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Botteghe storiche e locali di tradizione | 02 settembre 2024, 08:00

Botteghe storiche e locali di tradizione - Dalla Prima Guerra mondiale alla pandemia, la resistenza e l'innovazione della Pelletteria Casella

Fondata nel 1908 da Mario Casella, ha superato più di un secolo di storia senza mai rinunciare alla qualità artigianale. Oggi è guidata dal nipote Mauro, che ha lasciato il proprio lavoro per proseguire la tradizione di famiglia: "I prodotti che vendiamo sono unici: così si diventa un riferimento per la clientela"

Botteghe storiche e locali di tradizione - Dalla Prima Guerra mondiale alla pandemia, la resistenza e l'innovazione della Pelletteria Casella

Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Siamo partiti con il punto di vista dell’assessora comunale al Commercio, Paola Bordilli, e del segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia.Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi! 

Nel 1908 Mario Casella, il più piccolo di cinque fratelli, decise di aprire una calzoleria in quella che allora era considerata la periferia di Genova e che oggi viene identificata con il quartiere di Marassi. Una bottega nata in una zona in cui erano presenti diverse concerie, vicino ai fiumi Bisagno e Fereggiano, dagli interni senza troppi fronzoli decorativi ma con un’attenzione particolare per i prodotti realizzati e messi in vendita.

Oggi, centosedici anni dopo, varcando la soglia della bottega storica sita in Via del Piano 11r, la più antica della zona, si può sicuramente affermare che il tempo e la qualità della merce non sono mai passati.

"Gli arredi e le scaffalature sono stati realizzati a mano sfruttando armadi, casse da imballaggio. Le scaffalature sono realizzate con delle dispense da cucina, la vetrina è ricavata da un armadio da camera… Mio nonno aveva una mentalità decisamente all’avanguardia" racconta Mauro Casella, che oggi porta avanti l’attività di famiglia con passione ed entusiasmo. "Era un creativo, e nel corso della sua carriera ha vinto anche una medaglia d’oro all’esposizione internazionale con alcuni dei modelli realizzati da lui. In tempo di guerra, quando la pelle e il cuoio scarseggiavano perché destinati principalmente all’uso militare, riusciva a produrre scarpe da vecchie agende, tappi di sughero, damigiane… Le persone portavano quello che avevano e lui creava". L’attività di calzoleria è stata quella predominante fino alla fine del conflitto: subito dopo, iniziò a diventare un punto di riferimento per la vendita di materie prime per i calzolai. Nella bottega di famiglia lavoravano, oltre a nonno Mario, entrambi i figli, e proprio Bruno, padre di Mauro, in quegli anni divenne rappresentante di ditte leader nel settore sia di accessori per calzature a livello nazionale.

"Negli anni Settanta erano le borse alla moda e gli accessori di cuoio a trainare le vendite, e le cose sono andate bene fino agli anni Novanta. Qui ho deciso di subentrare a mia zia, che aveva intenzione di chiudere, cambiando completamente vita: mi sono licenziato dal vecchio lavoro e ho deciso di provare a portare avanti il mestiere di famiglia. Questa bottega aveva resistito a due guerre, sarebbe stata una perdita troppo grande per me vederla abbandonata perché nessuno era più disposto a portarla avanti. Mi sono quindi buttato nel commercio, risistemando il negozio e valorizzando le componenti antiche di cui è composto, anche se di origine povera".

Oggi Mauro Casella punta tutto sulla qualità: "Ho cercato aziende di altissimo livello, artigiani che producessero a mano utilizzando pelli italiane. In questi anni ho scoperto che la pelletteria Made in Italy è tra le più apprezzate all’estero e ho deciso di puntare proprio su questa eccellenza: i nostri prodotti vengono realizzati da un laboratorio di Parma che produce con le pelli che seleziono personalmente; a Varese collaboro con un bretellificio artigianale che realizza bretelle personalizzate con il nostro marchio; sempre a Varese faccio realizzare i portafogli della collezione".

La soddisfazione dei clienti è sempre stata fondamentale per la famiglia Casella, fin dalle origini dell’attività: "Chi fa acquisti qui è sempre contento, vendiamo prodotti fatti per durare nel tempo e questo viene particolarmente apprezzato". Quello che è inevitabilmente cambiato nel corso del tempo è il tessuto commerciale della zona, e non solo: "Il modo migliore per riuscire a rimanere in piedi in un mondo che cambia sempre più a gran velocità è quello di non vendere nulla che possa essere acquistato anche altrove, che sia su Amazon o in altre pelletterie. I nostri prodotti sono personalizzati: una cintura acquistata qui da me o sul nostro sito internet è unica, così come il portafoglio".

Il commercio online è stato ampliato durante il periodo della pandemia: "Quando è arrivato il Covid, sono cambiate tutte le carte in tavola. Ho pensato così di potenziare le vendite online e di affiancare il negozio fisico a quello 'virtuale' per consentire anche a chi non si trovava a passare davanti alla vetrina di poter scoprire i prodotti in vendita; da lì, tanti poi decidono di venire a trovarmi di persona per scoprire con i propri occhi e toccando con mano la qualità".

Mauro Casella oggi è l’unico a portare avanti il negozio di Marassi: nel team di lavoro, però, sono presenti anche un sarto che si occupa di riparazioni e creazioni con il pellame e un’artigiana che crea e ripara borse. "Siamo un punto di riferimento in tanti campi, anche nelle riparazioni di articoli non acquistati direttamente qui; la bottega ha spazi ridotti, quindi ho dovuto decentrare le figure che eseguono queste lavorazioni". Una bottega piccola, dal grande cuore, che al suo interno custodisce strumenti antichi come calzanti in ferro, una vecchia bilancia per pesare le pelli, tacchi di bronzo decorato, tendiscarpe e forme di legno e di ferro, quasi a voler non perdere la memoria di quello che è stato... e come buon augurio per quello che sarà.

Chiara Orsetti

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