Ombrelloni chiusi dalle 7,30 alle 9,30 anche in Liguria questa mattina per la protesta indetta dai balneari per porre fine all’inerzia del governo di fronte al caos della situazione del comparto. Due ore di ‘stop’ (l’accesso in spiaggia ai clienti è stato comunque garantito) che è stato condiviso, tra gli altri, dagli aderenti a Fiba Confesercenti Liguria, che già nei giorni scorsi avevano spiegato le ragioni della loro contestazione: da un lato la necessità di intervento del Governo per porre fine all’applicazione di regole disomogenee da comune a comune, dall’altra la richiesta di riconoscere il valore degli investimenti portati avanti dalle imprese. A mobilitarsi, oltre a Fiba Confesercenti, anche Sib-Confcommercio. Scettiche, invece, altre sigle come Assobalneari, Federbalneari e Cna, che hanno deciso di non aderire perché considerano la contestazione una “iniziativa spot”.
“Sta diventando una situazione insostenibile - spiega Elvo Alpigiani, membro direttivo Fiba e titolare dei Bagni Nautici a Cavi di Lavagna -. In tanti hanno partecipato a questa protesta, e i clienti hanno di fatto recepito positivamente la nostra scelta. Speriamo che ci siano esiti positivi, soprattuto dal confronto con la Commissione Europea, ma era necessario mandare un segnale per dare uno stimolo ad accelerare un po’ i tempi e per evitare che i comuni prendano iniziativa e a macchia di leopardo, come sta avvenendo anche nel Tigullio. Di fatto, i comuni non sono competenti in materia perché spetta allo Stato decidere, e a noi non resta che impugnare le decisioni prese per tutelare i diritti degli interessati”.
Secondo il titolare dello stabilimento di Cavi, “occorre soprattutto una norma che ponga fine a questa situazione di incertezza, anche per gli operatori stessi che si trovano a rimanere fermi con gli investimenti perché non si sa che cosa potrebbe succedere da qui all’anno prossimo. Se si tratta di manutenzioni straordinarie si interviene, ma se non si è obbligati si lascia perdere. Insieme alla famiglia gestiamo questa attività da trent’anni, abbiamo fatto tanti sacrifici da allora… Mio padre era bagnino, io a sedici anni ho preso il mio patentino e da sempre ho avuto la volontà di continuare questa vita. I miei figli lavorano qui e abbiamo sempre immaginato il futuro in questo stabilimento. Tanti come me vivono questa situazione, tanti hanno fatto sacrifici e riescono a guadagnare il giusto per mantenere le famiglie. Noi vogliamo andare avanti finché possiamo, faremo di tutto per riuscirci”.
IL BILANCIO DOPO LE DUE ORE DI CONTESTAZIONE
Terminate le due ore di protesta, arriva il commento da parte del presidente nazionale di Fiba Confesercenti Maurizio Rustignoli: “C’è una grande adesione, al di sopra delle aspettative, al momento di sensibilizzazione voluto e organizzato oggi da Fiba Confesercenti e Sib Confcommercio. I bacini balneari più importanti d’Italia, come la Romagna e la Toscana, vedono una partecipazione quasi totale, e oltre l’80% degli operatori balneari ha tenuto chiuso il servizio ombreggio sul territorio nazionale. Un’adesione che ci da’ forza e coraggio nel proseguire questa battaglia giusta e doverosa per chiedere al Governo subito una legge definitiva che possa finalmente ridare certezze al comparto balneare italiano. Non chiediamo privilegi, non vogliamo eludere i principi europei, ma non siamo disponibili a far espropriare le nostre imprese. Registriamo, inoltre, con soddisfazione come i nostri clienti stiano sostenendo il nostro gesto simbolico di chiusura degli ombrelloni e condividano il nostro impegno invitandoci a proseguire con le nostre richieste. Ci scusiamo, comunque, con i fruitori dei nostri stabilimenti balneari per eventuali disagi, ma crediamo che questo momento di attenzione sia fondamentale per garantire il futuro delle nostre imprese e dell’offerta turistica balneare italiana. Vogliamo ricordare, infatti, che in Italia oltre agli stabilimenti balneari, ci sono molte altre imprese che operano in regime concessorio: alberghi, campeggi, ristoranti, negozi, che devono poter riavere le certezze smarrite e la dignità che in questi quindici anni è andata perduta. Prosegue, dunque, il nostro confronto con le istituzioni e aspettiamo fiduciosi il prossimo Consiglio dei Ministri che, come da fonti governative, affronterà il tema delle concessioni demaniali. Siamo certi che questo Governo saprà trovare la soluzione definitiva, per questo abbiamo sospeso le ulteriori due giornate di mobilitazione del settore del 19 e 29 agosto. Questo non significa che non ci saranno ulteriori forme di protesta, se necessario, ma al momento ribadiamo la nostra fiducia all’esecutivo”.
Secondo il Codacons, invece, la protesta sarebbe un flop: “Il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di sciopero è inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati. - spiega il Codacons - Al di là delle istanze della categoria, che chiede giustamente certezze sul proprio futuro, proclamare scioperi nel bel mezzo della stagione estiva si conferma una scelta sbagliata, bocciata sia dai consumatori sia dagli stessi gestori. E proprio in tema di stabilimenti balneari il Codacons, associazione che da anni monitora ufficialmente i listini praticati sul nostro territorio, ricorda come le tariffe di lettini, sdraio, ombrelloni, cabine, ecc. abbiano subito costanti rincari nel corso degli ultimi anni, al punto che oggi il business dei lidi produce un giro d'affari di circa 10 miliardi di euro all'anno. In linea generale per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend in uno stabilimento standard, la spesa media in Italia si attesta tra i 32 e i 35 euro al giorno, con forti differenze sul territorio: in alcune spiagge del Lazio si va dai 20 ai 25 euro ma se ci si sposta di pochi chilometri, arrivando ad esempio a Sabaudia, servono dai 45 euro ai 65 euro, che arrivano a 90 euro a Gallipoli e toccano i 120 euro in alcune località della Sardegna. In Toscana prezzi molto diversificati: per due lettini e un ombrellone in uno stabilimento medio si spende da un minimo di 27 euro a un massimo di 70 euro al giorno. Se poi si scelgono spiagge di lusso, la spesa supera i 500 euro al giorno e può arrivare a sfiorare i 700 euro".
LA PROTESTA DAVANTI AL COMUNE DI CHIAVARI
La contestazione non è stata portata avanti solamente in spiaggia: molti balneari si sono trovati davanti al palazzo comunale di Chiavari con manifesti di protesta. “Abbiamo avviato il presidio perché il Comune ha già adottato delle delibere e iniziato le procedure per delle evidenze pubbliche, ma di fatto sono atti illegittimi. Non rientra nelle competenze comunali, e contrasta con il diritto comunitario. Il sindaco ci ha convocati per il 20 agosto per approfondire l’argomento” ha concluso Elvo Alpigiani.