Indagini non attuali che necessitano di approfondimenti, criticità diffuse e sovradimensionamento dei potenziali effetti positivi.
Il riassunto del documento inviato al Comune dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, organo tecnico del Ministero dei Trasporti, ha ‘bacchettato’ il progetto per la nuova viabilità lungo il Bisagno, demolendolo in gran parte.
Secondo i tecnici del Ministero, il progetto non soddisferebbe le richieste e le necessità per garantire un corretto impatto su cittadini e residenti e sarebbe carente per quanto riguarda la parte di indagini geologiche e idrogeologiche, tutte evidenziate come ‘da approfondire’ prima di passare alle successive fasi progettuali.
Non solo questioni tecniche, ma nelle revisioni richieste dal Ministero anche il quadro economico sarebbe da rivedere.
Un giudizio che sembra dare seguito a quanto sostenuto dal Comitato ValBisagno Sostenibile all'indomani della riapertura della Conferenza dei Servizi, quando il nuovo progetto era stato definito ancora più difettoso del primo.
Il documento, sessantanove pagine in cui si incontrano giudizi severissimi sul progetto dello Skymetro, poco o nulla viene tenuto nonostante una sostanziale modifica del progetto arrivata dal Comune dopo che il Consiglio, nel novembre dell’anno scorso, aveva sospeso il giudizio sul primo progetto per carenze e incongruenze.
Le integrazioni e le modifiche proposte dal Comune, e lo dimostra il giudizio arrivato dal Ministero, non sembrano aver soddisfatto le richieste tanto che non è strano pensare che il progetto, se davvero dovesse vedere un’evoluzione, dovrà essere profondamente rivisto e rivalutato prima di proseguire.
Serviranno indagini tecniche nei sondaggi del terreno che, secondo il Ministero, non sono in numero sufficiente, tanto da non poter prendere in considerazione le proposte per le passerelle pedonali tra le stazioni di Sant’Agata e Brignole.
Insufficienti anche i progetti per il viadotto sul Bisagno per cui viene richiesta una soluzione alternativa, e quelli impiantistici definiti ‘non coerenti’.
A dare ulteriormente il ‘colpo di grazia’ è anche l’aspetto paesaggistico.
Quello che vanno lamentando i comitati da diverso tempo, ossia un profondo impatto proprio sul paesaggio urbano più volte denunciato anche tramite volantini satirici, viene confermato anche dai tecnici di Roma tanto che, si può leggere nel documento, sarebbe stata necessaria una variante urbanistica capace di valutare approfonditamente l’impatto e le ricadute dell’infrastruttura, studiando un nuovo assetto urbano tale da garantire armonia e vivibilità.
Al momento, non resta che attendere una risposta di Tursi alle numerose modifiche e approfondimenti richiesti.