Sono bastate poche parole per infiammare (e, di conseguenza, bloccare) i lavori del consiglio regionale ligure, il secondo dopo il “no” del Riesame alla revoca degli arresti domiciliari per Giovanni Toti.
In apertura di seduta il consigliere Paolo Ugolini (M5S) ha preso la parola per dare lettura di una lettera condivisa con tutti i colleghi di opposizione, scatenando l’ovvia reazione da parte di giunta e maggioranza.
“Con la presente siamo a denunciare, per l’ennesima volta, la situazione surreale in cui versa l’amministrazione regionale - si legge nel testo che Ugolini non è riuscito a esporre in aula - una giunta che politicamente dimostra quotidianamente la propria incapacità di gestire le grandi criticità, senza alcuna visione, né autorevolezza. Il fallimento politico della destra è conclamato da tempo e le notizie delle ultime settimane sono lì a confermarlo. Dal crescere incontrollata del disavanzo sanitario, che arriva ad oltre 230 milioni di euro nel 2024, ai ritardi nell’attuazione del PNRR, alle mancate risposte per i trasporti, ambiente, welfare. Drammatici i ritardi nella gestione delle infrastrutture strategiche e dei grandi interventi. Ogni giorno di più si evidenzia una maggioranza sempre più spaccata e contraddittoria, che nei fatti ha terminato il suo mandato politico ma tiene bloccata la Regione in attesa di individuare un nuovo candidato presidente, dopo il fallimento politico di Toti. Un inaccettabile stillicidio, tra incertezze, dubbi, retromarce, mere azioni di sopravvivenza per garantirsi qualche ulteriore mese in più, nel vuoto assoluto di governo. Una situazione che si rivela sempre più insostenibile e per la quale l’unica strada possibile sono le elezioni, al più presto”.
Come ampiamente prevedibile, Ugolini è riuscito a leggere solo poche parole prima di essere interrotto dalle proteste di giunta e maggioranza e dal voto che ha bocciato la proposta di dare lettura del testo in aula. Il dissenso da parte delle opposizioni ha poi preso la forma della protesta quando tutti i consiglieri hanno esposto un cartello con scritto “Elezioni subito!”.
La seduta è stata quindi sospesa in un clima di alta tensione e di continui scambi di accuse anche a microfoni spenti.