"Sì il presidio del territorio, certo, però la chiave vera è un lavoro più ampio, che parte anche dal commercio e da una scelta: da che clientela vuoi sviluppare. Prima eravamo il centro commerciale d'Europa, ora si vendono solo calamite".
Sono le 21,30 in Sottoripa a Genova, mentre Stefano con la serranda a metà sta per chiudere il locale, come ogni sera dal febbraio del 1985, e trova il tempo per fare due chiacchiere sulla situazione. Sullo sfondo il centro storico dell'escalation di episodi di violenza che hanno caratterizzato le ultime settimane.
Accoltellamenti, risse con feriti che spesso vedono affrontarsi gruppi di stranieri, giovanissimi, con poco o niente da perdere, micro-spaccio che si contende il territorio, il tutto in pieno giorno, sotto gli occhi dei passanti e in qualche caso a poca distanza dalle forze dell'ordine, che già ci sono e intervengono per bloccare, arrestare, fermare aggressioni che lasciano dietro di loro feriti, a volte lievi, a volte gravi come quindici giorni fa.
"Sono il più vecchio, ormai, della nuova guardia. Ho visto cambiare il centro storico - racconta - in questa parte di Sottoripa che chiamiamo il tratto col 'doppio arco' ora stiamo 'ravattando', l'unico sforzo che dovevano fare era contingentare le licenze. Genova è sempre stata meravigliosa per il turismo perché non era una città da turisti. Io sono un rudere, ero qua quando c'erano i portuali alle 5 del mattino che lavoravano. Qua non è più una zona di lavoro, nel vecchio grattacielo qui di fianco c'erano centinaia di impiegati, mondo assicurativo, spedizionieri. Ora non c'è più niente. Il vero specchietto lo vedi dalle banche, non c'è più uno sportello. È andato a morire il tessuto commerciale, una zona che è stata costruita per essere difesa dall'interno a un certo punto è stata invasa dall'esterno, ora ci sono solo negozi di calamite e fruttivendoli. Poi c'è il problema dell'alcol".
Intorno passano agenti, pattuglioni interforze a presidiare i vicoli: ci sono i gruppi composti da polizia locale, carabinieri, polizia ed esercito, poi gli uomini del reparto mobile di Genova in piazza Caricamento appostati proprio di fronte, postazioni fisse della polizia locale in Sottoripa a presidiare, funzionare da deterrente. Ogni tanto da un vicolo laterale spunta un gruppetto di ragazzi, fanno avanti e indietro si guardano intorno e aspettano. Uno di loro ha un grosso sacchetto di bottiglie che tintinnano. Due metri più in là c'è vico del Serriglio dove due settimane fa un accoltellamento è quasi costato la vita ad un trentaquattrenne marocchino.
"Abbiamo vissuto il periodo delle ronde, ora in via San Luca passi e ti chiedono se vuoi qualcosa - sottolinea ancora Stefano - La ricchezza della zona sono i turisti, dovresti cercare di farli girare tranquilli, farli arrivare a Palazzo Spinola di Pellicceria spalancando gli occhi per la bellezza, non per quello che succede".
In ordine di tempo le aggressioni e le violenze in sequenza sono state due nelle ultime quarantotto ore, la sera di giovedì con tre persone finite in ospedale con ferite, venerdì secondo la prima ricostruzione dovuta a una recrudescenza in seguito all'ennesima rissa tra nordafricani, nel corso della quale un gruppo di commercianti del Bangladesh che ha negozi in zona è intervenuto per calmare la situazione, con un ulteriore scontro finito con un altro ferito.
"Il quadro - dice l'assessore alla Sicurezza, Sergio Gambino, che era presente per caso all'episodio di venerdì pomeriggio e ha allertato lui stesso la polizia locale - è di reati di spaccio, scippi, reati predatori che riguardano zona Sottoripa e vico del Serriglio, reati che vengono compiuti anche alla presenza spesso delle forze dell'ordine o a poca distanza: la situazione è poi difficile da contrastare, molti di questi sono considerati piccoli reati e spesso sono compiuti da minori stranieri non accompagnati ed è difficile veder applicate misure che li allontanino da lì".
"Non abbiamo zone off limits ma zone in cui ci sono presenze di persone, spesso giovanissimi, estremamente aggressivi, come nel caso di Sottoripa - continua Gambino - Stiamo mettendo pattuglie fisse, con l'aiuto della Questura per avere una costanza di presenza in quella zona, per funzionare da deterrente e presidio".
Diverso invece per la presenza del Reparto mobile che ha regole d'ingaggio diverse e di 'reazione' e interviene in caso di grave criticità, come nel caso di una rissa in corso. Poi c'è il resto del centro storico "dove non c'è microcriminalità aggressiva ma una microcriminalità che fa degrado - continua ancora Gambino - come via Pré, via del Campo, il ghetto, dove c'è spaccio e consumo, dove magari trovi persone che si fanno di crack a cielo aperto, un problema diverso che crea degrado. Lo stesso per la zona di Pré dove c'è un palazzo limite, quello che stiamo ristrutturando. Sono 50 metri da lì a piazza Metellino, ma dove è in questo momento difficoltoso intervenire per estirpare lo spaccio e il consumo da quell'area".
Tornando alla situazione di Sottoripa invece l'attenzione resta massima. "Ho chiesto al questore e alla polizia locale di incrementare il servizio per poter essere capillari in quelle zone prolungando anche l'orario di controllo fisso - conclude Gambino - Dobbiamo dare un riscontro e una risposta alla cittadinanza e ai commercianti e per questo l'impegno è massimo. Non è semplice, è una strada complicata anche dal fatto che difficilmente si riescono ad ottenere anche quando ci sono arresti misure cautelari efficaci".