Videogallery - 11 luglio 2024, 08:00

Testimonial del dialetto - Franco Po e la Sagra del Bagnun: tre giorni di cibo, musica e tradizione (Video)

La storia dell’incendio doloso che ha distrutto la sede dell’associazione e la determinazione di continuare nonostante le difficoltà: “Crediamo che la festa debba andare avanti. Però è dura quando molti criticano e basta”

Dopo l'intervista a Gilberto Volpara (si può leggere qui), al professore Franco Bampi (si può leggere qui), ad Anto Enrico Canale (si può leggere qui), a ‘Cito’ Opisso (si può leggere qui), a Francesco Pittaluga, (si può leggere qui), ai Buio Pesto: Massimo Morini e Nino Cancilla (si può leggere qui), al rapper genovese Mike fC (si può leggere qui), a Rita Bruzzone (si può leggere qui), ad Andrea Di Marco (si può leggere qui), a Giampiero Cella (si può legge qui), a Paolo Regati (si può leggere qui) e a Marco Carbone, in arte “U Carbun” (si può leggere qui), allo storico e archeologo Ennio Cirnigliaro (si può leggere qui), al direttore di bande musicali Cesare Garibaldi (si può leggere qui), al giovane rapper Giovanni Cambiaso, in arte Garsonetto (si può leggere qui), Carlo Sparviero, titolare dell’Ottica Sparviero (si può leggere qui), al cantautore Beppe Gambetta (si può leggere qui), all’autore e rielaboratore di classici Bruno Gattorno (si può leggere qui), a Vladi Zullo, leader de I Trilli (si può leggere qui), alla compagnia di teatro dialetto “Quelli de na votta” (si può leggere qui), al cantautore Davide Cabona (si può leggere qui), a “I Demueluin” (si può leggere qui), a Vinicio Raso, forza motrice del centenario della stazione di Sestri Levante (si può leggere qui), oggi abbiamo incontrato Franco Po, da anni impegnato nella promozione della sagra del Bagnun.

In una calda giornata di luglio, abbiamo incontrato Franco Po, per discutere della sagra del Bagnun di Riva Trigoso, un evento che celebra un piatto simbolo della tradizione marinara ligure. 

Franco ci racconta con passione la storia della sagra e l'importanza del Bagnun, una zuppa a base di acciughe, pomodoro e gallette del marinaio, che rappresenta non solo un piatto ma anche un pezzo di storia e identità locale.

"La festa è nata 64 anni fa - racconta Franco - come una dimostrazione della tradizione marinara e del primo turismo che toccava Riva. Il momento clou sarà la sera del 20 luglio, quando distribuiremo gratuitamente quasi cinquemila piatti di Bagnun”.

LA FESTA
La Sagra del Bagnun, che si terrà dal 19 al 21 luglio nei Giardini di Borgo Ponente a Riva Trigoso, offre un ricco programma di eventi. Venerdì 19 luglio alle 21:30 ci sarà un concerto della Filarmonica "Città di Sestri Levante". Sabato 20 luglio, dalle 19:30, verranno distribuiti gratuitamente i piatti di Bagnun, seguiti da uno spettacolo musicale e fuochi d'artificio alle 23:30. Domenica 21 luglio, la serata si concluderà con un altro spettacolo musicale.

LA RICETTA
Il Bagnun di acciughe è un piatto semplice ma gustoso, che riflette i sapori autentici del territorio ligure. Le acciughe fresche, unite a pomodori maturi, cipolla, aglio e prezzemolo, creano una zuppa ricca e saporita, servita con crostini di pane o le tradizionali gallette del marinaio. Questo piatto, nato nel XIX secolo a bordo dei leudi, i tipici velieri liguri, rappresenta la semplicità e la bontà della dieta mediterranea.

LA POLEMICA
Franco non manca di sottolineare le difficoltà organizzative e le critiche ricevute, ma ribadisce l'importanza di mantenere viva la tradizione. 

“Qualcuno suggerisce di far pagare i piatti: se un paese, che affitta le abitazione a due o tremila euro al mese nel periodo estivo, non è in grado di regalare un piatto di acciughe, significa che siamo un paese di ‘totani’ - dice - Noi crediamo invece che la tradizione debba andare avanti. Però è dura quando molti criticano e basta: ad esempio a Lavagna il 20 fanno la sagra del pesce azzurro. 

