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Attualità | 12 agosto 2024, 17:25

Emergenza sicurezza nel centro storico: dove la politica in questi anni ha ceduto il passo alla criminalità organizzata

Diverse amministrazioni hanno cercato di affrontare il problema con risultati deludenti. Non si tratta di “semplice” spaccio di droga ma di un vero e proprio sistema sorretto da famiglie mafiose radicate sempre più nel tessuto del territorio

Emergenza sicurezza nel centro storico: dove la politica in questi anni ha ceduto il passo alla criminalità organizzata

Episodi di violenza, spaccio di droga e degrado urbano stanno trasformando il centro storico di Genova da gioiello culturale a zona critica. Le misure finora adottate si sono dimostrate inefficaci, sollevando urgenti interrogativi sulla capacità delle istituzioni di rispondere a questa crisi.

Maddalena, Prè e San Luca, un tempo simboli di vitalità e cultura, sono ora teatro di episodi di violenza sempre più frequenti. L'ultimo in ordine di tempo, un accoltellamento legato al traffico di droga vicino all'Acquario, è l’emblema di una situazione fuori controllo.

Lo spaccio di droga ha preso piede nelle strade e negli edifici di queste aree, creando un’atmosfera di paura e degrado che sta danneggiando l’immagine della città. I turisti, attratti dalla storia e dalla bellezza del centro medievale, si trovano spesso a dover fare i conti con una realtà ben diversa da quella promossa nelle guide turistiche.

GLI AGGIORNAMENTI SULL’ACCOLTELLAMENTO

L’ospedale San Martino fa sapere che risultano in miglioramento le condizioni generali di salute dell’uomo rimasto vittima di accoltellamento sabato nella zona di Sottoripa. Estubato e in respiro spontaneo, al momento è vigile e cosciente, sebbene ancora sotto analgesia. La prognosi resta comunque riservata.

LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI E IL FALLIMENTO DELLE MISURE DI SICUREZZA

Negli ultimi anni, diverse amministrazioni hanno cercato di affrontare il problema della sicurezza nel centro storico, con risultati contrastanti. Durante il mandato di Marta Vincenzi (2007-2012), si tentò un approccio integrato che combinava sicurezza e riqualificazione urbana. Nonostante alcuni interventi mirati, il degrado ha continuato a crescere, dimostrando l'insufficienza di tali misure.

Il successore di Vincenzi, Marco Doria (2012-2017), puntò sulla partecipazione della comunità e sull’uso della tecnologia per contrastare la criminalità. Tuttavia, anche l’aumento della videosorveglianza e iniziative collaborative come "Insieme per Sottoripa" non sono riuscite a invertire la tendenza al degrado.

Con l’arrivo di Marco Bucci nel 2017, le aspettative erano alte. Il Piano Caruggi, con i suoi ambiziosi interventi di riqualificazione, rappresentava una promessa di rinascita per il centro storico. Ma nonostante le iniziative per incentivare il commercio locale e migliorare la sicurezza, il problema persiste. Le telecamere di sorveglianza e le pattuglie speciali non sono bastate a fermare l’escalation di violenza e criminalità, lasciando i cittadini sempre più sfiduciati.

IL PROBLEMA DEI MINORI NON ACCOMPAGNATI

Uno dei punti più critici è rappresentato dalla gestione dei minori non accompagnati, spesso coinvolti in attività criminali. Le cooperative sociali, incaricate di seguirli, si trovano a gestire una situazione fuori controllo, con risorse insufficienti e personale non adeguatamente formato. Questo porta a un sistema che non solo non risolve i problemi, ma contribuisce a crearne di nuovi. Gli educatori, pochi e mal supportati, faticano a tenere sotto controllo una situazione che sta degenerando.

ISTITUZIONI IMPOTENTI E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA

Il degrado del centro storico di Genova non è solo una questione di spaccio e violenza, ma è il sintomo di un sistema di sicurezza al collasso. La polizia locale, sovraccarica e mal equipaggiata, non riesce a contrastare efficacemente la criminalità. La collaborazione tra polizia locale, polizia di Stato e carabinieri è spesso carente, e quando viene attivata, è comunque inefficace. La polizia locale si trova a gestire situazioni che richiederebbero un coordinamento e una specializzazione che non possiede, con il risultato che molti arresti si risolvono in un nulla di fatto, alimentando la sensazione di impunità tra i criminali e di insicurezza tra i cittadini.

