Iconico e versatile, il jeans è il capo must have per eccellenza che vanta una storia secolare e una diffusione mondiale capaci di renderlo unico.
Che sia per indumenti da lavoro o per affrontare i red carpet degli eventi più glamour del pianeta (certo, non senza critiche da stylist e amanti dell’etichetta) il denim è diventato un vero e proprio fenomeno culturale che si lega alla Superba e Genova si prepara a celebrare la sua ‘invenzione’ con sette giorni di eventi, incontri e appuntamenti che racconteranno il jeans prima del blue jeans.
Genova Jeans, l’iniziativa nata dalla spinta di Manuela Arata, oggi presidente dell’omonimo Advisory Board, torna e con il 2024 si amplia lasciandosi alle spalle la tre giorni di appuntamenti ma abbracciando una intera settimana dedicata al tessuto blu nato all’ombra della Lanterna.
Un appuntamento che si impegna a essere un vero e proprio meltin pot di iniziative, attività, mostre, incontri e scambi su temi che racconteranno il jeans e le sue declinazioni nella prima edizione di questo nuovo format che, come consuetudine, avrà il suo quartier generale tra via Pre e via del Campo, a cui si aggiungeranno nuove location.
“Quest’anno partiamo con la prima Genova Jeans Week, un’intera settimana all’insegna del jeans dove andiamo a racontare la nostra storia e l’unicità di un tessuto che prende il nome dal mutare nel tempo della parola Genova - racconta Anna Orlando, curatrice generale della Jeans Week - Un capo iconico che in realtà solo noi possiamo dimostrare essere già indossato nel Settecento”.
Il riferimento è alla statuina del presepe settecentesco che indossa proprio dei pantaloni di jeans strappati e che sarà testimonial direttamente dal passato della storia di questo tessuto.
Orlando prosegue: “A raccontarci che il jeans è sempre contemporaneo sarà il testimonial d’eccezione di quest’anno che è Roberto Vecchioni. Vecchioni rappresenta un’icona della cultura pop e della capacità di essere il passato ma parlare ancora coi giovani con grande efficacia, trasmettendo valori come si è visto sul palco di Sanremo”.
A proposito di valori, le tematiche al centro della settimana saranno molteplici e trasversali: “Il valore principale sarà quello della sostenibilità. Il mondo del tessile è uno dei più inquinanti del pianeta e il jeans all’interno di questo settore, per consumo dell’acqua, per lavorazioni, può essere particolarmente dannoso. Attraverso la testimonianza delle aziende, racconteremo come si può rendere meno inquinante la filiera, quali innovazioni e quali macchinari si possono adottare per l’elaborazione dei tessuti, il tutto nella sede dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sede introdotta quest’anno dove le aziende ospiti saranno testimoni attraverso la loro attività, ciascuna di un pezzetto di questa storia che sta dietro ai blue jeans”.
Si andrà avanti nell’ottica del distretto dei jeans, come conferma la curatrice: “Ci sarà il jeans trail, un percorso che sarà accompagnato da una segnaletica che guiderà chi viene da fuori, ma anche i genovesi che in certi spazi della città non sono mai stati. Come Comune di Genova dobbiamo far vedere quello che è stato fatto: ci sono piazzette dietro via Pre che sono state riqualificate e dobbiamo farle conoscere a tutti. Vogliamo fare in modo che il territorio partecipi; ci sono una quantità infinita di realtà che partecipano, che sono ‘on board’ ricordando le parole del sindaco, per questo grande progetto. Con le Politiche Sociali, uno dei settori con cui da coordinatore del progetto sto lavorando moltissimo per coinvolgere anche le associazioni; c’è il tema della cultura con installazioni artistiche site specific, il coinvolgimento dei giovani artisti, l’arte come testimonial d’eccellenza per far vedere il bello. La via del jeans sarà più bella”.
Un progetto ampio e trasversale che raccoglie diverse sfaccettature, partendo dal dato storico che testimonia come Genova abbia inventato il jeans, fino a tematiche contemporanee con attenzione all’inquinamento e al riciclo: “Quando parliamo di innovazione responsabile - specifica Manuela Arata - parliamo di attenzione all’ambiente ma anche di attenzione al lavoro. È un discorso molto più importante. Genova è una città che non avendo produttori di jeans può costituire un terreno neutrale in cui far convergere tutte le aziende che lavorano nel settore per condividere le buone pratiche e cercare di affrontare insieme l’enorme cambiamento che sta avvenendo, da un lato nel rispetto dei lavoratori e dell’ambiente; dall’altro l’economia circolare significa, a livello industriale, un cambiamento profondissimo. Produci meno ma devi riciclare di più. Vogliamo dare a tutte le aziende dove potersi confrontare su questi temi in maniera serena e usare le best practise uno dell’altro”.
Arata prosegue: “Molto coraggiosamente abbiamo intitolato via del jeans tutto il tratto che va da piazza Banchi fino alla commenda che, storicamente, ospitava tintorie, tessiture, e poi il commercio e l’uso del jeans perché erano gli operatori del porto che usavano il jeans, quindi luogo storicamente deputato.
