Politica - 28 luglio 2024, 11:07

Inizia la corsa per le regionali: il centrosinistra scopre le prime carte, il centrodestra deve ancora trovare il mazzo

A Camporosso la prima uscita del ‘campo largo’ ligure, sul palco anche il possibile candidato presidente Andrea Orlando. L’amministrazione uscente fatica a trovare un nome, dopo il “no” dei partitici ora si guarda al civico

Dopo le dimissioni di Giovanni Toti e la conseguente caduta della sua giunta, è iniziata la partita a poker di una campagna elettorale sprint. I liguri saranno chiamati a scegliere il nuovo governo regionale nel giro di tre mesi, con agosto di mezzo. Inevitabile, quindi, che la corsa alle candidature e alla composizione delle squadre sia partita nell’immediato e che veda già delinearsi le diverse situazioni e strategie.

È ormai chiaro che si andrà a uno scontro bilaterale: da una parte l’amministrazione uscente di centrodestra sulla falsariga del governo nazionale, dall’altro il ‘campo largo’ del centrosinistra che spazia da Alleanza Verdi Sinistra ad Azione e Italia Viva, passando per Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

Il mondo progressista sembra essere partito con largo anticipo sulla scia dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Giovanni Toti e che ha compattato le forze di opposizione già passate dalla prova della piazza e ora pronte per la corsa alle urne. Lo dimostra la prima uscita sul palco di Camporosso: la ‘squadra’ è fatta, manca solo l’ufficializzazione della candidatura a presidente di Andrea Orlando (che da Ponente ha chiaramente detto di essere pronto) e, poi, la composizione delle liste. Le prime carte sono state scoperte, qualcuna è già sul tavolo, la partita può iniziare.

Per contro il centrodestra sembra avere difficoltà già dal trovare il mazzo. C’è qualche scatto in avanti di chi già ha annunciato la propria candidatura come Sonia Viale e Alessandro Piana tra le fila della Lega e come Claudio Muzio con la casacca di Forza Italia. Ma continua a mancare un (anche ipotetico) candidato presidente.
Dal mondo dei partiti tutti i papabili hanno detto “no”: Edoardo Rixi (Lega), Matteo Rosso (FdI) e Carlo Bagnasco (FI). Si pesca, quindi, nel mondo del civico e qui si spazia dal rettore dell’Università di Genova, Federico Delfino, al presidente di Fondazione Palazzo Ducale, Beppe Costa. Senza dimenticare i rappresentanti del centrodestra di governo (ligure e non) che, però, non hanno casacche di partito all’interno dei confini regionali: Ilaria Cavo e Marco Scajola. Anche se su di loro potrebbe pesare la vicinanza al presidente arrestato e dimissionario. In campo anche Claudio Scajola, pronto a fare da regista per un ipotetico progetto che metta insieme il centrodestra partitico e il mondo civico a lui vicino.

Il sentiment generale è palese: c’è il timore di andare a giocare una partita a dir poco complessa, in trasferta su un campo ostico e con poche possibilità di vittoria. Il tutto al netto delle dichiarazioni all’insegna dell’entusiasmo che fanno parte della narrazione mediatica pre elettorale.

Il tempo stringe, agosto è alle porte e a stretto giro qualcuno dovrà decidersi a prendere in mano quel cerino che i big non hanno voluto accettare.

La settimana che sta per iniziare potrebbe portare in dote alcune novità. Già lunedì l’avvocato di Giovanni Toti, Stefano Savi, potrebbe presentare la richiesta di revoca degli arresti domiciliari con buone possibilità che ora, al netto delle dimissioni, venga accettata. In tal caso è scontato ipotizzare che in settimana Toti abbia la necessità e il desiderio di tornare a parlare da uomo libero con l’inevitabile attesa di possibili indicazioni in chiave elettorale.

Martedì, poi, andrà in scena l’ultimo consiglio regionale, quello chiamato a prendere atto delle dimissioni del presidente e a chiudere pratiche finanziarie urgenti.

Un’agenda settimanale che si andrà a comporre giorno dopo giorno, forse anche ora dopo ora, con una partita a poker pronta a entrare nel vivo tra giochi di sguardi e ammiccamenti più o meno palesi.


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