Giovanni Toti si è dimesso dalla carica di presidente della Regione Liguria. La decisione non è certo arrivata come un fulmine a ciel sereno, ma non sono ovviamente mancate le reazioni del mondo politico e civile, che fin dal giorno dell’arresto ai domiciliari, avvenuto lo scorso 7 maggio, hanno commentato, ognuno a suo modo, l’accaduto.
La prima nota ad arrivare è quella dell’organizzazione Genova che osa, che fin dagli albori della vicenda giudiziaria ha invocato a gran voce le dimissioni dell’ormai ex presidente: “Toti si è finalmente dimesso - scrive il portavoce -. In questi anni Toti si è fatto dettare le priorità da pochi imprenditori privilegiati e ha scelto di ignorare i bisogni delle persone comuni. Questo sistema politico ed economico non democratico e inclusivo ha alimentato le disuguaglianze e ha condizionato direttamente la vita delle persone. Non accade solo nella Liguria di Toti, è una grande questione politica nazionale. Toti ha provato a ignorare le accuse e mantenere la sua posizione. In questi mesi però siamo riusciti a tenere alta l’attenzione e, insieme, abbiamo dato un contributo che ha fatto fallire il suo piano.
Le dimissioni di Toti sono una buona notizia e un primo passo e sono anche una vittoria collettiva di tutte e tutti noi, delle 35mila persone che hanno firmato la petizione, delle migliaia che hanno scritto lettere di protesta a consigliere e consiglieri, delle migliaia che sono scese in piazza per partecipare ad azioni e manifestazioni. In questi mesi abbiamo organizzato decine di manifestazioni, presidi e azioni, ottenuto articoli e interviste su giornali e tv, locali e nazionali. Una mobilitazione che è stata possibile lottando insieme a Arci Liguria, Comunità San Benedetto al Porto, Libera Liguria, WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie, Young Caritas Genova, A.D.eS.So. Antimafia Diritti e Solidarietà Sociale, Futurevox Srl.
Insieme, già settimane fa, dicevamo che le dimissioni di Toti non bastano. Abbiamo chiesto al centrosinistra di assumersi impegni coraggiosi, come decidere di rinunciare a finanziamenti da imprese e imprenditori, promuovere una legge sulle lobby, tagliare davvero i ponti col “sistema Toti”, a partire dal non ricandidare quelle persone vi hanno avuto rapporti diretti. Il cambiamento si può sempre realizzare quando le persone si organizzano intorno a valori e obiettivi comuni. Non è facile e non è immediato, richiede impegno e determinazione. Dalla Liguria vogliamo parta un movimento contro la corruzione, per rimettere le persone prima del profitto, garantire che la politica sia al servizio di tutte e tutti, non di pochi privilegiati”.
Non mancano le reazioni del mondo sindacale, a cominciare dalla Cisl Liguria che diffonde una nota del Segretario Generale Luca Maestripieri: "Apprendiamo la notizia delle dimissioni di Giovanni Toti dalla carica, già sospesa, di presidente della Regione Liguria. Senza entrare nel merito dell'inchiesta giudiziaria in corso, non avendone né titolo né competenza, la Cisl auspica che la Regione possa avere in tempi ragionevoli una guida solida e con la giusta visione di crescita e sviluppo. Ci appelliamo, in questo senso, a tutte le forze politiche affinché si riporti al centro del dibattito pubblico il futuro del territorio. Lavoro, sanità, infrastrutture, benessere delle persone, opportunità di crescita per le nuove generazioni: sono questi i temi che devono animare l'agenda politica ligure in vista del prossimo appuntamento elettorale".
“Abbiamo appreso delle dimissioni di Giovanni Toti da presidente della Regione Liguria - così Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria - tra non molto tempo verrà data la parola alle cittadine e ai cittadini di questo territorio che hanno bisogno di stabilita politica per poter contare sullo sviluppo sociale ed economico di questa regione. Ci auguriamo per il prossimo futuro maggiore attenzione per i temi del lavoro, della sicurezza e della sanità, senza dimenticare che i progetti sulle infrastrutture e sulla mobilità devono procedere per superare l'isolamento del territorio”.
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