I liguri presto saranno chiamati al voto per scegliere il nuovo governatore, dopo le dimissioni di Giovanni Toti, formalizzate lo scorso 26 luglio.
Dal punto di vista istituzionale, le elezioni sono state convocate dal presidente facente funzioni Alessandro Piana, d’intesa con la presidente della Corte d’Appello di Genova Elisabetta Vidali, per il 27 e 28 ottobre 2024.
Mentre in questi giorni si assiste a un toto-nomi, più o meno probabile, per la scelta dei candidati da presentare per i diversi schieramenti, arriva la proposta di Arci e Genova Che Osa per il cosiddetto campo largo ligure: le “primarie popolari”.
La decisione è arrivata perché entrambe le realtà considerano necessario “un percorso partecipato per definire le priorità per una Liguria più egualitaria e solidale, con lo scopo di dare un contributo fatto di priorità e idee al centrosinistra e di favorire la costruzione di una comunità larga di persone, di sinistra, unite intorno a priorità condivise”.
Le primarie popolari si apriranno lunedì 5 agosto con un questionario. A settembre sarà convocata una assemblea pubblica per validare quanto emerso e per consegnarlo alla persona che sarà candidata dal centrosinistra.
Ecco il testo della lettera presentata:
“Care amiche e cari amici,
la Liguria è la dimostrazione di come l’intreccio di interessi tra pochi, politici e imprenditori, determini un sistema economico non democratico e inclusivo e che alimenta le diseguaglianze.
Il caso Ermini di pochi giorni fa ha rivelato quanto il problema sia trasversale e diffuso. Dimostrando però anche la voglia del centrosinistra, grazie all’impegno di una parte del suo gruppo dirigente, di spezzare questo meccanismo.
Il problema però esiste e deve essere affrontato al di là dell’impegno dei singoli, prevedendo una serie di regole chiare. Per questo settimane fa vi abbiamo rivolto un appello, vi abbiamo chiesto alcuni impegni, come decidere di rinunciare a finanziamenti da imprese e imprenditori, promuovere una legge sulle lobby, tagliare davvero i ponti col sistema “Toti”, a partire dal non ricandidare quelle persone vi hanno avuto rapporti diretti.
In questi anni Toti, così come Bucci, hanno rifiutato il confronto e disprezzato il dialogo, chiusi nelle loro stanze ascoltavano solo i pochi della loro cerchia. Le intercettazioni, al di là della loro rilevanza penale, hanno mostrato il perché: pochi imprenditori privilegiati hanno sfruttato i loro soldi e la loro influenza per determinare le priorità e mettere i loro interessi prima dei bisogni delle persone.
Il campo largo, alla sua nascita, deve dimostrare di agire in modo del tutto differente: regole chiare per garantire una politica al servizio delle persone e apertura all’ascolto per realizzare una Liguria egualitaria e solidale.
Noi vogliamo dare un contributo e abbiamo deciso di lanciare delle “primarie popolari”, offrendo alle persone uno strumento per partecipare, indicare le priorità politiche, i temi e gli ambiti più urgenti.
Sappiamo che non è possibile costruire una società più giusta agitando la bacchetta magica, soprattutto dopo quasi dieci anni di governo della destra. L’incapacità di definire priorità condivise porta a scrivere programmi che sono compilazioni, liste della spesa di temi. Tanti sono i temi urgenti e importanti, ma non è possibile agire su tutti allo stesso tempo e con la medesima efficacia.
Con le primarie popolari vogliamo contribuire a costruire una comunità larga di persone, di sinistra, unite intorno a priorità condivise in modo consensuale, cooperativo e solidale.
Fino a settembre raccoglieremo le risposte di chi vorrà partecipare, le valideremo in una assemblea pubblica aperta e poi le presenteremo alla persone che sarà candidata”.