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Attualità | 06 agosto 2024, 16:04

Cannabis light fuori legge, il governo stronca un settore in crescita anche in Liguria

Gabriele Giua, co-fondatore dell'azienda agricola "Maria de Zena" e voce di una delle tante realtà imprenditoriali minacciate da questa nuova normativa: “Potremmo diventare l'unico paese in Europa dove il CBD, che non è uno stupefacente, verrà classificato come tale o inserito nella tabella dei farmaci a rischio d’abuso”

Cannabis light fuori legge, il governo stronca un settore in crescita anche in Liguria

Il settore della cannabis light in Italia è in subbuglio dopo l'approvazione di un emendamento che mette fuori legge la coltivazione e la vendita di infiorescenze a basso contenuto di THC

Una decisione che rischia di devastare un settore in crescita e di mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro. 

Per comprendere meglio la situazione, abbiamo parlato con Gabriele Giua, co-fondatore dell'azienda agricola "Maria de Zena" e voce di una delle tante realtà imprenditoriali minacciate da questa nuova normativa.

"Mi occupo di floricoltura e produco rose, lavanda e canapa - ci racconta - Tuttavia, la mia attività potrebbe essere a rischio a causa del nuovo disegno di legge candidato con il decreto sicurezza, previsto per settembre. Questo potrebbe rendere illegale la nostra attività, nonostante siamo il principale esportatore in Europa di cannabis a basso contenuto di THC”. 

Gabriele Giua e il suo socio Michele Corelli hanno iniziato la loro avventura agricola dieci anni fa, dedicandosi inizialmente alla coltivazione di frutta e verdura. La crisi economica del 2010 li ha costretti a reinventarsi, trovando nella cannabis light un'opportunità di rilancio. Nel 2016, hanno fondato l'azienda agricola "La Cascinetta", dedicandosi alla coltivazione biodinamica senza l'uso di tecnologie intensive e fertilizzanti chimici, puntando su un prodotto sano e di alta qualità.

“Attualmente, non siamo tutelati dalle norme, e anzi, rischiamo di subire un arretramento significativo - dice Giua - Potremmo diventare l'unico paese in Europa dove il CBD, che non è uno stupefacente, verrà classificato come tale o inserito nella tabella dei farmaci a rischio d’abuso. Questo significa che, da leader nel settore, rischiamo di non poter più commercializzare i nostri prodotti, creando un grave problema per oltre 4000 imprese, molte delle quali gestite da giovani. Queste nuove realtà agricole, con potenziali business promettenti, verrebbero fortemente penalizzate.

È una contraddizione rispetto a quanto dichiarato dal governo all'inizio del suo mandato, quando si parlava di voler incentivare le iniziative imprenditoriali. Noi non vendiamo sostanze stupefacenti, ma ci vediamo comunque ostacolati nelle nostre attività”.

La canapa è una risorsa versatile che ha portato significativi benefici economici e ambientali. Con oltre 4.000 aziende coinvolte e un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro, il settore della cannabis light è diventato un pilastro dell'economia agricola italiana

Le reazioni delle principali associazioni di categoria, come Coldiretti e Cia-Coltivatori Italiani, non si sono fatte attendere. Secondo Coldiretti, "La stretta sulla cannabis light mette a rischio la sopravvivenza di un intero comparto impegnato in una coltivazione dove sono stati fatti investimenti significativi”. L'infiorescenza della canapa rappresenta una parte fondamentale del valore aggiunto della pianta, e vietarne la raccolta e l'essicazione rischia di far crollare un intero settore, penalizzando molti giovani agricoltori.

La mancanza di una produzione adeguata di olio di cannabis nelle ASL liguri causa discontinuità terapeutica per centinaia di pazienti. La nuova normativa, che classifica il CBD come sostanza stupefacente, rischia di aggravare questa situazione, privando molti pazienti di un trattamento efficace e sicuro.

Il futuro della cannabis light in Italia è incerto, e resta da vedere come il governo risponderà alle proteste degli agricoltori e dei sostenitori del settore. Un'intera generazione di giovani imprenditori agricoli attende con ansia una soluzione che permetta loro di continuare a coltivare e prosperare in un mercato legale e regolamentato.

Marco Garibaldi

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