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Cronaca | 20 agosto 2024, 08:15

Cronache nere diventate storie - Il delitto di Veronica Mair, la caccia ad un killer senza volto nel centro storico di Genova

Negli anni saranno trecento quasi i test del dna effettuati per risalire a chi ha lasciato i segni di quel morso sul corpo della vittima e dare un volto a chi ha lasciato tracce di sé nell'appartamento

Cronache nere diventate storie - Il delitto di Veronica Mair, la caccia ad un killer senza volto nel centro storico di Genova

Prosegue questo martedì, e ci terrà compagnia per tutti i martedì successivi, ‘Cronache nere diventate storia’, un ciclo di articoli dedicati a misteri, casi irrisolti, casi riaperti dopo anni, episodi e vicende che hanno interessato la nostra regione e che sono diventati, nel tempo, memoria collettiva, passando dalle pagine dei giornali alle trasmissioni televisive, sino ai libri e ai podcast. Ad aprire le finestre sul passato è Valentina Carosini, la nostra giornalista da anni impegnata tra cronaca nera e palazzo di giustizia per agenzie e testate nazionali. 

C'è chi considera i sogni una porta attraverso la quale, liberi dai condizionamenti, affiorano ricordi e fatti che riteniamo di non conoscere da svegli. Non sappiamo se andò così quando, nel settembre di quattordici anni fa, un uomo raccontò ad una medium di aver visto apparire la madre in sogno.

Fin qui potrebbe sembrare una storia quasi comune, un sogno in cui appare un genitore che non c'è più. È meno comune, ma forse più spiegabile, se l'oggetto del sogno è una madre, assassinata anni prima, il cui delitto è rimasto fino ad oggi senza un colpevole.

Succede sempre a settembre ma nel 2002, a Genova, otto anni prima di quel sogno. La madre si chiama Veronica Mair e ha 73 anni. Vive sola, anche se ha due figli, abita in via del Campo in pieno centro storico. È qui che, da un'impalcatura, un operaio al lavoro scorge dalla finestra il suo corpo sul divano, stranamente immobile, con qualcosa di stretto al collo.

Potrebbe trattarsi di un malore, scatta l'allarme. Ma un malore non è, e lo scoprono presto i carabinieri che sfondano la porta dell'appartamento e trovano il corpo sul divano. Intorno ordine, nessun segno di effrazione. La donna è stata strangolata e addosso porta i segni di quella che sembra essere stata una colluttazione: lividi, ecchimosi e un morso, l'impronta attorno alla quale ruoteranno le indagini. 

Gli inquirenti circoscrivono la rete di conoscenze della donna per analizzare le sue abitudini e risalire all'autore del delitto. Si parte dai figli, uno dei quali vive fuori Genova. Il più piccolo viene ascoltato dai militari, ha un alibi per le ore del delitto.

La scena del delitto dà una serie di elementi che fanno pensare che a compiere il gesto possa essere stata una persona conosciuta, non un estraneo. La tavola era ancora apparecchiata con due coperti, non manca nulla dall'appartamento. Si percorrono piste inizialmente legate ad una possibile rapina finita male ma non vengono alla luce grossi ammanchi di denaro. Si ascoltano testimoni in tutta la cerchia di conoscenti e amici, più o meno stretti. 

Negli anni saranno trecento quasi i test del dna effettuati per risalire a chi ha lasciato i segni di quel morso sul corpo della vittima e dare un volto a chi ha lasciato tracce di sé nell'appartamento. Una compatibilità anche se labile emerge, ma non è abbastanza per diventare un'accusa.

L'indagine finisce archiviata ma dopo anni di tentativi c'è quel sogno. A farlo è proprio il figlio più giovane della vittima, che lo confida prima ad una medium e poi al suo avvocato. Ha sognato la madre, che gli confessava chi era l'autore del suo stesso delitto.

Nel 2010 si rimette in moto una serie di accertamenti, per provare a verificare anche una nuova pista fin lì mai battuta. Si cerca più vicino, nel quartiere dove la donna viveva e dove spesso riceveva visite di amici o conoscenti, che le facevano compagnia a pranzo. Come nel giorno del delitto, rimasto fermo a quella tavola apparecchiata per due. Ma anche questa volta finisce in un nulla di fatto, con i test scientifici che non bastano a trovare un responsabile, un autore rimasto senza un volto all'ombra dei vicoli di Genova.

Valentina Carosini

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