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Cronaca | 05 luglio 2024, 08:43

Spot politici mascherati da spot commerciali: così secondo i magistrati Esselunga finanziava Bucci e Toti

Nuovi elementi dall’inchiesta su tangenti e corruzione in Liguria. In cambio il colosso milanese avrebbe ottenuto un riguardo particolare sulle nuove aperture di supermercati. Il ruolo di Primocanale sotto la lente degli inquirenti

Spot politici mascherati da spot commerciali: così secondo i magistrati Esselunga finanziava Bucci e Toti

Continuano le indagini sul caso corruzione che ha investito Regione Liguria portando all’arresto del presidente Giovanni Toti e, con lui, dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli, dell’ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini e dell’ex capo di gabinetto del governatore Matteo Cozzani.

I magistrati ora hanno messo sotto la lente i bilanci di Esselunga e Primocanale e, secondo quanto sembra emergere, il colosso della grande distribuzione avrebbe giustificato centocinquantamila euro versati a Primocanale come pagamento per gli spot pubblicitari ma, in realtà, si tratterebbe di denaro a sostegno della campagna elettorale della lista ‘Toti con Bucci’ e quindi spot elettorali.

Per i Pm che stanno indagando, una parte della cifra non sarebbe stata dichiarata pubblicamente diventando una regalia al presidente tramite l’emittente televisiva. Inoltre, secondo i magistrati, Moncada, manager di Esselunga, non avrebbe inserito nei consuntivi del gruppo il pagamento a Primocanale e alla lista elettorale per bypassare le regole che Esselunga stessa ha stabilito e che non vuole versamenti diretti ai partiti politici da parte dei dirigenti.

A ‘orchestrare’ l’incontro tra Francesco Moncada, ex membro del CdA di Esselunga, Maurizio Rossi, editore di Primocanale e indagato per finanziamento illecito ai partiti, e del presidente Giovanni Toti sarebbe stato l’ex capo di gabinetto Cozzani, ora fresco di revoca dei domiciliari.

L’obiettivo era quello di sostenere la campagna del sindaco uscente, poi riconfermato alle urne. La raccomandazione di Moncada, interdetto dalle sue mansioni all’indomani dello scoppio del caso, era quella di non avere problemi e Rossi, stando alle intercettazioni della Guardia di Finanza proprio nello studio del Presidente della Regione, tranquillizza spiegando come fare: anziché il passaggio televisivo, lo spot elettorale da cinquemila euro sarebbe passato sul maxi schermo che sormonta grattacielo Piacentini.

Un escamotage per aggirare le regole: “Nella televisione è registrato - spiega Rossi durante l’incontro - io devo tenere sei mesi che non possono prenderli e possono controllarli quanti passaggi ci sono”; poi, riferendosi allo schermo esterno aggiunge: “posso dire che gli do dieci passaggi e poi per dire gliene do cinquanta”, incolpando, in caso di controllo, uno dei tecnici dell’emittente locale.

In cambio per il gruppo Caprotti ci sarebbe stato l’ok all’apertura di due nuovi supermercati tra cui il discusso pinto vendita di Sestri Ponente con le richieste di Cozzani ai tecnici e dirigenti degli uffici della tutela del territorio e dell’Ambiente di conoscere l’andamento della pratica, ferma per via di pareri non favorevoli.

LA NOTA DI ESSELUNGA

In una nota diffusa in mattinata, Esselunga chiarisce la propria posizione: “In merito a quanto emerso oggi sugli organi di stampa, Esselunga precisa che l'acquisizione di tutti gli spazi pubblicitari a livello nazionale e locale, compresi quelli negoziati con Primo Canale, è gestita dalla società specializzata Media Italia SpA, che ha un mandato annuale con Esselunga e non è parte del Gruppo. Le fatture vengono quindi emesse da Media Italia a Esselunga e iscritte regolarmente a bilancio.

L'Azienda precisa che il Codice etico e di comportamento e la compliance di Gruppo non consentono in alcun modo di finanziare partiti politici o campagne elettorali”.

 

Redazione


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