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Municipio Centro Est | 04 luglio 2024, 08:55

Piazza Portello, il gabbiotto della discordia è stato ricoperto di specchi

Il cubo di cemento che consente l’accesso al silos interrato, definito da Vittorio Sgarbi ‘opera immonda’, è stato rivestito di pannelli dalla superficie riflettente

Piazza Portello, il gabbiotto della discordia è stato ricoperto di specchi

Il gabbiotto di piazza Portello, il cubo di cemento che consente l’accesso al silos interrato di recente costruzione, è stato ricoperto di specchi. La realizzazione dell’opera aveva sollevato non poche polemiche e discussioni, su tutte quella di Vittorio Sgarbi che l’aveva definita “immonda e inaudita”; per mitigarne l’impatto visivo è stata realizzata una decorazione sui tre lati con dei pannelli riflettenti, che si integrano con il panorama circostante. A suscitare il disappunto di tanti genovesi è stata soprattutto la vicinanza del gabbiotto agli splendidi palazzi dei Rolli e alla piazza in cui sorge, ora finalmente libera dai cantieri dopo mesi di lavori che hanno rivoluzionato la viabilità. 

La proposta di realizzare questo di soluzione era emersa grazie al concorso di idee lanciato dalla Progetti e Costruzioni S.p.A., società che fa capo a Davide Viziano: fra i settantasette progetti proposti per ‘ridisegnare’ la struttura e armonizzarla con l’architettura circostante, ha avuto la meglio l’idea di un gruppo di architetti di Roma. 

Il collettivo, formato da Fiamma Ficcadenti, Maria Cecilia Daniele, Edoardo Ferrari e Simone Di Benedetto,  ha realizzato un progetto in cui la struttura viene completamente ricoperta di materiale a superficie riflettente che, come ribadito nella nota del Gruppo Viziano, permetterà “una nuova connessione visiva tra la città e i suoi abitanti, creando una sorta di ‘portale’ visivo, mettendo in comunicazione punti diversi della piazza che vengono proiettati a distanza sui quattro lati del volume dell’ascensore”. 

Prima del collettivo romano,  a lanciare l’idea dell’ingresso ‘rivestito’ di specchi era stato il consigliere comunale di Vince Genova Walter Pilloni che aveva voluto condividere il suo suggerimento. Raggiunto dalla redazione de La Voce di Genova, Pilloni aveva spiegato: “Gli specchi hanno il potere di integrare le immagini. Secondo la mia idea, utilizzarli per rifasciare la struttura vorrebbe dire contestualizzare il ‘cubotto’. L’idea mi è venuta quando mi sono trovato in una casa, costruita all’interno di un bosco, e rivestita dai pannelli vetrati: l’architettura era sparita, integrata completamente nel panorama. Guardandola, ho pensato che potesse essere una soluzione per piazza Portello”. 

La proposta vincitrice è stata approvata dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Genova ed è, da oggi, sotto gli occhi di tutti. 

C.O.

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