Attualità - 25 luglio 2024, 12:01

Max Collini porta sul palco del Balena Festival un pezzo di storia della musica indipendente. “Le canzoni sono figlie del loro tempo”

Sul palco dell’Arena del Mare si esibirà con Jukka Reverberi in apertura ai CCCP - Fedeli alla linea, in un binomio artistico, ‘Spartiti’, che si consolida ogni anno di più. Pilastri del panorama indipendente italiano, con i loro progetti Offlaga Disco Pax e I Giardini di Mirò hanno segnato una generazione e influenzato le nuove leve del cantautorato

Ciascuno è figlio del suo tempo e con quell’impronta deve fare i conti quando sceglie la strada da intraprendere.

Questa sembra essere la consapevolezza di fondo che accompagna Max Collini, voce tra le più distintive del panorama italiano e pilastro del panorama indipendente, che dopo oltre dieci anni con gli Offlaga Disco Pax, oggi è accanto a Jukka Reverberi nel progetto ‘Spartiti’.

In questa formazione suoneranno sul palco dell’Arena del Mare per il Balena Festival, nella data di apertura che vede il ritorno dei CCCP.

Collini ha saputo trovare una sua strada, reinventarsi, senza venire meno al suo ‘credo’ lasciando che critica e poetica viaggino insieme.

 

Con gli Offlaga Disco Pax hai segnato la storia della musica indipendente, i dischi che avete realizzato sono ancora oggi un’istituzione e sono un esempio di ‘musica-politica’ ma oggi si incontrano pochi lavori analoghi. Com’è cambiato il mondo musicale, oggi gli artisti hanno paura di esporsi?

 

L’ultima esperienza di una certa importanza con dei contenuti che non fossero esclusivamente riferiti all’io e alla propria (o altrui) vita sentimentale sono stati “Lo Stato Sociale”, poi tutta la scena intesa come indipendente e pure il nuovo it.pop si sono dedicati a temi che poco hanno a che fare con la società. Io credo che le canzoni siano figlie del loro tempo e del loro clima: se i testi della musica italiana, sia pop che meno pop, sono totalmente egoriferiti e poco inclini a misurarsi coi problemi politici e sociali è perché questo è lo stato dell’arte. La nostra società ha abbandonato da tempo una visione collettiva e certi argomenti restano confinati tra artisti ormai ultraquarantenni-ultracinquantenni, con poche eccezioni. Come sempre si tratta di periodi, di corsi e ricorsi, di situazioni sociali che magari cambieranno in futuro. A forza di parlare di sé o al massimo del partner (proprio o altrui non ha importanza) ci annoieremo a morte e arriverà qualcosa che spazzerà via tutto. Almeno lo spero per le nuove generazioni, altrimenti saranno condannati a un’eterna palla mortale. All’estero non è così, non più almeno, magari per osmosi arriverà qualche suggestione socialmente positiva dall’altrove.

 

A proposito di Indie, hai portato in scena uno spettacolo che si intitola ‘Hai paura dell’indie?’, una specie di stand up comedy dove hai dato una tua interpretazione dei brani della nuova scena italiana. Che esperienza è stata? Tornerai a esibirti con lo spettacolo, magari ‘aggiornando’ il repertorio?

 

E’ stata una esperienza interessante e per certi versi entusiasmante, nonostante un tour spalmato per oltre tre anni causa pandemia. E’ la cosa più leggera e divertente che ho fatto nella mia piccola carriera, ma lo spettacolo è invecchiato e molti dei brani che avevo battezzato oggi sono già passati nel dimenticatoio. Dovrei ricominciare da zero ad analizzare una scena che è diventata nel frattempo molto diversa dal quella del 2018-2019, quando scrissi lo spettacolo e scelsi i testi delle canzoni da recitare e commentare. E’ stato davvero bellissimo, ma non lo rifarò mai più. 

 

Nel mondo musicale resti una delle figure di riferimento a cui tanti guardano ma nel tempo com’è cambiato il tuo percorso artistico, se lo è, dagli Offlaga a oggi con la tua collaborazione con Jukka Reverberi?

 

Quando registrai il primo disco degli Offlaga Disco Pax, nel 2004 (venne poi pubblicato nel 2005), avevo trentasette anni ed ero un “esordiente tardivo”. Oggi ne ho venti di più, ho una consapevolezza diversa e non credo di essere lo stesso artista e nemmeno la stessa persona. Conosco il mondo dello spettacolo, pur avendoci avuto a che fare entrando da una porta laterale, e forse ho imparato a destreggiarmi meglio. Gli Offlaga Disco Pax si sono sciolti nel 2014 dopo la scomparsa di Enrico Fontanelli e io, mio malgrado, ho imparato a camminare da solo, a volte accompagnato da Jukka Reverberi, il cui aiuto mi ha impedito di chiudere definitivamente con le velleità artistiche che avevo scoperto da adulto senza nemmeno cercarle. Spero in questi vent’anni di avere migliorato la mia scrittura, anche se scrivo di rado purtroppo, di avere una maggiore padronanza dei miei pochi mezzi espressivi e di avere raggiunto una sorta di canone sufficientemente personale da permettermi di essere distinguibile rispetto al gigantesco rumore di fondo che contraddistingue la nostra epoca. Sono finalmente riuscito a pubblicare il mio primo libro, uscito da poco per People, che si intitola “Storie di Antifascismo senza retorica”, libro che ha preso il via attraverso lo sviluppo dei testi del tour teatrale omonimo che sto portando in giro da più di un anno. Con questo spettacolo e con quello precedente (“Hai paura dell’indie?”) ho messo a punto un modo di pormi da monologhista, cosa che prima non avrei preso nemmeno in considerazione, ma senza la musica mi sento sempre un po’ orfano di qualcosa, anche se la dimensione teatrale mi piace moltissimo. Grazie a Jukka Reverberi lo spettacolo “Storie di Antifascismo senza retorica” ha preso una inattesa piega anche musicale, abbiamo infatti allestito una sua versione da concerto live, con cui affrontiamo assieme i palchi più grandi. Lavorare con Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò è la cosa migliore che potesse capitarmi dopo la fine, purtroppo drammatica, degli Offlaga Disco Pax.

 

A Genova, sul palco del Balena Festival, sarete in concerto prima dei CCCP, cosa porterete sul palco e che rapporto hai con la città?

 

Il nostro concerto di apertura ai CCCP pescherà sia dal nostro repertorio come
Spartiti, il progetto che abbiamo in piedi da anni con diversi tour e dischi realizzati, che
dallo spettacolo “Storie di Antifascismo senza retorica” appunto. Torno a fare un concerto a Genova a distanza di molto tempo. E’ una città che amo tantissimo e che però in poche occasioni ho avuto modo di frequentare come artista. Segnalo tuttavia un
precedente bellissimo proprio all’Arena del Mare, dove nel lontano 8 Luglio del 2005 aprimmo con gli Offlaga Disco Pax, vedi le coincidenze, agli LCD Soundsystem al festival GoaBoa. Bei tempi, devo dire. Mi avessero raccontato quando avevo vent’anni che avrei aperto con un mio concerto una reunion dei CCCP non ci avrei mai creduto, me è altrettanto vero che quando avevo vent’anni i CCCP erano ancora in auge e parecchio spavaldi, in effetti. La vita è strana e io resto convinto di stare realizzando i sogni di qualcun altro.