per tutti i familiari che sono stati inconsapevolmente esposti alle stesse fibre killer per contaminazione degli ambienti domestici. Tante, infatti, le mogli e gli orfani che hanno purtroppo contratto una patologia asbesto correlata per aver lavato le tute dei mariti o abbracciato ignaramente i padri al ritorno dal lavoro e, quindi, avendo respirato fibre di amianto e altri potenti cancerogeni. 

Secondo i più recenti censimenti, sono più di 8mila i malati e più di 400 i morti nel comparto militare italiano, per l’uso di proiettili all’uranio impoverito, a cui si aggiungono anche altri casi, che purtroppo non sono stati risparmiati dalla fibra killer e dalle radiazioni e per quanto riguarda il mesotelioma agiscono in sinergia. 

Tutti i nostri militari e civili impiegati nelle missioni, che sono stati esposti a radiazioni all’uranio impoverito e ad amianto, e altri agenti dannosi, possono rivolgersi all’ONA, allo sportello di assistenza, chiamando telefonicamente il numero verde 800 034 294, oppure scrivendo attraverso il sito ufficiale. 

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