A Lavagna non sanno nemmeno cosa sia il pesce azzurro: là c’è un porto dove non è mai arrivata una sola acciuga perché hanno preferito inserire nel porto milleduecento yacht. Il porto di Sestri Levante è uno dei più grandi del nord Italia. Mi chiedo come si faccia a fare una festa ad appena dieci chilometri di distanza per lo stesso argomento. Mi sembra una scemata. Ma andiamo avanti, noi faremo allora il ‘tortino di acciughe’ quando ci sarà la torta dei Fieschi a Lavagna. Ci facciamo queste ripicche. Oppure quando qualcuno vicino a noi il 19 organizza una festa con orchestra quando qui iniziamo la manifestazione. Non ci sono rapporti”.

L’INCENDIO DELLA SEDE
Purtroppo, la Sagra del Bagnun ha dovuto affrontare anche momenti difficili. Un anno e mezzo fa, la sede dell'associazione è stata distrutta in un incendio doloso provocato da tre minorenni. I danni sono stati ingenti, superando i 200.000 euro.

“Ci troviamo nel luogo dove un anno e mezzo fa tre delinquenti, che sono stati arrestati, hanno dato fuoco alla sede. Ora la sede del Bagnun non c’è più. Mi ricordo bene quella mattina: avevo le lacrime agli occhi e come me molti altri. Abbiamo ricevuto la garanzia che la sede sarebbe stata rifatta subito, anzi più bella di prima. Avevo dei dubbi già allora perché in queste cose c’è sempre chi nel paese è contrario all’aggregazione, contrario alla promozione turistica”.

Proprio qui dietro una volta c’era la struttura?
“Era la struttura realizzata dall’allora sindaco Chella, un’iniziativa bellissima”.

A quali anni risaliva la struttura? 
“Era del 2000. Qui abbiamo organizzato molte feste, era un presidio utile anche per il Comune: quando è venuta qui ‘Linea Blu’, ‘Linea Verde’, qualsiasi tipo di trasmissione televisiva. Serviva per ospitare i bambini del Saharawi. Qui i bambini di Chernobyl, in tempi non sospetti, sono venuti per ben quindici anni, ospiti nostri. Abbiamo organizzato di tutto: la befana, il cimento invernale. Insomma abbiamo sempre cercato di darci da fare. Ora, senza sede, abbiamo una pentola a Masso, nel Comune di Castiglione Chiavarese, altre pentole a Casarza Ligure. Dobbiamo ringraziare chi si è reso disponibile a tenere in casa propria del materiale. La sede era anche un punto di aggregazione, con persone anziane, persone che hanno navigato”.

Quanti soci conta l’associazione?
“Siamo arrivati a centocinquanta poi quelli che effettivamente lavoravano per la sagra erano circa quaranta. Ma per la sagra c’è sempre gente che viene a dare una mano. Il problema è che la sagra costa trentacinque mila euro e noi vogliamo che la consegna dei piatta resti gratuita. Nel momento in cui dovessimo far pagare anche solo un euro allora bisognerebbe pagare anche chi ci lavora.

La nostra festa dura tre giorni così è felice quel gruppetto del paese che ce l’ha con il Bagnun e non veniamo più qui a fare le mangiate come dice chi ci critica. È ovvio che se si lavora ci può stare anche il premio di mangiare due acciughe insieme.

Facciamo gemellaggi: siamo stati in tutta Europa con il simbolo di Riva e di Sestri, siamo stati a Düsseldorf a inaugurare il salone nautico. Siamo andati in Corsica, in Svizzera, diverse volte in Germania portando sempre questo piatto.

Serviranno quaranta o cinquanta casse di acciughe che saranno pescate a Sestri. Il Comune di Sestri non rifà la sede per consente con un contributo economico, come è sempre avvenuto, di poter organizzare i fuochi d’artificio e la musica che hanno un costo.

Vorrei fare due appelli: la mattina di sabato 20 luglio, intorno alle 6, aspettiamo quelli che vogliono dare una mano (anche turisti) a togliere la testa alle acciughe. Offriamo la focaccia col prosciutto e il bonus: serve per saltare la coda alla sera. Poi vorrei lanciare un appello a chi continua a essere contro a tutto: anche se avete lavorato per quarant’anni nel cantiere navale potreste venire a dare una mano. Prima di morire proviamo di dare una mano, ma col cavolo che daranno una mano. Solo critiche”.