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Politica | 25 agosto 2024, 10:37

Elezioni regionali, Ferruccio Sansa agita il ‘campo largo’ con il suo “No a Italia Viva”

L’esponente di AVS alza il muro: “Abbiamo perso mesi discutendo di Renzi, un partito che quasi tutte le forze del centrosinistra hanno detto in tutti i modi di non volere”

Ferruccio Sansa

Ferruccio Sansa

Che la presenza dei centristi (renziani e calendiani) all’interno del ‘campo largo’ non andasse giù a parte dell’alleanza progressista era cosa nota, ma nessuno l’aveva mai detto chiaramente.

A farlo per la prima volta è Ferruccio Sansa, candidato presidente nel 2020 contro Giovanni Toti, consigliere regionale della Lista Sansa ed esponente di Alleanza Verdi Sinistra. Proprio nelle ore in cui tra Genova e Roma si manovra per trovare una quadra e compattare la coalizione in vista del “sì” alla candidatura di Andrea Orlando, Sansa pubblica un post sui suoi canali social: “Il centrosinistra è impazzito? Ora candidato subito e no a Italia Viva”.

Di fatto il suo è il primo “no” dichiarato alla presenza del partito di Renzi all’interno del ‘campo largo’. Nessuno prima d’ora lo aveva detto in questi termini. Che il sostegno al sindaco Marco Bucci in Comune a Genova fosse un nodo da sciogliere era cosa nota e lo sa bene anche lo stesso Matteo Renzi che chiaramente ha detto: “D’ora in avanti se stiamo con il centrosinistra non potremmo stare con il centrodestra”.

Parole che, evidentemente, non sono state sufficienti per ottenere l’approvazione di Sansa che nel suo post aggiunge: “Garantire la trasparenza più che seguire la convenienza. Ecco cosa ci chiedono i cittadini liguri di sinistra e non solo”.

È passato quasi un mese e mezzo dalla bellissima manifestazione unitaria che avevamo lanciato noi e il 18 luglio aveva colorato piazza De Ferrari. E dopo? - scrive ancora Sansa - non è successo praticamente niente. Abbiamo perso mesi. Senza discutere davvero di programmi e idee. Senza dire cosa vogliamo fare della Liguria. Senza dire cosa vogliamo fare della Liguria. Senza scegliere il candidato. Eppure, come dimostra Toti, siamo di fronte a una ‘guerra santa’ tra due modi opposti di intendere i rapporti tra interessi pubblici e privati. Tra le istituzioni e chi finanzia la politica. Una follia. Abbiamo perso mesi parlando di strategie. Di chiacchiere. Abbiamo perso mesi mentre forse qualcuno sperava di guadagnare spazio politico. Abbiamo perso mesi discutendo di Renzi. Un partito che quasi tutte le forze del centrosinistra hanno detto in tutti i modi di non volere. Un partito che ha idee diverse, se non opposte agli altri, su quasi tutto: dallo sviluppo economico della Regione alla giustizia. Per non dire della visione stessa della politica e del ruolo delle istituzioni. Un partito, tra l'altro, che a Genova sta con Bucci e che in Regione vorrebbe stare con il centrosinistra (con o senza stemma non fa differenza)”.

Il consenso non si conquista imbarcando tutti - conclude Sansa - ma costruendo un’identità precisa. Con la credibilità. Basta. Avevamo mesi per lanciare una proposta seria. Mesi per fare quello che ci chiedono gli elettori: costruire un vero cambiamento. Che spettacolo stiamo dando? Come possiamo essere credibili come forza di governo? Ora o mai più. Il momento è adesso. Dobbiamo pensare alla Liguria, abbiamo una grande occasione e non possiamo perderla”.

Pietro Zampedroni


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