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Attualità | 13 luglio 2024, 09:30

Legambiente organizza la "Presa della Battigia" per chiedere più spiagge libere

L'iniziativa si svolge domani in tutta Italia. In Liguria appuntamento a Paraggi. Il presidente Stefano Bigliazzi: "Siamo la regione con la percentuale più bassa di spiagge libere in rapporto alla superficie disponibile"

Legambiente organizza la "Presa della Battigia" per chiedere più spiagge libere

Concessioni scadute e riappropriazione dei litorali: corre tra gli ombrelloni e le sdraio la protesta pacifica per il 'mare di tutti', anche in Liguria come nel resto d'Italia torna questo fine settimana la 'Presa della Battigia', iniziativa del Coordinamento nazionale Mare Libero, cartello che riunisce associazioni e gruppi tra cui Legambiente per il diritto di accesso agli arenili considerati liberi, nonostante la presenza di stabilimenti balneari privati. 

Al grido di 'gli abusivi non siete voi', ricordando anche la posizione dell'Unione Europea che non considera valide le proroghe concesse alle aziende balneari per occupare porzioni di demanio da rimettere a bando, gli attivisti si preparano ad un'invasione pacifica, a colpi di volantinaggi, per ricordare che le spiagge sono luogo pubblico.

In Liguria succederà nel Levante genovese. "Il 14 luglio - spiega Stefano Bigliazzi di Legambiente Liguria - l'iniziativa sarà a Paraggi, un volantinaggio per spiegare il tema delle spiagge libere. Il principio è che la Liguria è la Regione in Italia con la percentuale più bassa di spiagge libere in rapporto alla superficie disponibile e si chiede ci siano più spiagge libere e che le spiagge private vengano messe a bando e non lasciate in eterna prorogatio, come ci chiede l'Europa da una vita, sempre agli stessi concessionari".

Da Ostia al Twiga per ricordare il diritto di poter fruire liberamente e gratuitamente delle spiagge, gli attivisti si sono mobilitati su tutte le coste italiane, ribadendo le ultime pronunce del Consiglio di Stato che ritengono illegittime le proroghe concesse ai balneari.

"Accade che - prosegue Bigliazzi - ogni anno si prosegua con rinvii a concessioni che magari hanno pagamenti ridicoli rispetto alla redditività, che fanno riferimento a canoni concordati almeno quando c'era ancora la lira, stabilimenti che hanno avuto grossi vantaggi e non vogliono perdere questo privilegio".

"Tar e tribunali e anche l'Europa - sottolinea ancora - ci hanno dato ragione, sul fatto che devono esserci più spiagge libere, che le concessioni vanno messe a bando, che non c'è ragione di rinviare in continuazione favorendo chi è già favorito di per sé. Poi nell'ambito dei bandi si possono mettere delle condizioni che aiutino le piccole aziende, chi ha lavoratori del posto e determinate categorie rispetto alle multinazionali, nel rispetto delle regole si possono fare tante cose". 
"Noi speriamo che le persone partecipino e vengano ad aiutarci a raccontare quanto accade, per dire che devono esserci spazi adeguati per poter tutti godere la spiaggia e non solo ai costi un po' cari che abbiamo in Italia", conclude Bigliazzi.

Valentina Carosini

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