“Ogni giorno ricordiamo dettagli che stiamo utilizzando per cercare di arrivare a una sentenza esemplare e questo ci obbliga a ricollegarci alle ore della tragedia e alle giornate successive”.
Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle quarantatré vittime del crollo del Ponte Morandi, durante la cerimonia di commemorazione nel sesto anniversario della tragedia, continua a portare avanti la battaglia legale assieme ai parenti di chi quel giorno ha perso la vita.
“Oggi è una giornata particolare - continua - ci ricorda quarantatré persone ma ci ricorda anche che tanti di noi hanno rischiato di morire per l’incuria messa in atto dalle società che dovevano gestire la rete autostradale”.
Intanto, il processo va avanti tenacemente: “Abbiamo avuto davanti l’assenteismo statale che ha creato un mostro che non potevamo distruggere in poche settimane. Col tempo abbiamo creato la base ideologica per dire apertamente al mondo cosa è accaduto, per esporci. Stiamo mostrando gli elementi oggettivi che hanno creato questa tragedia, una distruzione generalizzata della rete autostradale”.
Nel giorno del ricordo, Diaz ribadisce che la giornata va vissuta con intelligenza: “Mette a nudo la nostra sensibilità, il nostro dolore, la nostra paura. Davanti a elementi così intimi non possiamo fare nulla se non viverli, sperando che siano clementi”.
A proposito del memoriale, aggiunge: “Con il crollo si è materializzato l’assenteismo statale, il memoriale serve a nulla se non riusciremo a garantire la tutela delle persone”.