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Politica | 02 agosto 2024, 11:15

Tutti gli uomini del ‘pres’: con Toti libero riparte il valzer dei fedelissimi

Ieri ad Ameglia, oggi a Genova. Il cerchio magico degli arancioni si è rimesso in moto dopo tre mesi di sosta forzata

La foto copertina pubblicata su Facebook nel giorno del ritorno in libertà

La foto copertina pubblicata su Facebook nel giorno del ritorno in libertà

Se qualcuno fosse atterrato ieri sul pianeta Liguria e avesse poi osservato da vicino le dinamiche del primo pomeriggio in quel di Ameglia, avrebbe logicamente ipotizzato un contesto generale di vittoria, con sorrisi, abbracci e voglia di scherzare. Mai avrebbe immaginato che dietro, in realtà, c’è un’inchiesta per corruzione, falso e finanziamento illecito che ha portato il 7 maggio all’arresto del presidente di Regione, poi alle sue dimissioni e infine alla conseguente caduta della sua giunta. E che, inoltre, all’orizzonte ci sono le elezioni anticipate e un probabile processo che vedrà alla sbarra proprio l’ormai ex presidente regionale Giovanni Toti.

Ma per il mondo del centrodestra e per il cerchio magico del presidente quella di ieri è evidentemente stata una giornata di festa, tanto che per qualcuno sembra che nulla sia cambiato. Lo si evince, senza troppo sforzo, anche dal fatto che tutti, ancora, lo chiamino presidente o pres, privilegio, quest’ultimo, riservato ai più intimi. Lo chiama ‘presidente’ l’assessore Giacomo Giampedrone poco prima di incontrarlo a casa (“Credo che il presidente oggi sia felice dopo giorni molto difficili per tutti noi”), lo chiamano ‘pres’ i membri del suo staff che, dopo tre mesi di forzato distacco, ieri sono tornati all’opera mettendo nuovamente in moto la macchina della sua comunicazione.

Senza più un incarico istituzionale e senza una tessera di partito in tasca, Toti sembra essere tornato a esercitare il suo ruolo nevralgico nelle strategie politiche regionali del centrodestra forte del suo nome e dell’autorevolezza guadagnata in nove anni di amministrazione. Tanto che già da oggi inizierà quella lunga serie di incontri che non ha potuto organizzare ad Ameglia durante il periodo di detenzione. I primi ad andare a colloquio con l’ex presidente saranno i fedelissimi arancioni Ilaria Cavo (indicata anche come possibile candidata alla presidenza per la coalizione di centrodestra) e Marco Scajola. Ma ora anche i membri della giunta possono confrontarsi con il loro ‘pres’ senza più la mediazione di una Procura o senza la Guardia di Finanza a battere l’indice sul polso per ricordare che il tempo sta finendo.

Al netto dei vertici politici e degli incontri per decidere le strategie elettorali del centrodestra, quel “qualcuno” dell’inizio avrebbe legittimamente il diritto di pensare che anche sul piano politico non sia successo niente dal 7 maggio a oggi.
Il ‘presidente’, tornato in libertà dopo quasi tre mesi, è tornato anche a dare le carte. Da lui passerà la strategia del centrodestra per le prossime elezioni, l’eventuale composizione di una lista a sostegno del candidato presidente e, molto probabilmente, sarà sua l’ultima parola sul suo successore. E se è vero che, portandolo alle dimissioni, la Procura ha puntato a disinnescare il potere amministrativo di Giovanni Toti, è altrettanto vero che nessun braccio di ferro giudiziario è riuscito a svestirlo della sua carica di centro nevralgico del mondo politico che gravita attorno a lui dal 2015.

Nel frattempo, anche se qualcuno vorrebbe guardare da un'altra parte, l'inchiesta giudiziaria va avanti. E, secondo la Gip Paola Faggioni, per Toti “permangono i gravi indizi di colpevolezza” e “nonostante l'estrema gravità delle condotte criminose, connessa anche alla particolare natura delle funzioni svolte, tenuto conto del comportamento serbato dall'indagato che ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente della giunta della Regione Liguria, possono considerarsi sensibilmente affievolite le esigenze cautelari”.

Pietro Zampedroni


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