La Liguria sembra ormai abbonata alla polemica d’agosto. Dodici mesi fa in quel di Finalborgo, sulle alture del Savonese, partiva un polverone (destinato a fare il giro d’Italia) per i due euro messi sul conto da una ristoratrice a una famiglia che aveva chiesto un piattino in più per dividere una porzione di trofie al pesto. Tutto materiale utile per andare ad alimentare l’ironia sulla ormai leggendaria ‘accoglienza ligure’ e quella torta di riso inesorabilmente finita.
Un anno dopo la storia sembra pronta a ripetersi, questa volta con vista mare, a Camogli, dove il ristorante ‘Sâ’ (che in genovese significa ‘sale’) ha scelto di puntare sull’obbligo di minimo due portate per i clienti che si siedono ai propri tavolini. Pochi, va detto: sono solo 18 coperti. Motivo per il quale la proprietà ha scelto di scrivere sul menù la regola: “Menù alla carta minimo d’ordine due portate a persona”.
Scelta presa a malincuore, ma necessaria per far quadrare i conti di un piccolo ristorante di una piccola località ligure e per evitare di andare sul menu fisso. E, forse, anche per far fronte a chi si siede e occupa uno dei pochi tavoli a disposizione senza garantire un incasso soddisfacente.
Un obbligo che ha inevitabilmente spaccato l’opinione dei clienti e non mancherà di generare polemica tra chi la riterrà una strategia inevitabile in tempi non facili per il mondo della ristorazione e chi, invece, penserà all’ennesimo capitolo di una narrazione ligure ormai vicina a essere leggendaria.
Vero è che i ristoratori non se la stanno passando così bene, ma sembra che anche per i clienti non sia un momento d’oro.