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Economia | 21 agosto 2024, 09:30

Amianto, mesotelioma, tumore del polmone e asbestosi: come fermare questa strage

Asbestosi, tumore del polmone, ma anche mesotelioma, e tante altre malattie causate dall’amianto che è il vero killer del terzo millennio. Infatti si tratta di un agente cancerogeno che è sempre dannoso per la salute umana, anche a dosi basse, e con lunghi tempi di latenza.

Amianto, mesotelioma, tumore del polmone e asbestosi: come fermare questa strage

Asbestosi, tumore del polmone, ma anche mesotelioma, e tante altre malattie causate dall’amianto che è il vero killer del terzo millennio. Infatti si tratta di un agente cancerogeno che è sempre dannoso per la salute umana, anche a dosi basse, e con lunghi tempi di latenza. Purtroppo ne abbiamo conferma ancora in questi mesi, nei quali abbiamo registrato un aumento delle diagnosi di mesotelioma, tumore del polmone e altre malattie di amianto, nel corso di questi primi mesi del 2024, con dati disponibili fino a tutto il mese di luglio.

Poiché il numero di queste malattie amianto correlate è in continuo aumento, si pone il problema della prevenzione, oltre che del risarcimento del danno. L’Avv. Ezio Bonanni, già da 25 anni impegnano nella tutela e rappresentanza legale delle vittime dell’amianto e dei loro familiari, ci illustra quali sono le criticità attuali e gli sviluppi futuri, e quali i possibili interventi. Questo su tutti i piani e profili.

Come è possibile, Avv. Bonanni, affrontare e risolvere questo problema dell’amianto?

L’amianto è sinonimo di asbesto, e indica una serie di minerali fibrosi che si distinguono longitudinalmente in fibre più sottili, e sono facilmente inalabili, perché rimangono nell’aria, e in alcuni casi sono presenti anche nell’acqua potabile. Poche fibre possono essere letali, anche se tutte le malattie sono dose dipendenti.

C’è ancora amianto in Italia? Se sì, in che quantità?

Purtroppo l’Italia è stato il secondo produttore e utilizzatore di amianto in Europa, secondo solo all’Unione Sovietica. Quando con la legge 257/92 la fibra killer è stata posta al bando, avevamo quasi 50.000.000 di tonnellate di amianto e materiali contenenti amianto, anche friabile. Sono ormai passati 32 anni dall’entrata in vigore di questa legge e poco si è fatto per bonificare, attraverso lo smaltimento, l’amianto presente. Spesso questi minerali cancerogeni, perché si tratta di più minerali, i più pericolosi sono l’amosite (amianto verde) e la crocidolite (amianto blu), ma anche il crisotilo è altamente cancerogeno. Purtroppo l’amianto è stato utilizzato anche nelle scuole e negli ospedali, oltre che nelle navi, come quelle della Marina Militare Italiana, e ancora nei treni, in edilizia e comunque in 3.000 applicazioni. Perfino gli acquedotti dell’acqua potabile contengono ancora amianto.

Che cosa ha rallentato le bonifiche dell’amianto?

Innanzitutto una scarsa informazione e consapevolezza del rischio. Purtroppo anche le agenzie pubbliche, e quindi mi riferisco alle ASL e alle ARPA, ma anche lo stesso Ministero della Salute, non hanno mai efficacemente informato la cittadinanza del rischio effettivo per la salute. Si dovrebbe dare un ordine di priorità, intanto informare sui rischi, e mappare. Proprio la mappatura permetterebbe di conoscere i luoghi in cui è presente la fibra killer, anche per microaree e per settori. Poi si dovrebbe giungere alla bonifica, a secondo delle priorità, come le scuole e gli ospedali. Purtroppo le bonifiche sono state rallentate anche dalla burocrazia, dai costi alti, e dall’assenza di discariche adeguate.

Come affrontare e risolvere questo problema delle bonifiche?

Intanto sarebbe opportuno che la premier Meloni riporti questo tema dell’amianto al centro della sua agenda di governo. Confidiamo in Giorgia Meloni perché affronti il problema dell’amianto ancora presente nei luoghi di vita e di lavoro. Si tratta di un problema molto serio, perché determina ancora oggi la morte di 7.000 persone, e circa 10.000 nuovi malati. Si tratta quindi di una emergenza che è prima di tutto sociale e poi di salute pubblica. Per questo la prevenzione è fondamentale e quindi le bonifiche si devono associare al fatto che solo così è possibile tutelare la salute e l’ambiente. Tuttavia ciò non è sufficiente.

Cosa fare per tutelare la salute di chi purtroppo è stato già esposto?

È necessario sottoporre chi è stato purtroppo già esposto ad amianto a controlli sanitari periodici. Questi controlli permettono di ottenere la diagnosi precoce, che è molto importante, e in alcuni casi può salvare la vita. Se infatti per il mesotelioma comunque la prognosi rimane infausta, per le altre malattie, come per esempio il cancro del polmone, della laringe, della faringe, dello stomaco e le altre malattie asbesto correlate, la diagnosi precoce è fondamentale. È molto importante che chi è stato esposto ad amianto non abbia abitudini tabagiche, perché il fumo di sigaretta è un potente moltiplicatore del danno. Per questi motivi è fondamentale anche potenziare le strutture sanitarie pubbliche.

Ci sono terapie per le malattie da amianto, e se sì a che punto siamo?

Purtroppo le malattie di amianto sono molto aggressive e lesive, e quasi sempre ad esito infausto. In particolare è molto aggressivo il mesotelioma, anche se recentemente, con l’immunoterapia sono stati fatti dei passi avanti. La migliore tutela è quella di evitare l’esposizione ad amianto, che rimane l’unico strumento per salvaguardare la salute. Come Osservatorio Nazionale Amianto, di cui sono Presidente, ho più volte richiesto alle Autorità pubbliche di potenziare questi servizi di sorveglianza sanitaria e anche dei poli specifici per la terapia e cura delle malattie asbesto correlate.

A che punto siamo con i risarcimenti?

Purtroppo, in molti, troppi casi, i datori di lavoro rifiutano il risarcimento del danno. Le vittime amianto, al pari delle vittime del dovere hanno diritto prima di tutto alle prestazioni previdenziali. Ad eccezione di militari e altre categorie, occorre rivolgersi all’INAIL per l’indennizzo in caso di malattia amianto correlata. Poi l’INPS deve concedere il prepensionamento amianto, questo è molto importante. In ogni caso, anche in assenza di malattia, sono dovuti i benefici contributivi esposizione ad amianto. Si tratta di veri risarcimenti contributivi pensionistici. Non solo, ma il datore di lavoro deve comunque risarcire il danno. In caso di decesso debbono essere risarciti anche i danni degli stretti congiunti, i c.d. danni da lutto. Sono state emesse più recenti sentenze di risarcimento del danno.

La nostra intervista con il Presidente dell’ONA finisce qui. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha costituito lo sportello amianto ONA, a cui si può chiedere l’intervento e/o la consulenza, chiamando il numero verde 800 034 294, oppure scrivendo direttamente all’associazione, sia per una guida per la bonifica e l’assistenza sanitaria, ma anche per il risarcimento del danno. Quella della tutela legale è una funzione fondamentale svolta dall’ONA. 

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