Sport - 13 agosto 2024, 17:17

Scuole calcio affollate, la riflessione di Francesco Imperato (Athletic Club Albaro): “Troppi ragazzi, troppo poco spazio”

Continua il nostro viaggio tra le realtà sportive giovanili della Liguria a commentare la notizia dell'esclusione di alcuni ragazzi perché ritenuti "troppo scarsi"

Negli ultimi tempi, il tema dell'inclusione nel calcio giovanile ha guadagnato l'attenzione di molti, specie alla luce di episodi controversi, come quello di una scuola calcio piemontese che ha scartato alcuni ragazzi ritenuti "troppo scarsi" per continuare. In questo contesto delicato, abbiamo voluto approfondire la questione con chi, quotidianamente, si occupa di formare giovani calciatori. Per farlo, siamo partiti dalla Scuola Calcio Merlino 8 Marzo per comprendere meglio le implicazioni di questa problematica, poi abbiamo chiesto un parere alla dirigenza dell’US Sestri Levante 1919, che si è espresso con forza contro questa pratica, Fabio Rossi, presidente del Villaggio Calcio, ci ha fornito una riflessione su questo fenomeno, infine Matteo Pizzaferri, coordinatore tecnico della Scuola Calcio della Sestrese.

Oggi abbiamo intervistato Francesco Imperato, responsabile del settore giovanile dell'Athletic Club Albaro. Imperato, pur evitando di giudicare il caso specifico, ha voluto sottolineare le difficoltà che molte società dilettantistiche affrontano. 

"Purtroppo, le società dilettantistiche sono spesso messe alla gogna senza che si conoscano i dettagli. Le difficoltà che queste società devono affrontare, come la mancanza di spazi, sono enormi", ha spiegato. La questione, secondo lui, potrebbe dipendere dalla mancanza di risorse e spazi adeguati, più che da una volontà di escludere i ragazzi.

IL CASO DEL RAGAZZO CON L’ASMA

Un altro episodio che ha sollevato discussioni è quello di un ragazzo asmatico escluso da una scuola calcio genovese. Anche in questo caso, Imperato ha preferito non esprimere giudizi affrettati, pur riconoscendo che una scuola calcio dovrebbe cercare di includere il maggior numero possibile di ragazzi. "Se la società non aveva gli strumenti o le risorse per gestire un ragazzo con particolari esigenze mediche, potrebbe aver agito in buona fede. Tuttavia, è chiaro che bisogna confrontarsi con i limiti oggettivi, come la disponibilità di spazi e risorse", ha commentato Imperato, evidenziando le difficoltà pratiche che spesso influenzano queste decisioni.

Quando si tratta di gestire il proprio settore giovanile, l'Athletic Club Albaro adotta un approccio pragmatico ma inclusivo. 

"Abbiamo circa 370 ragazzi nel settore giovanile, dalla Juniores ai più piccoli. Siamo al 95% della nostra capienza, soprattutto per le leve più grandi", spiega Imperato. La società si trova quindi costretta a limitare il numero di iscritti per mantenere un livello di qualità accettabile. "Non possiamo permetterci di prendere 60-70 bambini solo per fare numero e poi non riuscire a offrire un servizio adeguato.

Se una leva raggiunge i 45 iscritti, dobbiamo fermarci, a meno che non riusciamo a garantire un servizio di qualità anche per altri iscritti", ha detto Imperato, evidenziando come la gestione delle risorse sia fondamentale per offrire un'esperienza formativa adeguata.

IL PROBLEMA DEGLI SPAZI

Un tema ricorrente riguarda la gestione degli spazi, una problematica che incide profondamente sulla capacità delle società sportive di offrire un servizio inclusivo e di qualità. In Liguria la scarsità di impianti sportivi adeguati rappresenta una sfida quotidiana per chi gestisce una scuola calcio.

"Il problema principale è la limitata disponibilità di spazi - ha dichiarato Imperato - Noi, ad esempio, abbiamo 4 o 5 impianti, ma dobbiamo comunque limitare il numero di iscritti per mantenere un livello di qualità accettabile. Gli spazi sono limitati e gli impianti sportivi sono sovraccarichi". Questo significa che, pur con le migliori intenzioni di accogliere tutti i ragazzi desiderosi di praticare il calcio, le società si trovano a dover fare delle scelte difficili.

Questo problema non è esclusivo dell'Athletic Club Albaro, ma è comune a molte altre società sportive in tutta la regione. "Gli spazi sono una risorsa limitata e ciò ci costringe a dover fare delle scelte", ha ribadito Imperato. La necessità di trovare soluzioni strutturali per ampliare la disponibilità di impianti sportivi è quindi cruciale per permettere alle società di accogliere un numero maggiore di giovani e per mantenere il calcio un'opportunità inclusiva per tutti.

Riguardo al controllo sulle società che non operano correttamente, Imperato ritiene che sia necessario, ma con la giusta comprensione delle difficoltà che le società affrontano. 

"Se una società opera con criteri esclusivi basati solo sul talento, è chiaramente sbagliato. Tuttavia, bisogna considerare caso per caso e non generalizzare senza conoscere a fondo la realtà", ha concluso.