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Attualità | 14 agosto 2024, 14:00

Gli artigiani della birra - Exuvia, a Campo Ligure il birrificio che abbina sapientemente creatività e passione

Un regalo sbagliato fa nascere la passione in Enrico e Maurizio Di Stefano e Andrea Murru: "Abbiamo iniziato per gioco, ma durante il Covid è diventata la nostra vita". Le illustrazioni che vestono le bottiglie sono di Alessandro Ripane: "C'è stata subito una forte intesa tra noi"

Gli artigiani della birra - Exuvia, a Campo Ligure il birrificio che abbina sapientemente creatività e passione

Continua questo mercoledì, e proseguirà per tutti i mercoledì successivi, “Gli artigiani della birra”, un servizio seriale de “La Voce di Genova” dedicato ai birrifici indipendenti della nostra città e provincia. Ogni settimana racconteremo personaggi, passione, talento e impegno, sempre all’insegna del bere bene e, soprattutto, del bere sano e consapevole. Prosit!

Ogni prodotto speciale contiene al suo interno qualche ingrediente segreto. Per le birre create da Exuvia, il birrificio artigianale che sorge a Campo Ligure, nell’entroterra genovese, sono senza dubbio la creatività, la curiosità e la passione. A dare vita al progetto sono tre giovani imprenditori genovesi: Enrico Di Stefano, Maurizio Di Stefano e Andrea Murru, che si occupano di produrre, distribuire e creare le ricette per i loro prodotti, grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni come appassionati. “Ho iniziato a fare la birra a casa quando avevo diciotto anni, oggi ne ho trentasette e da allora non ho mai smesso - racconta Enrico Di Stefano -. Vent’anni fa è stato praticamente un caso, per Natale avevo regalato ai miei fratelli un kit per preparare la birra a casa, convinto di fare un pensiero gradito, ma la loro reazione una volta aperto il pacco non è stata quella sperata (ride). Così ho deciso di utilizzare io quegli strumenti, e da un regalo riciclato è nata una vera e propria passione. Piano piano ho cominciato ad acquistare attrezzature sempre più evolute, avvicinandomi a quelle che si utilizzano nei birrifici”.

Durante il periodo del Covid, Di Stefano ha capito che quella che fino ad allora era stata un hobby sarebbe potuto diventare anche un lavoro: “Un amico mi ha suggerito di provare a mettere sul mercato la birra che producevo, e subito mi era sembrata una proposta folle. Poi, ragionandoci, mi sono convinto. Abbiamo così fatto una prova con il beer firm, aprendo una partita IVA nell’ambito della vendita e produzione di alcolici e producendo le nostre birre presso aziende che mettono a disposizione il loro impianto di produzione, pagando loro l’affitto dell’impianto”.

Dopo diverse ricerche, Enrico e i suoi soci hanno iniziato la loro avventura a Sassello, nel birrificio El Issor: “Ho portato le ricette delle birre che preparavo a casa e ho così iniziato a ‘sporcarmi le mani’, cominciando a comprendere effettivamente gli aspetti della produzione vera e propria. Le birre nate da questa esperienza si chiamavano Due Più, e la vendita è andata molto bene; abbiamo poi proseguito con un altro birrificio di Alessandria e abbiamo capito che era il momento di fermarsi e di capire cosa volevamo realmente fare”. Già, perché per tutti si trattava ancora di un passatempo da dopolavoro, con cui intrattenersi nel fine settimana e nel tempo libero. Passatempo che, col tempo, ha preso sempre più spazio nella vita di tutti. Dopo aver valutato diverse strade da percorrere per far diventare questo sogno realtà: “Abbiamo creato una società, abbiamo chiesto il supporto ad alcune banche e abbiamo trovato il sostegno anche del Talent Garden che ci ha dato una mano a preparare il business plan: impresa non facile per tre ragazzi con garanzie non proprio solidissime da offrire”.

A gennaio del 2023 inizia la ricerca di un capannone in cui effettivamente avviare la produzione, che poi si ferma sulle alture di Campo Ligure, anche per la qualità dell’acqua: “Genova ha l’acqua molto dura e per fare un prodotto a regola d’arte avremmo dovuto acquistare anche un impianto per togliere i sali… invece a Campo Ligure, dopo aver fatto le dovute analisi, abbiamo capito di aver trovato il nostro posto. Sono iniziati così i lavori di ristrutturazione del capannone, creando la zona per la produzione e quella per l’accoglienza e la degustazione. Vorremmo organizzare, per il futuro, anche delle visite guidate e dei corsi di educazione al ‘bere bene’ per le scuole”.

La sede del Birrificio Exuvia si trova in via Isola Giugno al numero 65/67: qui nascono le birre prodotte da Enrico, Maurizio e Andrea, che indossano delle etichette molto originali quando iniziano il loro ‘viaggio’ verso i consumatori finali: “Le illustrazioni che si trovano sulle nostre bottiglie sono di Alessandro Ripane, fumettista ed ex compagno di scuola. C’è stata subito un’intesa tra noi e ha creato i disegni per tutte e sei le nostre birre, che entro settembre diventeranno otto. I soggetti sono degli animali che compiono azioni particolari: c’è il pinguino, l’orso polare, il tupaya (un animaletto che vive nelle foreste asiatiche) e tutti sono impegnati in qualcosa che nella vita reale ovviamente non farebbero. Ogni illustrazione si sposa con le nostre birre e con la filosofia che c’è dietro. Ad esempio, dietro la nostra Marcamale, una birra a bassa fermentazione, c’è un pinguino che viene minacciato da un orso e da uno squalo: sappiamo che non vivono nello stesso habitat, ma l’idea ci piaceva e lui ha lo sguardo rilassato, come se non si rendesse conto di quel che accade”.

Sui social, il birrificio Exuvia è molto attivo: i titolari svelano spesso indizi sulle illustrazioni e i loro significati, inserendo qua e là Easter eggs (letteralmente uova di Pasqua, ovvero un contenuto di natura faceta o bizzarra e innocuo, che i progettisti o gli sviluppatori di un prodotto inseriscono di nascosto nel prodotto stesso) per i fan più attenti, che richiamano le etichette precedenti.

Per assaggiare le varie tipologie di birra si può raggiungere lo spaccio direttamente a Campo Ligure, aperto tutti i giorni (ma è sempre bene telefonare per avere certezza), oppure andare alla scoperta nei tanti locali che hanno deciso di inserire nel menù i loro prodotti, sia a Genova sia in provincia, da Arenzano a Recco.

Chiara Orsetti

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