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Attualità | 04 luglio 2024, 17:47

Regione Liguria torna all’antico e ‘spegne’ il numero verde del CUP, la marcia indietro al risparmio spacca sindacati e associazioni

La scelta di tornare al numero a pagamento non piace ai sindacati, mentre le associazioni di consumatori auspicano che il paventato risparmio di 2 milioni di euro sia reinvestito per migliorare il servizio sanitario

(Credits Joshua Hoehne su Unsplash)

(Credits Joshua Hoehne su Unsplash)

Addio numero verde, per prenotare al CUP si torna al classico “010”. La scelta di Regione Liguria nel nome del risparmio (il servizio costava 2 milioni di euro l’anno) ha scatenato un turbine di polemiche e reazioni specie tra la popolazione non più giovane.
Chi è più avvezzo alla tecnologia ha contratti telefonici che consentono di chiamare gratis anche i numeri fissi, cosa invece non molto diffusa tra gli anziani. E, come noto, la Liguria è la regione con l’età media più alta d’Italia.
In breve, se prima le prenotazioni al CUP (Centro Unificato Prenotazioni sanitarie) si facevano telefonando gratuitamente al numero verde, ora serve chiamare lo 010 5383400. Un numero cosiddetto “nero” che, quindi, deve sottostare alla normale tariffazione.

Una piccola rivoluzione che scatterà dal 1° agosto ma che già ora sta scatenando la reazione da parte di sindacati e associazioni di consumatori che si dividono tra chi pensa si tratti di una scelta “inqualificabile” e  “dell’ennesima dimostrazione della distanza ormai incolmabile tra politica e cittadini” e chi, invece, prende di buon grado l’ipotesi del risparmio di 2 milioni di euro all’anno e auspica investimenti in altri settori della sanità che necessitano di un potenziamento.

Quest’ultimo è il caso di Adiconsum Liguria. “Oggi tutti hanno le telefonate illimitate dai cellulari e lo scatto da casa costa 50 centesimi, inoltre stiamo accompagnando le persone a un progetto di digitalizzazione - dice il presidente regionale Stefano Salvetti - speriamo che i due milioni all’anno risparmiati vadano a integrare i centri operativi territoriali e l’assistenza domiciliare integrata. Serve un approccio intelligente. Auspichiamo che le risorse risparmiate siano poi riutilizzate nel sistema sanitario. Noi aborriamo la privatizzazione della sanità, deve rimanere il pilastro dello stato sociale”.

Più critica la segreteria di Cgil che, per voce della segretaria settore sanità Maria Pia Scandolo definisce la manovra di Regione “inqualificabile”. E poi aggiunge: “Siamo una Regione che non ha preso in carico delle persone, quindi tuttalpiù c’è qualche piano terapeutico che si ripete, siamo un prestazionificio. L’utente ha a proprio carico il trovarsi una prestazione tramite il CUP e non ci hanno ancora dotati di un fascicolo elettronico, si sono premurati di darci una app quando si sa che la popolazione è principalmente anziana. Siamo lontani anni luce da una sanità normale. Che i due milioni li risparmino da qualche altra parte”.

Stessa posizione per Uil. “Una vergogna alle spalle dei cittadini - spiega il commissario straordinario regionale Emanuele Ronzoni - si tratta dell’ennesima dimostrazione della distanza ormai incolmabile tra politica e cittadini. È semplicemente un’ingiustizia, utenti spesso fragili e già in notevole difficoltà saranno costretti a pagare di tasca propria per accedere a un diritto garantito dalla Costituzione. Non è pensabile additare come attenuante il fatto che passando dalle app il servizio sia gratuito: la politica deve pensare a tutelare tutta la cittadinanza, e specialmente chi, come gli anziani, deve affrontare un divario digitale”.

Sulla stessa linea anche Uil Pensionati, come spiega la segretaria generale Alba Lizzambri: “Escludere gli anziani e le persone fragili da un sistema è vergognoso, le stesse persone che, spesso, non hanno né strumenti né competenze per poter accedere al mondo virtuale e, a volte, neanche le risorse per telefonare. Sembra tutto semplice ma non si tiene conto del divario digitale che affligge la popolazione più anziana che, invece, sarà costretta a pagare una telefonata per esercitare il suo diritto alla salute. Il servizio pubblico non può essere divisivo ma deve sforzarsi di essere inclusivo, soprattutto con le fasce più deboli che, spesso, comprendono le persone con più di 65 anni”.

"Comprendiamo che questa operazione sia mirata ad un efficientamento ma rivendichiamo maggiore attenzione verso la  popolazione anziana che dovrebbe essere agevolata dalla Regione in un servizio così strategico per l’utenza della sanità ligure - commenta Cisl Liguria -.  Lodevole l'impegno di una alfabetizzazione informatica attraverso presidi in ospedali e ambulatori ma non si può pensare che l’utilizzo dello strumento informatico sia la strategia risolutiva perché serve semplicità e velocità senza creare invece ulteriori problemi”.

Assoutenti si è mostrata favorevole al cambiamento operato da Regione Liguria. “È difficile oggi trovare qualcuno che non abbia un piano telefonico all-inclusive, quella che viene interessata da questo provvedimento in termini di costi è una fascia marginale - così il presidente ligure Furio Truzzi - ci sono costi superiori che riguardano il singolo e la collettività. Ci sono costi tutti da accertare sull’utilizzo degli impianti e ce n’è uno evidente: circa il 30% della diagnostica viene buttata nel cestino, sono esami inutili ai fini della persona e del suo benessere. Questo è un grande problema che rimbalza su costi e liste d’attesa. Il 30% di persone che fa esami che sarebbe meglio non facesse è un costo per la collettività e si riflette come costo individuale per chi, non trovando posto, si deve rivolgere al privato. E non dimentichiamo il 12% rappresentato da coloro che prenotano un servizio poi non si presentano. Ecco un altro costo”.

Non si è fatta attendere anche la risposta della politica con il senatore del MoVimento 5 Stelle, Luca Pirondini, che ha puntato il dito contro l’amministrazione e il presidente Toti: “Regione Liguria sempre più inqualificabile, crediamo sarebbe stato molto più corretto sforbiciare prima di tutto le voci superflue oltre che vergognose come la costosissima macchina comunicativa di un presidente di Regione agli arresti domiciliari. Prima sfasciano i conti della Sanità ligure e poi cercano di correre ai ripari chiedendo ai cittadini di fare i sacrifici. Il buco nel bilancio è figlio delle pessime scelte del centrodestra regionale che non ne ha azzeccata una, a cominciare dai regali ai privati bocciati persino dai manager nominati dallo stesso Toti. Per l’ennesima volta: dimettetevi e date ai liguri la possibilità di invertire questo scempio”.

Nel chiudere il botta e risposta la Lista Toti cita Domenico Modugno con un “Piange il telefono” che apre la risposta alle parole del ‘dem’ Luca Garibaldi (affidate ai social) e del pentastellato Luca Pirondini: “Solo il senatore Pirondini, con la sua mentalità regressista tipica dei Cinque Stelle, o chi anela a fare la sesta stella di scorta del carro della minoranza, può essere rimasto a un'epoca in cui una telefonata si paga con scatto alla risposta e costi a minuto. Oggi ormai tutte le compagnie offrono tariffe flat, con un abbonamento mensile comprensivo di chiamate illimitate o quasi ai numeri fissi, in particolare per quanto riguarda la telefonia mobile dalla quale risulta partire la quasi totalità delle chiamate al centralino del Cup”.

Pietro Zampedroni

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