Il jeans può costituire il ‘fil bleu’ per rigenerare un’area. Il mio sogno è quello che la via del jeans diventi una via famosa nel mondo perché li trovi tutto di jeans, non solo pantaloni ma quaderni, tendoni, divani e altro. Se riuscissimo a fare un’operazione di questo tipo sarebbe veramente di grande interesse e potrebbe consentire di trattenere su Genova una parte di turismo che oggi è un po’ mordi e fuggi, vede i Rolli poi sale sul pullman e va in altre zone invece che fermarsi a vedere la storia del jeans e magari a comprarsi.
Forte è l’impegno del Comune nel progetto, come ricorda il Vicesindaco Pietro Piciocchi: “Voglio ringraziare Manuela Arata che ha ideato questo grande progetto, Anna Orlando che lo sta guidando con grande sapienza e maestria. Seguo questa iniziativa dal 2020, quindi sin dalla fase embrionale. Ogni anno vedo come venga arricchita, vedo come il livello si stia innalzando, vedo come Genova Jeans inizi a far parlare di Genova in Italia e all’estero. Questo per noi è fondamentale perché Genova Jeans nella visione dell’amministrazione è uno strumenti di riposizionamento del nome della nostra città nel mondo, giocando sul fatto che il nome è associato al jeans e questo è un concetto che non è ancora così noto. Poi è un progetto ampio, aperto a tutti, ed è anche un emblema di quello che deve essere la partecipazione del territorio ai progetti dell’amministrazione. Abbiamo iniziative che vanno dal mondo del commercio, al mondo dell’arte, della cultura, della rigenerazione urbana. Sarà una settimana in cui apriremo nuovi luoghi come l’edificio dell’Agenzia delle Dogane in un’area nevralgica della nostra città su cui l’amministrazione investirà moltissimo perché vogliamo che i genovesi si riapproprino di questa porzione di città. Anche rigenerazione urbana con quello che stiamo facendo in via Pre, il laboratorio del Jeans e poi devo dire che un aspetto che mi fa molto piacere perché è un indirizzo che l’amministrazione ha espresso ed è stato recepito è l’apertura al mondo della scuola, molti ragazzi e ragazze, bambini e bambine delle nostre scuole saranno coinvolti con le loro famiglie. Sono fiducioso che negli anni a venire vedremo crescere questa creatura e i genovesi potranno esserne molto orgogliosi”.
IL PROGRAMMA
Nella settimana del jeans sono già in calendario oltre 50 appuntamenti con musica, arte, moda e artigianato, con il filo conduttore del riciclo e del riuso dei materiali tessili.
Le locations saranno diffuse all’interno del centro storico, lungo il “Jeans trail”, sull’asse di Via Pré-via del Campo-via S. Luca per raggiunge Campetto, via Scurreria fino al Museo Diocesano. Il JeanLab in via Pré organizzerà vari workshop durante la settimana con artigiani che insegneranno ad applicare il jeans in varie situazioni. L’area della Darsena sarà location centrale perché ospita il Jeans Village. La città si anima con mostre e installazioni artistiche all’interno dei Palazzi dei Rolli, nelle strade, in spazi industriali, nei saloni liberty della Biblioteca Universitaria e nei musei (Mei-Museo dell’Emigrazione Italiana, Museo del Risorgimento, Museo Diocesano). In programma anche intrattenimento ed eventi serali e il Jeans Party del sabato sera. Per la parte artistica, la nuova mostra di ArteJeans ospitata al Museo Diocesano renderà protagonista in un nuovo format le opere di artisti contemporanei su tessuto Candiani Denim donate in questi anni alle Collezioni Civiche su iniziativa dell’omonima Associazione e degli Ambasciatori di Genova nel mondo. Altre opere, donate dagli artisti che hanno partecipato a GenovaJeans 2023, sono confluite nel grande patrimonio museale della città. Tra le nuove sedi destinate all’arte, la Jeans Week propone l’elegante piano nobile di Palazzo Grillo alle Vigne, un palazzo dei Rolli del Cinquecento.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli accoglierà aziende e imprenditori del settore della moda e del tessile confrontarsi sull’attività della filiera dal cotone e dall’indaco per la produzione di capi in jeans in modo sostenibile, creativo e innovativo.
Nella sede dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - all’interno della sala diventata famosa sul piccolo schermo come set per la “questura” della biopic su Paolo Villaggio - sarà allestita la mostra “The jeans Backstage. Oltre i tuoi blue-jeans” con aziende, start-up e giovani stilisti selezionati per raccontare al pubblico tutto il lavoro che sta a monte di quei pantaloni che ciascuno di noi indossa. Nella mostra-fiera di Genova ciascun protagonista, dal brand noto alla più piccola realtà imprenditoriale di giovani e piccole aziende, illustrerà e narrerà la storia virtuosa di un’attività che rappresenta uno step della lunga filiera produttiva che porta al jeans di nuova generazione.
Nelle prossime settimane sarà lanciato il programma dettagliato degli eventi che sarà consultabile all’indirizzo https://www.visitgenoa.it/it/genova-jeans-week-2024