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Attualità | 25 agosto 2024, 08:56

Da Genova parte la protesta nazionale dei genitori di alunni con disabilità: “Tagli del Governo mettono in pericolo l’inclusione”

Lunedì alle 11 la manifestazione sotto la sede del Provveditorato, il 6 settembre appuntamento sotto al Ministero dell’Istruzione e del Merito

Da Genova parte la protesta nazionale dei genitori di alunni con disabilità: “Tagli del Governo mettono in pericolo l’inclusione”

La mobilitazione dei genitori di ragazzi con disabilità per “protestare contro i tagli del Governo” che “mettono in pericolo l’incursione scolastica” parte da Genova.
I promotori dell’iniziativa si sono dati appuntamento per lunedì 26 agosto alle 11 davanti al Provveditorato di via Assarotti per essere “al fianco dei docenti che chiedono un’immissione in ruolo che non avranno”. Promotore della battaglia è il genovese Marco Macrì, parte di un bimbo con disabilità, portavoce del comitato ‘Famiglie senza cure’.

La manifestazione andrà in scena in contemporanea all’assemblea nazionale promossa dal Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati (CDSS) per mettere nero su bianco le iniziative in programma in autunno a sostegno della formazione e dell’inclusione.

Ricordiamo che a Genova, nonostante 450 posti disponibili per insegnanti di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado, non è stata effettuata nessuna immissione in ruolo. Una situazione che ha scatenato l’inevitabile reazione da parte dei docenti precari.

Da tempo rimarco come il tirocinio formativo attivo per l’insegnamento di sostegno dovrebbe diventare gratuito - dice Macrì - ancora è a pagamento e molti insegnanti rinunciano a questo percorso. La strada scelta dal ministro Valditara di aprire a università online e di accettare l'equipollenza di titoli accademici ottenuti all'estero mette in pericolo il diritto all'istruzione. Poiché si ritiene che ogni studente disabile debba poter fruire di un istruzione qualitativamente accettabile e con docenti non precari che cambiano di anno in anno i genitori scendono in piazza a fianco degli insegnanti”.

Lunedì ci troveremo per manifestare contro le decisioni scellerate di questo Ministero e la deriva che sta prendendo la nostra scuola, la mancanza di posti di lavoro sul sostegno della secondaria di secondo grado", aggiunge Marcella Cecchi, insegnante di sostegno di Genova specializzata.

Intanto il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati ha già annunciato una manifestazione a Roma per il 6 settembre sotto al Ministero dell’Istruzione e del Merito al grido di “Facciamo sentire la nostra voce e chiediamo qualità nella formazione e stabilizzazione dei docenti precari”.

Chiediamo correttezza e serietà - spiega Caterina Marcianò, docente di sostegno di 36 anni appena specializzata sull’inclusione - il costo del   tirocinio formativo attivo è di 3mila euro più mille euro di spese di viaggio 5 giorni a settimana Alessandria-Genova. Sono ritornata a vivere dai miei genitori per potermi permettere le spese sopra indicate ed essere quindi più formata e competente nei confronti dei nostri ragazzi. Tutto questo svolgendo il TFA in Italia con obbligo di frequenza, tirocinio a stretto contatto con gli studenti per una formazione autentica e di qualità, a differenza dei corsi che si svolgono all'estero e non paragonabili minimamente al nostro percorso di formazione. Mettere sullo stesso piano le due formazioni chiaramente differenti significa svalorizzare la nostra formazione pagata e sudata in Italia per accompagnare gli studenti nel loro percorso scolastico con le risorse necessarie in un’età complessa. Significa non dare valore al nostro ruolo nella società”.

Anche UDC Liguria ha dato il proprio appoggio alla manifestazione: “La figura del docente di sostegno, debitamente formato è una figura di fondamentale importanza per la formazione delle ragazze e dei ragazzi affetti da disabilità. Ricordiamo che questo, che non è solo un lavoro, merita il più profondo rispetto da parte della società ancor di più tenendo conto dei sacrifici economici sostenuti dai docenti per il corso TFA e che anche a nostro avviso dovrebbe essere totalmente gratuito. Si richiede una continuità formativa per i ragazzi e il non riconoscimento dei titoli conseguiti all'estero, non paragonabili a quelli conseguiti nel nostro Paese. Questa che riteniamo una battaglia di civiltà, non deve essere strumentalizzata da nessuno per attaccare il Governo ma deve essere un'occasione per cambiare in meglio la nostra società, che può ritenersi tanto civile in maniera direttamente proporzionale a quanto si prende cura dei suoi componenti più fragili”.

P.Z.

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