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Attualità | 11 luglio 2024, 19:00

Un convegno a Palazzo Tursi per riflettere su parchi, ville e giardini pubblici: “Meno grandi opere e più attenzione al verde”

Uniti per la Costituzione ha organizzato l’evento per la tutela del territorio. Convocato per il 18 luglio il Tavolo del Verde con associazioni ambientaliste e gruppi consiliari

I giardini John Lennon di Multedo

I giardini John Lennon di Multedo

Si intitola ‘Piano del verde: un’occasione da non perdere’ il convegno organizzato per questo pomeriggio da Uniti per la Costituzione a palazzo Tursi: un momento di riflessione sull’attuale situazioni di parchi, ville e giardini pubblici e sulle problematiche che li riguardano.  

A spiegare le motivazioni dell’incontro è il Capogruppo della lista Mattia Crucioli:Uno slogan per questo incontro potrebbe essere: ‘meno grandi opere e più attenzione al verde’. Riteniamo infatti che il piano del verde debba essere integrato al piano urbanistico comunale per tutelare il territorio. In città ci sono tanti cantieri in piedi, che avrebbero necessità di vedere le piante di pregio espiantate, custodite in buono stato e piantate nuovamente nel più breve tempo possibile. Questo, però, non sempre avviene e da tempo le associazioni ambientaliste richiedono un tavolo per discutere di questa tematica”.  

Proprio in queste ore è arrivata la convocazione del Tavolo del Verde per giovedì 18 luglio alle ore 9,30 al Matitone: “L’assessore Mario Mascia, forse pungolato dal convegno organizzato, ha convocato il tavolo invitando associazioni ambientaliste e gruppi consigliari: questa  è una notizia positiva perché sblocca uno stallo, spero che possa riavviare un dialogo. Inoltre, l’assessore ha dato la disponibilità a integrare eventuali soggetti che vorranno essere presenti. La speranza è che si muova qualcosa e che venga fatta più attenzione e  vengano spesi più soldi, partendo in maniera diversa in base alle priorità”. 

Secondo Crucioli, ci sono delle zone della città che avrebbero bisogno di maggiore attenzione: “Senz’altro esistono delle oasi felici, anche se tutto può essere migliorato. Penso al Levante, a Nervi e ai suoi parchi, un quartiere che sta meglio di altri, anche se hanno subito un declino importante e bisognerebbe averne più attenzione, così come le ville storiche genovesi. Ci sono aree veramente drammatiche, come tutto il ponente. Proprio un paio di giorni fa sono stato a visitare i giardini John Lennon di Multedo, una situazione veramente emblematica della mancanza di attenzione di questa amministrazione: quel che poteva essere un polmone per un quartiere complesso, vicino a impianti a rischio, porto e depositi chimici, è invece in condizioni disastrose, con giardini abbandonati e chiusi per più di metà. Il ponente ha un deficit fortissimo, ma anche il centro: nonostante questa amministrazione abbia dimostrato di tenerlo in grande considerazione perché è un po’ la vetrina della città, non presta attenzione in questo senso: basta vedere i cantieri all’Acquasola o a Corvetto, dove la situazione del verde non è molto diversa a quella del ponente, c’è un po’ la sensazione di dire ‘adesso spacchiamo, poi ripianteremo chissà quando’”. 

Ci sono poi i grandi interventi previsti e i lavori in corso, che non lasciano bene sperare il consigliere comunale, almeno su carta: “Il parco della Lanterna è un progetto molto bello su carta, perché prevede tantissime piante in un posto dove è giusto stiano, e valorizza anche la Lanterna stessa. In un primo momento il parco era stato previsto e preteso come indennizzo rispetto al tombamento di Calata Concenter, e quindi all’allontanamento dell’ultimo specchio d’acqua vicino al simbolo di Genova. La Soprintendenza aveva dato l’ok a patto che si facesse il parco prima del tombamento. Adesso questa cosa è scomparsa, si fa intanto il tunnel e il tombamento e poi forse, chissà quando, il parco della Lanterna. Il timore è che queste cose restino sulla carta e che non compensino quello che invece è il danno ambientale per il quartiere, seppure per realizzare un’opera importante come il tunnel”. E poi, ancora, il Waterfront: “Le palme del Waterfront viste sui render sono eccezionali, così come il parco di Renzo Piano: fino a ora ci sono due pianticelle in croce, e non è chiaro come si svilupperà all’interno. Il progetto su piazzale Kennedy è chiaro, ma all’interno, nell’area dell’ex fiera, non c’è chiarezza in questo senso. La firma di Piano dovrebbe essere una garanzia, ma il mio timore è che anche tutti questi roboanti presentazioni poi in realtà lascino sul campo poca cosa, con una grandissima spesa pubblica”.  

L’obiettivo del convegno di oggi è quindi quello di chiarire, insieme a Italia Nostra e architetti paesaggisti, quale potrebbe essere il ruolo del piano del verde all’interno della nostra città e gli interventi che potrebbero riportare Genova a essere la città dei giardini, degli orti botanici, con una grandissima biodiversità e presenza di verde diffusa che purtroppo non è. La carenza di piante si sente anche negli spazi pubblici, i giardinetti comunali sono pochi e devastati, e dovrebbero essere fruibili quotidianamente dalla cittadinanza. Penso alla Radura della Memoria, dove non ci sono alberi e avrebbero potuto essere piantati visto che c’erano i soldi e c’era una tabula rasa. La sensazione è che non ci sia stata attenzione da parte dell’amministrazione, almeno finora” conclude Mattia Crucioli.  

Ci chiediamo perché a Genova non si parla di verde da tanti anni, e dare sempre la colpa all’ultimo arrivato non va bene - sottolinea Gerardo Altosole, vicepresidente dell’associazione che fa capo alla lista civica -. Il verde viene sacrificato, nonostante i dati dimostrino che sia necessario aumentarlo. In particolare a Genova ci sono dati più bassi rispetto ai valori nazionali, però si continua a polemizzare con chi ha oggi incarichi e non decidere a livello amministrativo qual è l’interesse della città. Genova è divisa in due, e per vederlo basta andare davanti al pronto soccorso del Galliera: a destra, verso levante, è tutto verde, mentre verso ponente a a sinistra è tutto cemento. In Valpolcevera e Val Bisagno sembra che ci siano aree verde perché sono collegati alle colline, ma chi sta in città sa che la questione inquinamento è importante. Per non parlare del ponente con imprese, porto e industrie”. 

La richiesta è di capire se riesce tutti insieme a trovare un piano: la prossima settimana è stato convocato il tavolo del verde, fino a oggi gli incontri sono finiti in polemica, speriamo che si riesca ad andare oltre” conclude.

 

 

Chiara Orsetti

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