Attualità - 07 agosto 2024, 08:00

Gli artigiani della birra - Da operaio a birraio: l’avventura di Andrea Fortunato e della sua ‘Bîra a màn’

A quarantasei anni ha lasciato il lavoro per iniziare a dedicarsi esclusivamente alla produzione di birra artigianale, rigorosamente a mano, nel comune di Davagna: “Sono da solo a portare avanti il progetto e voglio crescere ancora. La soddisfazione più grande? Il consenso dei clienti ed essere entrato nelle guida Slow Food dopo solo un anno di attività”

Continua questo mercoledì, e andrà avanti per tutti i mercoledì successivi, “Gli artigiani della birra”, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato ai birrifici indipendenti della nostra città e della nostra provincia. Ogni settimana racconteremo personaggi, passione, talento, impegno, sempre all’insegna del bere bene e, soprattutto, del bere sano e consapevole. Prosit!

Si chiama Bîra a màn, rigorosamente con una sola ‘R’, il microbirrificio nato a marzo del 2023 nel comune di Davagna, nella frazione di Piè di Rosso, per volere di Andrea Fortunato, titolare e unico socio che, all’età di quarantasei anni, dopo una lunga esperienza come operaio, ha deciso di cambiare vita e dedicarsi anima e corpo a quella che è sempre stata una passione. 

Un nome che non è certo stato scelto a caso: ogni fase della preparazione delle birre, dalla fermentazione all’imbottigliamento, è fatta a mano nel piccolo laboratorio sulle alture genovesi.Ho preso la decisione di avviare l’attività insieme a mia moglie e alla mia famiglia, non è certo stato un colpo di testa - spiega Andrea Fortunato -. Anche se effettivamente sembra un po’ una scommessa sotto tanti punti di vista. Non ero soddisfatto del mio lavoro precedente, ho provato a tenere i piedi in due scarpe per un periodo poi ho deciso di dedicarmi completamente a questa nuova avventura”.

 

I locali in cui nascono le birre prodotte da Andrea sono di proprietà del cognato, che ha deciso di destinare a questo progetto gli spazi nel comune di Davagna per far sorgere il laboratorio: Per il momento qui faccio solo la produzione vera e propria, non c’è lo spazio per creare un angolo degustazioni o uno shop. Ad oggi produco circa cinquecentocinquanta litri di birra al mese, un quantitativo modesto: chi vuole provare quello che produco deve rivolgersi ai ristoranti e ai bar che propongono le birre o acquistarle nei negozi che le rivendono. Chiaramente, chi lo desidera, può anche contattarmi direttamente e possiamo accordarci per le consegne o i ritiri, perché sono abilitato alla vendita al pubblico”. 

La passione per la birra affonda le radici nel passato:Prima ero un semplice consumatore - continua a raccontare Fortunato - poi da una decina di anni mi sono avvicinato anche alla produzione, fino a che ho pensato di farlo diventare un lavoro. Ho fatto dei corsi per affinare la tecnica, e oggi eccoci qua”. In tutto ci sono quattro diverse tipologie di birre a catalogo, disponibili tutto l’anno, più qualche produzione speciale stagionale: “Tutte e quattro le proposte provengono dalla tradizione anglo-americana, sono birre da bere, non da meditazione, e tendenzialmente hanno un livello alcolico medio basso. Sono le classiche birre da degustare al pub, ma sono ottime per accompagnare i pasti”.

 

Nel dettaglio troviamo: una American Blonde Ale, una bionda realizzata utilizzando luppolo americano, una birra chiara che vira verso gli aromi agrumati; una Amber Ale rossa che si rifà alla tradizione inglese che mette insieme gli aromi caramellati del malto con gli aromi agrumati del luppolo americano; un’American Ipa di stile inglese molto aromatica e piuttosto amara, che si rifà alle prime Ipa prodotte a cavallo tra gli anni Novanta e il Duemila; e una birra scura, una Porter, anche questa che richiama lo stile classico inglese. “Ho pensato di proporre una birra per ogni tipologia più conosciuta, ce n’è un po’ per tutti i gusti. Ho una grande passione per le birre americane, sono anche andato a visitare i luoghi dove è nata la birra artigianale”.

Tra gli obiettivi per il futuro di Andrea c’è quello di continuare a far crescere il progetto Bîra a màn:La risposta devo dire che è stata molto buona: subito avevo paura che fosse un buco nell’acqua, non avevo esperienza come imprenditore e non sapevo bene che cosa aspettarmi. C’è però stato fin da subito un ottimo riscontro da parte delle persone che hanno assaggiato le mie birre, e ora voglio cercare di ingrandire la produzione e avere la possibilità di somministrare al pubblico: avere un locale e far assaggiare direttamente quel che produco è la migliore pubblicità che potrei farmi”. E, a proposito di pubblicità, un altro ottimo indizio della qualità dei prodotti proposti da Andrea Fortunato è il riconoscimento ottenuto da Slow Food: “Bîra a màn è stata selezionata per la guida delle Birre d’Italia del 2025, un volume che ogni due anni racconta le eccellenze dei birrifici italiani. Mi hanno contattato, è venuto un giudice a fare gli assaggi e poi ho scoperto di essere stato selezionato, è stata una grandissima soddisfazione”.