Municipio Centro Est - 12 luglio 2024, 12:44

Inclusione, resistenza, solidarietà e moltissimo altro: nasce in centro storico la Casa delle Donne

Iniziative trasversali per riconnettere il tessuto sociale e offrire un luogo di incontro e aggregazione grazie all’impegno di numerose cooperative

Associazioni che si intrecciano per costruire una rete a sostegno delle donne e di chi si riconosce nel genere femminile, riconnettendo il tessuto sociale, recuperando spazi e dando nuova vitalità, all’insegna dell’inclusione, della resistenza e della solidarietà.

La Casa delle donne di Genova ‘Brigata Alice’ ha ufficialmente aperto i battenti questa mattina con un momento di grande partecipazione che ha visto presenti tutte le associazioni coinvolte nel progetto.

Gli ambienti di vico superiore di Pellicceria, a pochi passi dalla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, tornano così ad animarsi di iniziative trasversali pensate per le donne e per rispondere a una reale esigenza del territorio.

A raccontare il progetto, nato dalla visione e dall’impegno della Cooperativa Sociale Mignanego, è una emozionata Paola Campi, presidentessa della cooperativa che, con due centri antiviolenza e un asilo nido, è una realtà importante del territorio: “Abbiamo acquistato questo luogo per realizzare un progetto che abbiamo in testa da tantissimi anni. Per noi questa è un po’ la chiusura del cerchio: pensando alle donne che incontriamo e non solo, crediamo ci sia bisogno di uno spazio come questo. Abbiamo partecipato a numerosi bandi per poter finanziare la ristrutturazione, una ristrutturazione importante che ancora non è stata ultimata”.

Tanti gli attori che sono intervenuti con sostegni e finanziamenti per il progetto che si interseca con Interreg Italia Francia, dalla Fondazione Carige al Rina, passando per la Fondazione Compagnia di San Paolo.

Tutto è pensato nell’ottica della rete degli intrecci e dei nodi che vogliamo costruire per le donne ma anche per questo pezzo di territorio che oggettivamente merita di più di quello che è - prosegue Campi - pensiamo di poterlo fare, di recuperare angoli e dare nuova vita e nuova affluenza”.

Tante le associazioni coinvolte come Trillargento, Nuovi Profili, La Stanza ed Edusex. Ciascuno metterà a disposizione le proprie competenze per offrire opportunità alle donne e a chi si riconosce nel genere femminile, ma anche ai bambini e alle bambine. 

Il fermento di questi ultimi giorni, la presenza di volontarie e volontari negli spazi della Casa delle donne, ha portato numerosi curiosi ad affacciarsi per sapere cosa stava accadendo. Un movimento entusiasta che ha riversato grande solidarietà ed entusiasmo sul progetto, come ricorda ancora Campi: “Un collettivo di giovani artiste e artisti che hanno iniziato a realizzare delle opere e oggi pomeriggio realizzeranno un murales, useranno questo spazio nei momenti di chiusura della casa per le loro attività, per tenerlo aperto e poi nei fine settimana. Le premesse crediamo ci siano tutte, le nostre compagne di viaggio sono meravigliose e c’è una grande risposta.

Voglio dirlo: ieri siamo state qua a pulire, a sistemare, mille persone sono passate a chiedere cosa stessimo facendo promettendoci di venire a trovarci. Una signora anziana è passata, i ragazzi che dipingevano le hanno raccontato la storia; è andata a casa ha subito chiamato la figlia che poi è tornata per raccontarci questa cosa. 

Sono emozionata, è bellissimo”.

