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Economia | 16 agosto 2024, 07:00

Morti bianche: l'impatto economico sulle aziende

Le morti bianche, ovvero i decessi sul luogo di lavoro, rappresentano una tragedia umana di proporzioni immense.

Morti bianche: l'impatto economico sulle aziende

Le morti bianche, ovvero i decessi sul luogo di lavoro, rappresentano una tragedia umana di proporzioni immense. Ogni vita non è solo un numero, ma una persona, una famiglia che si ritrova improvvisamente ad affrontare la peggiore delle disgrazie. I dati raccontano di una situazione che va migliorando da decenni, ma questo è uno di quei casi in cui la statistica ha poco valore: ogni esistenza è sacra.

Oltre al dramma umano c’è anche una questione economica da valutare. Per le famiglie da una parte, che si ritrovano da un giorno all’altro a non avere una entrata su cui facevano conto, problema che si aggiunge al dolore; per le aziende dall’altra che si scontrano responsabilità penali e civili che si trasformano in danni monetari.

Il modo migliore per evitare tutto questo e contemporaneamente contribuire alla sicurezza della società è quella di agire preventivamente, munendosi della Documentazione valutazione rischi, uno strumento fondamentale per identificare e mitigare i pericoli contribuendo a prevenire incidenti fatali.

Quanto è il costo per un infortunio sul lavoro

Quando si parla di stime si possono fare dei calcoli in media, perché ovviamente ogni situazione a sé. Si va da un infortunio sul lavoro che causa solo qualche settimana di degenza al drammatico caso in cui il lavoratore perda la vita. Tenendo conto di tutto, il costo sociale medio di un infortunio è di 55mila euro, per una cifra totale annua di 104 miliardi in Italia. Se si individua una colpa del datore di lavoro, questi dovrà sostenere il 20 per cento della spesa.

C’è poi sempre la possibilità che i familiari intentino causa per danni: in tal cosa l’azienda dovrà sostenere anche le spese legali per affrontare un processo che può durare anni.

A queste cifre bisogna calcolare tutti il danno derivante dal mancato incasso. In caso di incidente, soprattutto se è grave, l’area può essere messa sotto sequestro per permettere le indagini, anche se questo significa bloccare la produzione. Qualora l’azienda sia riconosciuta inadempiente alle normative vigenti, la pubblica autorità può predisporre un periodo di sospensione dell’attività più o meno lungo. Un atto che, in aggiunta, procura un danno di immagine.

È facile quindi comprendere come mettere in atto ogni possibile azione per garantire l’incolumità dei propri dipendenti sia un vantaggio anche per l’azienda stessa.

Sanzioni e conseguenze se non si ha il DVR

Dal 2008 ogni azienda con almeno un dipendente ha l’obbligo di redigere il documento di valutazione dei rischi. Una volta aperta l’attività si hanno 90 giorni a disposizione per mettersi in regola, anche se per la propria tranquillità e per la sicurezza dei lavoratori è meglio avere il documento ancora prima di accogliere i dipendenti.  Resta il fatto che, qualsiasi cosa accada in quel periodo, l’azienda sarò giustificata per non avere ancora un DVR.

La sanzione per l’azienda qualora non abbia steso il documento nei tempi previsti va da 2.700 euro fino a superare i 7.000 euro. La legge però prevede persino la possibilità di arresto per il datore di lavoro colpevole, con una detenzione che può andare dai 3 ai 6 mesi.

Richy Garino

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