Palco o non palco? A 24 ore dalla manifestazione “Liguria, diritto al futuro” organizzata dal centrosinistra e dal ‘campo largo’, c’è ancora da sciogliere il nodo della struttura su cui dovrebbero salire i leader nazionali Elly Schlein (PD), Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni e Gianni Bonelli (AVS) per i loro rispettivi interventi. Ma, forse, con il passare del tempo e l’inasprirsi del confronto con il Comune, la questione sta passando in secondo piano lasciando spazio ai temi e a un appuntamento finalmente messo nero su bianco.
L’appuntamento è fissato per domani, giovedì 18 luglio, alle 17.30 in piazza De Ferrari, sotto la sede della Regione. Il mondo ‘anti-Toti’ ha chiamato a raccolta fedelissimi da tutta la Liguria, da Spezia a Ventimiglia, per riempire la piazza e sancire così il ‘via’ alla corsa elettorale che darà alla regione un nuovo presidente dopo 10 anni di amministrazione Toti e un’inchiesta per corruzione destinata a lasciare il segno. Non a caso è annunciata anche la presenza di Andrea Orlando, in pole position per la candidatura a presidente.
Ma, come detto, se la data e il luogo sono ormai cosa certa con tanto di locandina data in pasto ai social, resta ancora l’incognita del palco. Per alcuni potrebbe essere un dettaglio insignificante (la piazza consente numerose soluzioni per parlare da un punto rialzato), ma la pratica burocratica per l’occupazione del suolo e per tutte le norme di sicurezza si è presto spostata dalle carte bollate al botta e risposta politico tra il Pd locale e la giunta comunale genovese.
Da un lato i dem che hanno accusato palazzo Tursi di “ostruzionismo” nella concessione dei permessi, dall’altro il Comune che si è difeso puntando sui 15 giorni di tempo per il rilascio del nulla osta e sulla mancanza di documentazione.
In merito è intervenuto anche il vice sindaco Pietro Piciocchi che, pur non risparmiando qualche frecciata, ha così spiegato lo stand-by della pratica per il palco: “La Polizia Locale non ha ancora potuto dare l'ok alla collocazione del palco in piazza De Ferrari perché gli organizzatori, come previsto per tutte le manifestazioni, non hanno prodotto l'attestazione di professionista abilitato che certifica che il palco è conforme alle norme sulla sicurezza e che, in poche parole, è in grado di stare in piedi. Cosa, francamente, banalissima”.
“Tra l'altro, sull'uso della piazza, essendo una manifestazione politica, non occorre alcuna autorizzazione della giunta ma un preavviso alla Questura mandato ieri (lunedì 15, ndr) - aggiunge Piciocchi - quindi, anche volendo, non ci può essere nessuno che possa ostacolare alcunché e quello che è stato scritto, come non di rado accade da parte di questi signori, è palesemente falso. Delle due l'una: o hanno un complesso di persecuzione, oppure, come penso, hanno cercato di montare scientificamente un caso patetico per dipingersi come martiri e portare gente in piazza”.
A Piciocchi fanno eco le parole di Fratelli d’Italia: “Ci sono leggi che anche la minoranza dovrebbe conoscere e regolamenti da rispettare, tutto qui. Se per l’occupazione della piazza bastava richiedere il permesso alla Questura, regolarmente ottenuto, (quindi la piazza c’è) per il palco, invece, il Comando della Polizia Locale ha ricevuto una documentazione non adeguata perché mancava ‘la certificazione a norma degli impianti’. Gli uffici comunali sono sempre stati in contatto con la segreteria politica a cui fa riferimento l’organizzazione della manifestazione, fornendo informazioni affinché ogni pratica andasse a buon fine. Capiamo il grave imbarazzo dei dirigenti locali con i propri vertici nazionali che non avranno lesinato le critiche. Dispiace solamente vedere ancora una volta che la sinistra “punti il dito” in malafede, tanto per fare propaganda, contro la Giunta comunale che vorrebbe, a dir loro, impedire la manifestazione, anziché ammettere i propri errori o semplicemente produrre la documentazione necessaria per legge”.
Andando sul piano strettamente politico, tra i leader nazionali il primo a fare un passo avanti è Nicola Fratoianni (AVS) che, a poche ore dalla manifestazione, ha parlato di una Regione Liguria che “deve essere dissequestrata e la parola ridata ai cittadini”.
“Se dopo più di due mesi questa situazione è destinata a continuare crea un danno ai liguri - aggiunge Fratoianni - un danno che si può evitare solo se il presidente si dimette, perché è evidente che questo stallo non è sostenibile per la politica e per le istituzioni. Penso sia giusto che le opposizioni in questo Paese debbano prendere l’iniziativa. Si costruisce una proposta politica per la regione e sulla trama di quella che ci unisce per il Paese: la difesa della sanità pubblica, il lavoro e la sua dignità, la cura e la difesa del territorio ancor di più in una regione fragile come questa, la contrapposizione alle politiche della destra”.