La Casa delle donne, che prende il nome di battaglia dalla partigiana Felicita Agostina Noli sarà un luogo per tutte e tutti: “Questo - continua la presidentessa della Cooperativa Sociale Mignanego - non è un luogo che si rivolge alle donne vittime di violenza. Certo, se capiteranno o emergeranno situazioni interverremo e le manderemo ai servizi, ai nostri centri, però questo vuole essere un luogo di prevenzione, un luogo dove donne che si sentono sole, ma anche per chi non ha una buona rete sociale, donne che non hanno un posto dove incontrarsi potranno venire, leggere un libro, fare un laboratorio di musica, un laboratorio di educazione sessuale, ancora, il tema dei migranti con nuovi profili sarà molto curato, quindi è un luogo di prevenzione sulle difficoltà ma non è per le donne vittime di violenza, è per tutte le donne e anche per chi si riconosce nel genere femminile, quindi siamo veramente trasversali”. 

Lo spirito degli spazi, già identificato appunto dal nome, viene nuovamente ribadito da Campi: “C’è una parola che ci unifica tutte, questo sarà un posto antifascista, aperto, libero, inclusivo, senza violazione dei diritti e dove vorremmo ripartire un po’ da quelle che sono state le lotte delle donne, delle femministe, per riprenderci lo spazio che noi donne ci meritiamo e dobbiamo sempre più rivendicare”.

L’impegno nella realizzazione di questo spazio nasce da un’analisi qualitativa e quantitativa sulla percezione e sul punto di vista delle donne e di chi si identifica nel genere rispetto a tre dimensioni fondamentali della vita che sono lavoro, casa e spazi. A fare il pinto è Stefano Gaggero della cooperativa DueTreDue che, assieme al centro studi di Genova Che Osa e al partenariato del progetto della Casa delle Donne, ha volto la ricerca sociale: “Abbiamo svolto circa cinquecento interviste tramite sondaggio e sette focus group per raccogliere dati. Quello che emerge, che è secondo me il dato più interessante, è il rapporto ambivalente che le donne hanno con la dimensione degli spazi pubblici perché nella città di Genova, le persone che si identificano nel genere femminile esprimono una necessità di spazi pubblici aperti al pubblico che è più forte di quella di chi si identifica nel genere maschile ma, allo stesso tempo, le donne hanno un’intensità di frequentazione delle amicizie e conoscenze che è ridotta. Circa una donna su dieci incontra le sue amicizie solo alcune volte all’anno, o anche mai.

Questo sembra essere dovuto al fatto, banale dirlo ma opportuno ricordarlo, che sono molto vincolate nel tempo disponibile a dover svolgere una serie di incombenze: lavoro di cura in famiglia e lavoro professionale. Questo crea una dimensione dove le donne hanno bisogno e ricerca di spazi pubblici ma, dall’altro lato, sono impedite nel peso della vita quotidiana dal poter frequentare questi spazi.

In una città come Genova, dove la densità di spazi pubblici e aperti al pubblico è particolarmente ridotta, l’inaugurazione di uno spazio di questo tipo è particolarmente significativa. Il tentativo è anche quello di costruire spazi che vanno incontro alle necessità come quella di incontrare nuove persone e frequentazioni, di accedere ad attività creative e culturali, la necessità di creare comunità di solidarietà rispetto ai compiti di cura, cioè di non sentirsi sole nel doversi occupare della casa, dei familiari che diventano anziani, dei bambini e così via discorrendo”.

Tra i sostenitori del progetto c’è anche Fondazione Compagnia di San Paolo: “Credo che sia fondamentale l’apporto di una fondazione bancaria che tanto ha ricevuto dal territorio e tanto debba restituire - racconta Nicoletta Viziano del comitato di gestione della Fondazione - Nello specifico questo è un progetto che fa parte della missione Territori Inclusivi, quindi di quelle iniziative che permettono alle donne, ai bambini di potersi integrare nella comunità. Qui l’intervento è in una zona con un forte background migratorio quindi l’intervento di Compagnia è quello di integrare le persone che non hanno occasione di potersi incontrare, con questo spazio che viene restituito. 

Compagnia ha contribuito ad acquistare gli arredi, ci fa piacere pensare che quando bambini e mamme saranno qui seduti utilizzando scaffali e scrivanie, compagnia abbia contribuito per passare momenti di felicità, serenità e integrazione per il percorso di reinserimento della società civile”.

