A una manciata di giorni dall'anniversario del 14 agosto 2018, a distanza di sei anni dal crollo del ponte Morandi di Genova che trascinò con sé quarantatré vite nel collasso del viadotto Polcevera, il processo sul disastro di Genova si avvia ad una nuova fase che partirà da settembre.
Sono terminate le udienze previste circa due settimane fa, che hanno portato al completamento della seconda fase tecnica prevista dal processo sulle cause e le responsabilità del crollo. Dopo la pausa di agosto, l'autunno nell'aula allestita nella tensostruttura dentro a palazzo di giustizia di Genova si annuncia serrato, con l'avvio di una nuova serie di audizioni di testimoni, questa volta senza controinterrogatorio.
Nel caos di mesi convulsi in Liguria, scossi dall'inchiesta sulla corruzione che ha catalizzato l'attenzione, il procedimento giudiziario aperto sul disastro del 14 agosto 2018 è andato avanti, aggiungendo altri due nomi iscritti tra gli indagati che si aggiungono alla lunga lista di posizioni già al vaglio, negli ultimi due casi si tratta di un ex responsabile delle manutenzioni di Aspi tra il '99 e il 2006 e di un ingegnere di Spea e responsabile del progetto di retrofitting delle pile 9 e 10 del viadotto crollato.
Sei anni dopo la tragedia di Genova "il processo prosegue - racconta Egle Possetti, portavoce del Comitato in ricordo delle vittime del ponte Morandi - ora le udienze sono sospese fino a inizio settembre. Si procede, le cose sono andate avanti con tempi che più o meno ci aspettavamo. Quella appena conclusa è stata una fase un po' tecnica, impegnativa".
Difficile ancora ora poter fare dei pronostici sui tempi di durata e su quelli di una prima importante sentenza.
"È chiaro - sottolinea - che ora a settembre si ripartirà e vedremo più vicine le prospettive di chiusura del primo grado, anche se credo obiettivamente non si possa parlare di prima della metà dell'anno prossimo".
"Ci saranno fasi estremamente delicate -sottolinea la portavoce del comitato - anzitutto la procura che interverrà e poi i giudici che dovranno riunirsi per decidere e stabilire le cause, chi ha fatto cosa, e con tutti questi imputati non sarà semplice. Ma le tempistiche sono quelle attese. Abbiamo visto, dal nostro punto vista, un lavoro ottimo della procura nel controinterrogatorio tecnico, un lavoro eccellente e noi come parti civili stiamo collaborando per questa attività".
"Ovviamente - conclude Possetti - come sempre attendiamo. Fiduciosi, ma con le antenne dritte".