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Cronaca | 26 luglio 2024, 14:36

Si dimette, non si dimette, poi infine l’annuncio: quell’estate del presidente vissuta pericolosamente

Il sistema Toti al definitivo tramonto, schiacciato dal secondo arresto e dallo spettro del giudizio diretto, mentre l’uomo della comunicazione è rimasto sempre più solo

Si dimette, non si dimette, poi infine l’annuncio: quell’estate del presidente vissuta pericolosamente

Il 7 maggio scorso ha segnato l'inizio di un periodo di intense e controverse vicende giudiziarie per Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria. Ottanta giorni vissuti tra incertezze, pressioni politiche e personali, culminati con un annuncio che ha scosso il panorama politico.

Toti è accusato di aver ricevuto finanziamenti illeciti per la campagna elettorale attraverso pagamenti occulti. L'accusa principale riguarda il pagamento di spot elettorali da parte di Esselunga, nascosti come spese pubblicitarie per altre campagne.

Arrestato a maggio, Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti ed ex sindaco di Portovener, è una figura centrale nell'inchiesta, accusato di corruzione e turbativa d’asta. Le indagini lo collegano direttamente a vari atti illeciti commessi nell'interesse del gruppo di Toti.

Oltre a Toti e Cozzani, l'inchiesta coinvolge diversi imprenditori e funzionari pubblici. La procura ha emesso misure coercitive e interdittive nei confronti di nove persone.

L’INIZIO DELLA TEMPESTA GIUDIZIARIA

7 maggio: 

La vicenda prende avvio il 7 maggio quando Toti viene coinvolto in un'inchiesta giudiziaria riguardante presunte irregolarità nell'assegnazione di appalti pubblici. L'accusa sostiene che il presidente della Regione abbia favorito alcune aziende in cambio di benefici personali. Le indagini, iniziate in sordina, hanno rapidamente guadagnato attenzione mediatica, sollevando interrogativi sulla figura di Toti. La Guardia di Finanza ha sequestrato 74.100 euro legati ai finanziamenti illeciti.

LE PRIME REAZIONI

Nei giorni successivi all'apertura dell'inchiesta, Toti si trova a dover affrontare le prime pressioni per dimettersi. Parte dell'opposizione chiede a gran voce un passo indietro, invocando il principio di trasparenza e responsabilità verso gli elettori. Toti, tuttavia, decide di resistere, proclamando la sua innocenza e definendo le accuse come infondate e politicamente motivate. "Sono sereno e sicuro della mia integrità”, dichiara dopo lo scoppio dello scandalo.

1-10 giugno: 

Durante il mese di giugno, la situazione si complica ulteriormente. Nuove evidenze emergono dall'inchiesta, e il clima politico si fa sempre più teso. Voci di possibili ulteriori coinvolgimenti e testimoni chiave alimentano il fuoco delle polemiche. 

Viene confermato che l'inchiesta riguarda anche i finanziamenti alla campagna elettorale del 2022, con presunti illeciti nei pagamenti degli spot elettorali a opera di Esselunga. La tensione politica aumenta, ma la coalizione di Toti resta per lo più unita.

11-20 luglio: 

Il 18 luglio, Toti riceve una nuova misura cautelare per presunti finanziamenti illeciti. La procura accusa Toti di aver ricevuto 74.100 euro da imprenditori del settore logistico e immobiliare, promettendo in cambio agevolazioni negli affari. La nuova misura non modifica la durata della restrizione, che resta fissata a novembre 2024.

12 luglio:

Il governatore ligure scrive al suo avvocato una lettera diffusa dalle agenzie: “Vedo come una liberazione poter ridare la parola agli elettori”. Toti ha espresso il peso emotivo e morale della sua attuale posizione, descrivendo il ruolo di presidente come "più un peso che un onore" a causa delle accuse e delle restrizioni legali. Ha evidenziato come questa situazione lo abbia portato a riflettere profondamente sulla sua carriera e sul suo impegno politico.

Nella lettera, Toti ha ribadito il suo impegno per la trasparenza e l'onestà, principi che hanno guidato la sua azione politica. Ha sottolineato che ogni azione intrapresa durante il suo mandato è stata effettuata nel rispetto della legalità e della trasparenza, contestando le accuse che gli sono state mosse.

15 luglio: 

Dalla procura arriva l’ok agli incontri con Salvini. Nel mezzo della crisi politica e giudiziaria che lo ha coinvolto, aveva pianificato un incontro con Matteo Salvini, leader della Lega. Questo incontro, che non si svolgerà mai, era ritenuto cruciale per discutere il futuro politico della Regione Liguria e le strategie per affrontare la crisi. 

21-24 luglio: 

Le voci di dimissioni imminenti si fanno più insistenti, ma Toti non fa nessun annuncio ufficiale. La situazione politica rimane tesa, con continue speculazioni sui possibili sviluppi futuri.

ANCHE DAL CENTRODESTRA SI PROSPETTA LO SCENARIO DELLE DIMISSIONI

In questi giorni ad intervenire in maniera più diretta è Claudio Scajola, sindaco di Imperia ed ex ministro. Scajola ha dichiarato che la situazione di eccezionalità in cui si trova la Regione Liguria non può durare a lungo. Ha espresso la necessità di risolvere la situazione, indipendentemente dalla fondatezza delle accuse, per il bene della stabilità politica e amministrativa della regione. Ha inoltre sottolineato che è contro i processi di piazza, rimarcando l'importanza di lasciare che la giustizia faccia il suo corso senza pressioni esterne.

25 luglio - oggi: 

La situazione rimane incerta, con una grande attenzione mediatica sugli sviluppi futuri.

L’ANNUNCIO UFFICIALE

Dopo settimane di incertezza e tensione, Giovanni Toti annuncia le sue dimissioni da presidente della Regione Liguria. Spiega che, nonostante la sua convinzione di essere vittima di un'inchiesta ingiusta, ha deciso di fare un passo indietro per il bene della collettività e per permettere alle istituzioni di lavorare senza l'ombra delle accuse che lo coinvolgono.

Gli ottanta giorni di turbolenze giudiziarie vissuti da Giovanni Toti hanno segnato un'estate indimenticabile per la politica italiana. Mentre l'inchiesta continua il suo corso, la Liguria e i suoi cittadini guardano al futuro con la speranza di poter superare presto questo periodo.

Marco Garibaldi


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