Attiva sul territorio da tempo e impegnata per portare la musica a tutti, anche Trillargento partecipa alla Casa delle donne, come spiega la presidentessa Lara Camia: “Abbiamo collaborato con le altre associazioni per riempire questo luogo di attività. Si parlerà di diritti, di partecipazione, di incontro e tutto questo è assolutamente nelle corde della nostra associazione, il cui scopo è portare la musica a tutti, la musica come fonte di benessere e di trasformazione sociale. Qui ci occuperemo soprattutto di corsi per bambini, in modo che le donne che parteciperanno, le mamme, possano avere anche uno spazio di tranquillità mentre i figli sono impegnati in qualcosa di bello, di gratificante, ma ci sarà spazio anche per le donne se emergerà il desiderio di fare musica con collettivi, cori, orchestre. La nostra musica è sempre un progetto d’insieme per qui vorremmo davvero che diventasse un altro pezzo di Trillargento in città”.

Tra i temi affrontati anche quello dei nuovi profili per chi è cresciuto o nato e cresciuto in Italia ma che non si riconosce nella definizione di seconda generazione. Noura Ghazoui, presidentessa dell’associazione, individua proprio nell’aspetto del cambio generazionale uno dei focus principali dell’impegno all’interno della Casa della Salute: “Come associazione noi lavoriamo sul territorio con le scuole, quindi un ambito educativo, organizziamo delle attività ludiche, laboratori interculturali per bambini e adolescenti, lavoriamo tanto con le donne, sull’empowerment femminile con occhio di riguardo per le donne con background migratorio. La nostra associazione è composta da diverse persone con competenze linguistiche differenti, dall’arabo al cinese, rumeno, albanese, c’è un panorama linguistico ampio, e quando ci è stato chiesto di entrare a far parte del progetto promosso dalla Cooperativa di Mignanego abbiamo accettato molto volentieri. Siamo presenti dal 2008 e abbiamo anche una sede adiacente alla Casa delle donne, il laboratorio mediterraneo, dove organizziamo diverse attività; qui porteremo la nostra esperienza. Per concludere, ricordo con piacere una citazione nella quale crediamo molto di Dacia Maraini ‘le donne che si rialzano sono un faro per tutte le altre’. Auspichiamo che la casa delle donne, la nostra casa, che è composta da diverse donne, abbia diversi fari e che diventi un grande faro per tutte le donne, nessuna esclusa”.

Carla Giolito, presidentessa dell’associazione La Stanza, attiva nel centro storico e a Corngiliano dal 2004 con azioni educative per bambini e famiglie aggiunge: “L’aspetto della ricerca e dell’autobiografia sono stati alla base della motivazione per essere presenti in questa bella e nuova realtà ella casa delle donne. Ascoltando le storie di tante donne italiane e di nuova generazione, emigrate, e di tanti bambini, sono uscite delle storie e sopratutto si sono create relazioni amicali che prima non c’erano. La nostra presenza qui in questa realtà bella, su questo territorio complesso credo che abbia dato la motivazione profonda per farne parte come partner”. Maria Donato spiega quale sarà l’apporto della cooperativa:  Il senso de La stanza all’interno della Casa delle donne è proprio la raccolta dei bisogni e dei sogni delle donne, dei bambini, delle bambine e di chi riconosce nel genere femminile”.

Spazio anche all’educazione affettiva e sessuale con l’impegno di Edusex App, come spiega Chiara Nardini, presidente dell’associazione attiva sul territorio genovese e nazionale: “La nostra presenza qua è una presenza molto desiderata, partecipata, perché ci occupiamo tantissimo di tematica al femminile, alla violenza di genere, tematiche legate alle relazioni tossiche e quindi alla dipendenza affettiva, struttureremo qui uno sportello psico sessuologo gratuito per dare un contributo a tutte le donne e a chi si riconosce in questo genere per avere delle relazioni migliori”.