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Attualità | 05 settembre 2024, 16:10

Riforma delle concessioni, ai balneari genovesi non basta il rinvio al 2027: “Così vincerà sempre chi ha più soldi”

La manovra che consente di rinviare di tre anni il via alle gare non soddisfa la categoria: “Impossibile investire con un orizzonte così breve”

Riforma delle concessioni, ai balneari genovesi non basta il rinvio al 2027: “Così vincerà sempre chi ha più soldi”

Ci sono diversi punti oscuri, abbiamo visto che le promesse del Governo di tirarci fuori dalla Bolkestein non sono state mantenute”.
È chiara la posizione di Alessandro Riccomini, rappresentante di CNA Balneari Liguria, nel commentare la riforma delle concessioni approvata dall’esecutivo sotto pressione dell’Unione Europea. Una rivoluzione all’insegna del ricambio alla gestione degli stabilimenti che proprio non piace a una categoria che per mesi ha confidato nella squadra della premier Meloni e che ora fa i conti con un cambio di rotta destinato a lasciare il segno.

Ci si interroga sul valore delle sentenze della Corte di Giustizia Europea - prosegue Riccomini - ha detto che se la risorsa non è scarsa la normativa non si applica, lo Stato ha determinato che non c’è scarsità di risorsa ma poi la mappatura è sparita da questa legge. Ora dobbiamo capire che cosa succederà, se effettivamente si va al 2027 o se, in base alle sentenze del Consiglio di Stato, i Comuni vorranno procedere con le gare”.
Nel 2027, infatti, il Governo dovrà obbligatoriamente far partire le gare per la riassegnazione delle spiagge: l’UE avrebbe voluto farlo subito (con scadenza al 31 dicembre di quest’anno), ma la trattativa con Roma ha portato a un rinvio di tre anni con la possibilità di  differire al massimo fino al 31 marzo 2028.
Stando alle nuove norme non ci sarà diritto di prelazione per i vecchi concessionari, ma sono previsti indennizzi per gli uscenti che si vedranno riconosciuti gli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati e certificati da una perizia.
La collaborazione tra Roma e Bruxelles - si legge in una nota del Governo - ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l'opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione”.

Le nuove concessioni potranno durare da un minimo di 5 anni a un massimo di 20, “in modo da garantire ammortamento ed equa remunerazione degli investimento previsti dal piano economico-finanziario dell’aggiudicatario”, mentre i nuovi canoni saranno determinati da un decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti da adottare entro il 31 marzo 2025.
Tra i criteri di gara entrano la qualità del servizio offerto, degli impianti, dei manufatti e anche il numero dei lavoratori che il concessionario entrante sarà disposto ad ereditare da quello uscente.

Anche fosse il 2027, non si può investire con un orizzonte così breve e non possiamo nemmeno assumere personale qualificato - commenta Riccomini - i prezzi per la clientela non aumenteranno anche se il nostro canone vedrà un aumento del 110%. Per noi è solo una delle voci del bilancio, non ci saranno ripercussioni sui prezzi per il cliente. Noi dovremmo continuare a investire perché ci vengono chieste migliorie ma ci chiediamo che fine faranno i nostri sforzi. L’indennizzo è stato ridotto agli investimenti non ancora ammortizzati, un valore irrisorio che sarà materia di gara e ci metterà nelle mani di chi ha più soldi di noi”.

Certi politici estremisti dicono che “finalmente avremo nuovi gestori”, ma saranno gente più ricca di noi - conclude il rappresentante di CNA - si farà una gara e vincerà chi ha più soldi di noi. Inoltre, siccome il canone è raddoppiato e i costi aumenteranno, dovrebbero spiegarci come far diminuire i prezzi di lettini e ombrelloni. Ora ci sarà un confronto serrato con il Governo e con le amministrazioni locali”.

Sulla stessa linea anche il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari, che preferisce un ‘no comment’ e si limita a dire che si tratta di “un testo complesso dove è stato travisato il 2027 come una proroga ma è un limite temporale che viene concesso ai Comuni per dare il via alle procedure selettive”.
Dobbiamo lavorare sul testo - conclude Licordari - prenderemo una posizione e valuteremo tutti gli interventi che possono essere fatti all’interno della norma approvata”.

Il provvedimento legislativo adottato ieri dal Consiglio dei Ministri sulle concessioni demaniali marittime vigenti certamente non soddisfa i balneari italiani perché prevede la messa a gara delle loro aziende. Altre erano le aspettative ingenerate dalle dichiarazioni degli esponenti dell’attuale governo sull’esclusione del settore dall’applicazione della Direttiva Bolkestein” dichiarano, in una nota congiunta, Fiba Confesercenti e Sib Confcommercio.

Riuniremo gli organismi dirigenti delle nostre organizzazioni per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere le iniziative sindacali conseguenti - dicono, Maurizio Rustignoli per Fiba e Antonio Capacchione per Sib - intanto registriamo, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento non solo della categoria ma anche e soprattutto degli enti concedenti, Regioni e Comuni, che esercitano da decenni le funzioni amministrative in materia”.
Riteniamo - proseguono - che sia interesse di tutti, non solo dei balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti frutto del lavoro e dei sacrifici di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che hanno costruito un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo che il mondo ci invidia”.

Così come riteniamo sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche ma di un serio e obbiettivo dibattito pubblico. È comunque certo che continueremo a batterci, con forza e determinazione, a tutela dei diritti riconosciuti anche dal diritto europeo degli operatori attualmente operanti e per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato prevalentemente sul lavoro dei concessionari. Nell’interesse non solo dei concessionari ma del Paese”, concludono i presidenti Fiba e Sib.

Per Gianmarco Oneglio, presidente di Fiba Confesercenti Liguria, quello adottato dall’esecutivo è “un provvedimento folle che non aiuta i balneari, crea ancora più incertezza, blocca gli investimenti e, in buona sostanza, va in contrasto con gli interessi di tutti, scaricando la responsabilità dal governo ai singoli Comuni”.

Pietro Zampedroni

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