Giovanni Toti resta ai domiciliari, affida al proprio legale Stefano Savi una lettera in cui definisce il ritorno al voto come “una liberazione”, ma ancora non fa cenno alle possibili dimissioni. Lui resta a casa, ad Ameglia, fuori è tutto in frenetica evoluzione.
Mentre il mondo del centrodestra attende i nuovi incontri con il presidente agli arresti domiciliari (nei prossimi giorni sarà Matteo Salvini a bussare alla porta della villetta di via Pisanello), il centrosinistra locale e nazionale si dà appuntamento in piazza a Genova per unire le forze, probabilmente anche contarle, e chiedere il ritorno alle urne. La data segnata sul calendario è quella di giovedì 18 luglio (a una settimana esatta dal “no” del Riesame), l’ora è ancora da stabilire così come la location. L’intento, invece, è chiaro: mostrare l’unità del mondo anti-Toti in chiave elettorale.
A Genova sono attesi i big dei partiti di opposizioni, da Elly Schlein (PD) a Giuseppe Conte (M5S) oltre a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (AVS). I primi a dirsi pronti a scendere in piazza sono stati i pentastellati nelle ore immediatamente successive al “no” del Riesame a Toti. Da lì la cosa ha preso piede fino a diventare un appuntamento concreto.
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, dai banchi di Alleanza Verdi e Sinistra vedono “un centrosinistra unito e pronto per un rilancio” e chiamano a raccolta “tutti coloro che hanno a cuore la Liguria”.
Resta da capire come si comporteranno le forze centriste e se i rappresentanti locali di Azione parteciperanno come parte attiva o faranno solamente presenza. Lo stesso dicasi per il mondo dei renziani. Luca Garibaldi, capogruppo del PD in consiglio regionale, ai nostri microfoni ha ribadito come sia potenzialmente possibile unire tutti nel cosiddetto ‘campo largo’ lavorando sui temi e sul futuro della Liguria.
L’evento genovese sarà banco di prova per capire quanto centro e sinistra siano pronti a superare le palesi divergenze su scala nazionale nell’ottica di un bene comune più alto in chiave locale per raggiungere l’obiettivo: ribaltare il governo regionale dopo nove anni di guida totiana.
Certo è che quello di giovedì sarà il primo grande snodo in vista delle elezioni, che siano anticipate o meno. Poi serviranno tavoli e riunioni non solo sui temi cardine come sanità, lavoro e ambiente, ma anche su un nome condiviso per la candidatura alla presidenza. Sul tavolo, come noto, c’è quello di Andrea Orlando, proposto dal PD e da far piacere anche a tutti gli altri. I primi timidi “sì” sono arrivati, ma non è in segreto che anche le altre sigle del ‘campo’ portino in dote le loro proposte e le loro richieste. Sarà un lavoro di fino, partendo dalla piazza di giovedì.