Il nuovo progetto non elimina molti dei difetti ‘di quello precedente e ne aggiunge di nuovi’.
Lo sostengono con convinzione i membri del gruppo Opposizione Skymetro Valbisagno sostenibile che continuano a seguire il ricorso e il progetto dell’infrastruttura lavorando sul territorio per raccogliere le opinioni dei residenti e informare sui cantieri e sull’impatto dell’opera.
All’indomani della decisione del Comune di Genova di riaprire la Conferenza dei Servizi per il progetto, i portavoce del gruppo ribadiscono che le modifiche apportate rendono ‘inutile lo skymetro come trasporto efficiente’.
“Lo Skymetro - si legge in un comunicato diffuso - è già passato attraverso una prima Conferenza dei Servizi (da qui in poi CdS) con Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) inclusa, dove gli enti invitati dicono se costruire lo skymetro arrecherà qualche danno al territorio, che si è chiusa in data 8 Marzo 2024.
Cos’è una Conferenza dei Servizi? È una sorta di tavolo a cui partecipano diversi enti per valutare insieme un progetto, con l’obiettivo di dare un permesso. E’ uno strumento istituzionale previsto dalla Legge n° 241/1990.
Nel caso dello Skymetro, la Conferenza dei Servizi deve dare l’autorizzazione a costruire l’opera, dopo che tutti gli enti invitati hanno dato parere positivo e il progetto ha passato anche la VIA.
Durante la prima CdS hanno espresso il proprio parere diversi uffici della Regione e del Comune che si occupano di tutela dell’ambiente, del territorio e del paesaggio, ma anche ARPAL, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio e altri enti gestori di pubblici servizi. Pareri che mettevano in evidenza molti aspetti critici tra cui: l’interferenza dell’opera con il torrente Bisagno e i suoi affluenti, la gestione dei cantieri, un’analisi costi-benefici del progetto carente e addirittura che nel progetto mancavano rendering, tavole e previsioni economiche. Nell’osservazione della Soprintendenza si critica la scelta di costruire un’opera che ipotecherà la possibilità nei decenni a venire di migliorare la vivibilità dei quartieri interessati. A queste osservazioni il Comune ha spesso risposto con un atteggiamento che si può riassumere con ‘vedremo questi aspetti più avanti, durante la costruzione’”.
L’approvazione, come ricordano proprio dal comitato, era arrivata ma con una lista di prescrizioni da rispettare e con la mancanza di uno dei pareri obbligatori massimi, cioè quello del Consiglio Superiore dei lavori pubblici.
Il gruppo di opposizione prosegue: “Abbiamo sempre detto che il progetto era incompleto, e che la procedura era sbagliata. I difetti lasciati nel progetto sono talmente importanti che hanno dovuto riaprire la CdS, anche per rispondere alle critiche del CSLP, che non ha emesso il parere ufficiale a fronte delle gravi carenze riscontrate.
Il Comitato ha fatto ricorso (grazie all’azione di Legambiente) contro l’approvazione ricevuta alla conclusione della prima CdS. Abbiamo nel ricorso evidenziato quindici vizi, difetti fondamentali del progetto e della procedura di approvazione, per cui abbiamo chiesto di annullare gli atti di approvazione della CdS e della VIA”.
“Il progetto che viene presentato in questa riapertura della CdS - continuano - presenta quattro modifiche rispetto al precedente che peggiorano ulteriormente l’opera, senza modificare i difetti fondamentali che abbiamo sempre denunciato: viene costruito per sette chilometri ad un metro dagli argini del Bisagno, compromettendo la sicurezza idraulica del torrente; essendo sopraelevato, ha un impatto sociale e ambientale devastante su tutta la Val Bisagno; ha poche fermate molto distanti tra loro che si raggiungono con lunghi percorsi a piedi; nella seconda metà del percorso corre sulla sponda distante dalle case rendendo ancora più difficile raggiungere le stazioni; ha stazioni sopraelevate cioè con difficoltà di accesso notevoli. Il tutto, a fronte di vantaggi trasportistici minimali e mai chiaramente provati con dati e analisi, se non per la mera velocità di percorrenza, continuando a mancare la pubblicizzazione dello Studio Trasportistico.
Ma su questi difetti di base le nuove modifiche ne aggiungono di nuovi, che di fatto rendono lo Skymetro ancora più inutile. Prima modifica, la più importante: la linea della Val Bisagno non sarà collegata alla rete cittadina della metropolitana. Sarà una linea a sé stante, che andrà da Borgo Incrociati a Molassana, e che avrà solo un collegamento a saliscendi con Brignole. Significa che per andare in Centro bisognerà scendere dallo skymetro, percorrere una lunga passerella fino alla stazione della metropolitana di Brignole, aspettare la corsa e prendere un altro convoglio. La stessa cosa in senso inverso. Altro che undici minuti da Molassana e viceversa (senza contare il tempo di raggiungimento delle stazioni) , con questa interruzione ne serviranno almeno dieci in più.
L’assunto base della metropolitana in Val Bisagno come continuazione della rete cittadina è caduto, e questa nuova linea è solamente inefficiente e incredibilmente costosa, a fronte di tutti i difetti che possiede e che abbiamo ripetuto per mesi.
Poi ci sono le altre modifiche minori, ma altrettanto peggiorative: la nuova linea passerà vicinissima all’Istituto Firpo per fare la curva sull’altra sponda dopo lo Stadio e cambia percorso per allontanarsi dall’autostrada e per evitare lo scolmatore. Questo significa che saranno espropriate nuove attività commerciali (aumentando anche i costi per gli espropri); in più punti la strada sotto lo Skymetro viene ridotta con corsie al limite della normativa; il nuovo tragitto interferirà sempre di più con i sottoservizi presenti sotto le strade e senza che siano stati risolti i problemi già presenti con altri servizi come il viadotto dell’Alta Tensione di Terna il cui spostamento al momento non ha copertura finanziaria (costo probabile aggiuntivo intorno ai venti milioni); il parcheggio di interscambio viene ridotto a poche decine di posti, diventando sempre più inutile.
In sintesi: tentando di trovare una soluzione a una parte degli aspetti critici dello Skymetro che anche noi avevamo segnalato (oltre a diversi enti nelle loro osservazioni durante la prima CdS), il Comune obbliga i progettisti a disegnare un’opera sempre più inutile, costosa e impattante, con una procedura autorizzata sempre più carente e lunga nei tempi.
Noi, logicamente, continueremo ad analizzare, studiare e informare, continueremo a vegliare sulla Val Bisagno tutta e faremo ricorso anche contro gli esiti (se mai ci saranno) di questa seconda Conferenza dei Servizi. Insieme a tutte le centinaia di persone con cui abbiamo condiviso il percorso fino ad oggi”.