Le mafie, in particolare, stanno sfruttando il vuoto lasciato dalle istituzioni. Il traffico di droga e la prostituzione sono diventati business fiorenti nelle aree più degradate, mentre le sentenze che confermano il coinvolgimento della criminalità organizzata non hanno portato a un’efficace azione di contrasto.

Ci sono sentenze chiare che dichiarano quanto il centro storico sia interessato dalla malavita organizzata. Malavita legata alle famiglie Caci, Canfarotta e Zappone.

Rosario Caci, il boss di una delle famiglie più temute del centro storico, rappresentava l'incarnazione del potere mafioso a Genova. Per anni, i Caci hanno esercitato il loro controllo attraverso una rete di estorsioni e traffico di droga, imponendo la loro autorità con minacce e atti di intimidazione. Il dominio di Rosario Caci si estendeva anche su beni immobili occupati abusivamente, rendendo la famiglia una presenza onnipresente e soffocante nella vita quotidiana del quartiere.

L’operazione “Terra di nessuno”, condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e dall'Arma dei Carabinieri, ha segnato un punto di svolta. Rosario Caci è stato affrontato con determinazione dalle forze dell'ordine, che hanno confiscato i beni immobili che occupava illegalmente..

I Canfarotta, altra storica famiglia mafiosa del centro storico, hanno accumulato un ingente patrimonio attraverso il controllo di attività commerciali, traffici illeciti ed estorsioni. Il loro potere era visibile non solo nei vicoli di Genova, ma anche attraverso i loro beni materiali, stimati in milioni di euro. Per anni, la famiglia ha operato con impunità, sfruttando la paura e l'omertà che caratterizzavano la zona.

L’operazione “Terra di nessuno” ha portato al sequestro di un patrimonio di oltre 5 milioni di euro, con la richiesta di confisca da parte delle autorità. I membri della famiglia sono stati sottoposti a misure di prevenzione personale, tra cui la sorveglianza speciale, segnando l'inizio della fine per il loro impero. 

Salvatore Zappone e suo figlio Cecillo, conosciuto come Franco, hanno rappresentato per anni il volto più brutale della criminalità nel centro storico di Genova. Gli Zappone erano noti non solo per il loro coinvolgimento nel traffico di droga, ma soprattutto per il controllo della prostituzione nei "bassi" della Maddalena, gestendo un giro vorticoso di attività illegali che si estendeva in tutta la zona. Salvatore Zappone, profondo conoscitore delle regole della 'ndrangheta, era temuto e rispettato non solo per la sua autorità, ma anche per la sua capacità di intimidire chiunque si opponesse al suo dominio.

La parabola discendente della famiglia Zappone ha avuto inizio con una serie di operazioni delle forze dell'ordine. Nel 2009, la squadra mobile di Genova ha sequestrato il loro patrimonio immobiliare, comprendente numerosi "bassi" usati per la prostituzione. Cecillo, il figlio di Salvatore, è stato coinvolto in atti di violenza, come l'aggressione a un pusher marocchino che aveva maltrattato alcune delle prostitute sotto il loro controllo.

Di fronte a questo sistema, che preferisce mantenere uno stato di degrado sociale per trarre vantaggio da manodopera a basso costo e "carne da macello" per le attività criminali, le istituzioni locali sembrano incapaci di agire. Le operazioni antimafia sopraccitate non hanno però fermato in maniera definitiva lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio che continua a imperversare sotto la guida attenta della mafia.

IL GRIDO D’ALLARME DI RAFFAELLA PAITA: “SERVE L’ESERCITO”

La situazione è così critica che la senatrice Raffaella Paita di Italia Viva ha invocato l’intervento dell’esercito per ristabilire l’ordine nel centro storico. “Le strade del centro e interi edifici sono ormai in mano agli spacciatori”, ha dichiarato Paita, sottolineando l’urgenza di un intervento deciso per garantire la sicurezza dei cittadini.

Le sue parole, però, pongono una questione delicata: mentre Paita denuncia il degrado e la criminalità, il suo collega di partito Mauro Avvenente, assessore comunale responsabile per il Decoro urbano e i Centri storici, si trova al centro delle critiche per l’inefficacia delle politiche messe in campo. Una contraddizione all’interno di Italia Viva che evidenzia le difficoltà politiche nel gestire una situazione tanto complessa.

Marco Garibaldi

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