Nato a New York nel 1950, trapiantato in Italia, cresciuto come attore, protagonista in TV fino a metà degli anni ’70, poi rinato come cuoco e ora colonna portante del ristorante ‘Il Salotto di Rapallo’.
Quella di Andy Luotto (al secolo André Paul Luotto) è una vita che ne vale almeno dieci, passata dalla telecamera ai fornelli in un unico, lungo e variopinto filo di creatività che lo ha portato in Liguria dopo aver sfiorato la Maremma. Lo racconta in prima persona al Corriere della Sera: “È stato Vincenzo Maruccio, patron dell’hotel RosaBianca qui a Rapallo, a convincermi a prendere in mano le cucine del ristorante. Ho detto sì”.
Alle sue origini sembra sempre esserci una sorta di colpa da parte di qualcuno, una forza esterna che lo ha portato verso i propri talenti: “Sono diventato attore per colpa di Arbore e cuoco per colpa del sugo caramellato di Maria, la governante di famiglia”.
Lui stesso ammette di essere “un attore per sbaglio e cuoco per vocazione” e di aver avuto una giovinezza non proprio facile: “A 14 anni ero già stato in riformatorio un paio di volte: ci sarei dovuto rimanere fino a 21. Ho sempre avuto un carattere indomito tanto che mamma, a un certo punto, decise di spedirmi da papà”.
Il papà era in Italia, a Roma, e curava “il miglior cinema italiano per mercati anglofoni”. Andy arriva nel 1965 e inizia a respirare l’aria della ‘dolce vita’ ritrovandosi a casa personaggi come Fellini, Visconti, Zeffirelli, Sophia Loren. Poi l’occhio di Renzo Arbore si posa su di lui e inizia così la carriera nella televisione avanguardista degli anni ’70 italiani, ma per lui il sogno era sempre quello di fare il cuoco.
“Ambivo a quel ruolo, me lo sono creato nella vita vera - dice al Corriere - ho cucinato nelle cucine di grandi alberghi di lusso, per famiglie reali, a casa di Ugo Tognazzi. Il cibo è vita, è confronto, incontro, talvolta anche scontro”.
“Al ‘Salotto di Rapallo’ propongo una cucina emozionale - aggiunge - nei miei piatti c’è un mix di tradizione romanesca, ricordi di infanzia ed elementi contemporanei. Il tutto realizzato con materie prime di qualità: un’ossessione per me. Per onorare il mestiere del cuoco bisogna tornare alla terra”.
Luotto ora ha 74 anni, si vede bene a Rapallo ma non disdegnerebbe una fuga a Sud: “Ho tantissima energia in corpo, qui sto benone e se vogliono resto. Da aspirante terrone, però, non nego che mi piacerebbe aprire un ristorante mio, nel sud. Con quattro tavoli”