Politica - 23 agosto 2024, 19:59

Elezioni regionali, intervista ad Alessandro Di Battista: “Renzi fa perdere voti, il bipolarismo non è la soluzione”

Poi, sull’inchiesta corruzione: “Oscena la difesa di Toti. Vogliono far credere che il garantismo è in pericolo, ma la verità è che i politici in galera non ci vanno mai”

Alessandro Di Battista

Alessandro Di Battista, enfant prodige del primo Movimento 5 Stelle ora scrittore, reporter e podcaster, arriva in Liguria proprio nelle ore in cui si fa sempre più insistente la voce di un intento scissionista all’interno del partito che lo ha visto nascere politicamente. Da una parte Beppe Grillo, dall’altra Giuseppe Conte, in mezzo un partito che si appresta a far parte del ‘campo largo’ ligure senza sapere che ne sarà del proprio destino. E proprio Grillo sarebbe intenzionato, secondo i rumors, a fare dell’ex pentastellato uno dei cardini del suo nuovo progetto politico.

Di Battista è gentile nei modi e chiaro sin dal primo istante: “Non parlo del Movimento e non parlo delle elezioni liguri”. Lo dice mentre sta per raggiungere Riva Ligure dove è in programma la presentazione del suo libro “Scomode verità. Dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza”. Si diceva che sarebbe arrivato anche Grillo, ma così non sarà.
Impossibile, però, mettere piede in Liguria senza parlare dell’inchiesta corruzione, delle sue conseguenze sul piano nazionale, di ‘campo largo’ e del futuro politico di una regione diventata suo malgrado cruciale negli equilibri politici nazionali.

Inizialmente aveva definito il caso corruzione in Liguria come una ‘Pezzentopoli’ per via delle prime cifre irrisorie emerse dalle carte. Poi, però, si è scoperto che c’era qualcosa di più. Che opinione si è fatto ora che Toti si è dimesso e in attesa del processo?
Si sarebbe dovuto dimettere molto prima. Quello che per me è vergognoso è la difesa da parte della politica, è oscena. Vogliono far credere che il garantismo è in pericolo, ma la verità è che i politici in galera non ci vanno mai. Vedremo che processo ci sarà, ma è evidente che si sarebbe dovuto dimettere e la difesa a spada tratta è patetica

Sta seguendo la campagna elettorale ligure? Cosa pensa del progetto progressista esteso da Italia Viva ad AVS?
Di ‘campo largo’ ed elezioni non parlo, sono questioni interne a loro. Il mio giudizio su Renzi è che oggi quello che guida non è nemmeno un partito e fa perdere voti. Non penso che la soluzione sia il bipolarismo

Cosa pensa di Nicola Morra, primo candidato presidente in Liguria con ‘Uniti per la Costituzione’ ed ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia in quota M5S?
Lo stimo personalmente, ma non voglio parlare delle questioni elettorali in Liguria

Da poco è nata la sua associazione ‘Schierarsi’, che programmi ha?
Abbiamo raccolto 80 mila firme per il riconoscimento dello stato della Palestina e poi l’anno prossimo lavoreremo per le case farmaceutiche pubbliche. Lavoriamo come cittadini attivi, cerchiamo di ricostruire la cittadinanza attiva dedicandoci a grandi questioni. La politica sta discutendo di cose basse quando all’orizzonte c’è la terza guerra mondiale

Quando parla di cittadinanza attiva di tornare agli albori del Movimento 5 Stelle. Le è rimasto qualcosa, quindi?
Quando nel 2018 il M5S era al 30% non mi sono ricandidato perché ho sempre creduto che si possa fare politica anche fuori dai palazzi. Credo nella cittadinanza attiva. Presentando il mio libro “Scomode verità. Dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza” parlo di come da due anni a questa parte ci stanno portando dentro la terza guerra mondiale e del doppio standard occidentale che è sotto gli occhi di tutti. In Palestina chi occupa sono gli israeliani ma il mantra dell’Ucraina non viene ripetuto per quello che sta succedendo nella Striscia di Gaza”.


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