I saldi estivi di quest’anno sono “un argomento spinosissimo” secondo Manuela Carena, presidentessa di Federmoda Confcommercio Genova. Il motivo è chiaro, anche per i non addetti ai lavori: a partire da sabato 6 luglio, e fino a lunedì 19 agosto, inizieranno le vendite promozionali in Liguria. Quarantacinque giorni in cui i negozianti che vendono abbigliamento, calzature, biancheria intima, accessori e pelletteria potranno, previa esposizione di un cartello sulle vetrine della loro attività, annunciare l’avvio dei saldi. I prodotti oggetto di vendita sono, tradizionalmente, quelli ‘di fine stagione’, ovvero quanto rimasto invenduto nei magazzini e sugli scaffali. E qui nasce il problema: a Genova, e in generale in Liguria, l’estate non è ancora climaticamente iniziata, e parlare di sbarazzo in via della nuova stagione sembra un po’ surreale. “Quello dell’inizio dei saldi troppo presto è un problema annoso, che non ha una risposta univoca secondo noi - spiega Carena -. I negozi in questo momento sono in grave sofferenza, quindi da un lato fare i saldi ora può spingere all’acquisto più persone. Noi da sempre sosteniamo che la data di inizio delle vendite promozionali andrebbe slittata in avanti, ma non è sempre tutto bianco o nero: incentivare gli acquisti in una stagione come questa ha un senso, ma diventa assurdo quando le vendite vanno bene, perché è giusto continuare a lavorare a prezzo pieno finché si può per consentire ai negozianti di sostenere le spese e iniziare a mettere in saldo la merce rimasta quando l’assortimento è limitato”.
Un altro problema denunciato è quello del fenomeno, sempre più diffuso, di vendite promozionali al di fuori dei tradizionali periodi di saldi: “La legge che regolamenta il divieto di effettuare sconti nei quarantacinque giorni precedenti all’inizio dei saldi è sempre più violata, soprattutto dalle grandi catene. Queste non hanno le problematiche dei piccoli negozi, che però subiscono le stesse penalità in caso di violazioni. La legge andrebbe ripensata quindi in maniera globale, non solo relativamente alle date di inizio e fine, altrimenti diventa un gioco al massacro e a essere penalizzati sono i negozianti corretti. È una questione spinosissima, c’è chi pensa che i saldi andrebbero aboliti totalmente e chi invece ritiene che abbiano ancora il loro appeal. Resta il fatto che le stagioni impazzite non sono più un’eccezione, e la filiera della moda deve tenerne conto, dalla produzione al retail”.
“Fino a oggi le vendite quest’anno sono state assolutamente inferiori alle aspettative - aggiunge Francesca Recine, presidentessa regionale e vicepresidente nazionale di Fismo Confesercenti -. La data di inizio saldi di quest’anno è quantomai fuori luogo viste le condizioni meteorologiche di quest’area geografica, e anche i turisti non sono ancora arrivati come storicamente avveniva, quindi si conferma ancora una volta una scelta sbagliata e anche dannosa per il nostro comparto”. E, a peggiorare la situazione, ci sono anche le problematiche legate alle scontistiche applicate più volte nel corso dell’anno, soprattutto legate alle grandi catene: “I negozi di vicinato rappresentano un altro mondo, dalla qualità di chi produce alla tipologia di vendita, ma ormai si è creato da tempo un disordine globale di sconti che si susseguono in continuazione durante l’anno nelle grandi catene e che non possiamo permetterci di sostenere in quanto piccoli negozianti”.
Al di là delle questioni legate al clima di questi ultimi mesi, una data ragionevole di inizio saldi estivi dovrebbe essere, secondo Fismo Confesercenti, la fine di agosto: “Le promozioni hanno ragione d’essere in quel periodo: un’occasione per il cliente, perché noi crediamo che possano ancora essere un’occasione preziosa per chi acquista, portando a casa prodotti di ottima qualità a prezzo scontato proprio perché la stagione è finita; sia per i negozianti, per consentire di vendere a prezzo intero e fare margine per sostenere le spese. Rinforzare i saldi a fine stagione e inibire le vendite promozionali nei periodi antecedenti crea una finestra di tempo per la vendita a prezzo normale sufficiente per i piccoli imprenditori per marginare e far diventare le proprie imprese virtuose, e nello stesso tempo si crea l’aspettativa giusta nei consumatori, che attendono la fine stagione per trovare i saldi”.
Il segnale positivo, nonostante la polemica, arriva proprio da Manuela Carena: “I negozi moda quest’anno sono particolarmente assortiti e quindi il negozio di vicinato e di fiducia è quello al quale rivolgersi per fare un acquisto sostenibile, eticamente positivo, perché si acquistano capi di qualità che hanno una durata nel tempo maggiore rispetto ai capi che si comprano altrove, e una scelta ecologica e sostenibile. Sostenere le attività della città è importante, si mantiene saldo il rapporto tra clienti e negozianti fondato sulla fiducia, il rispetto e la conoscenza, e ci si assicura di tenere lontane le fregature”.