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Attualità | 26 agosto 2024, 14:34

Le colonne infami di Brignole, al posto dei pini abbattuti cartelli per segnalare l’ingiustizia

Fiori e scritte colorate sono stati posizionati in viale Thaon di Ravel, dove negli scorsi giorni sono iniziati i lavori di rimozione degli alberi a rischio crollo: “Ho gridato in silenzio ma non sono riuscito a scappare”

Foto: Italia Nostra Genova

Foto: Italia Nostra Genova

Fiori di oleandro bianco puri come la vostra anima, velenosi come chi via sterminato senza motivo e pietà”; “Fiori di plumbago azzurri come il cielo che mai più potrete accarezzare”; “Ho gridato in silenzio ma non sono riuscito a scappare”; “Un albero è bello ma ancora di più ha diritto alla vita”: questi i cartelli che sono stati posizionati sopra i tronchi dei pini abbattuti negli scorsi giorni in viale Thaon di Revel, proprio davanti alla stazione di Genova Brignole.  

“Le colonne infami di Brignole”, così sono state definite dagli attivisti di Italia Nostra, vogliono richiamare l’attenzione su un luogo che è stato associato a un episodio di ingiustizia, di abuso di potere, come accaduto nel 1630 a Milano, durante l’epidemia di peste che fa da sfondo anche ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni: allora due cittadini milanesi, Gian Giacomo Mora (un barbiere) e Guglielmo Piazza (un commissario di sanità) furono accusati ingiustamente di essere untori, venendo condannati a morte con pene di estrema crudeltà: dopo l’esecuzione, venne eretta una colonna, detta appunto ‘colonna infame’. 

Vittime di questa ingiustizia, secondo chi ha posizionato i cartelli, sono questa volta i quindici pini protagonisti della vicenda che ormai da settimane si trova al centro delle cronache cittadine. L’associazione Italia Nostra, insieme ad altre realtà territoriali, fin dal principio della vicenda si è mossa per cercare di evitare l’abbattimento, anche proponendo di effettuare ulteriori indagini affidandosi a esperti del settore, ipotizzando alternative meno estreme rispetto a quelle messe in campo dall’amministrazione comunale. Se, da un lato, i dubbi riguardano le tempistiche, visto che l’albero che ha dato il via agli accertamenti è crollato a marzo 2024 e fino ad agosto non sono state portate avanti le operazioni di abbattimento, dall’altra Aster conferma di aver preso le decisioni dopo aver analizzato dettagliatamente i dati raccolti e aver svolto un’attenta valutazione dei rischi. 

Chiara Orsetti

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