Pressioni in porto e iter anomali che, quando negati, venivano ‘aggirati’ intervenendo sulle decorrenze dei termini.
Questo l’atteggiamento del sindaco di Genova Marco Bucci secondo quanto avrebbe spiegato ai magistrati che si stanno occupando dell’inchiesta sulla corruzione in Liguria Cristina Lucia Tringali, dirigente dell’Autorità Portuale di Genova e responsabile di Bilancio e Anticorruzione.
Bucci non risulta al momento indagato nell’inchiesta che ha portato agli arresti il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e l’ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini, a cui si aggiunge quello del capo di Gabinetto di Toti Matteo Cozzani.
Il sindaco di Genova è un nome ricorrente nelle intercettazioni in mano ai magistrati e fino a pochi giorni fa una sua convocazione come persona informata dei fatti sembrava cosa certa.
Ma la testimonianza di Tringali ha sparigliato nuovamente le carte e ora gli inquirenti vogliono vederci chiaro.
La dirigente ha descritto comportamenti inadeguati da parte del sindaco che avrebbe esercitato pressioni proprio su Tringali chiedendo iter anomali che, negati per questioni tecniche e definiti fuori tempo e senza copertura finanziaria, sarebbero stati portati avanti aggirando il problema cambiando la decorrenza dei termini insieme a Signorini.
Secondo quanto riportato dalla dirigente, al centro delle pressioni ci sarebbe stato il riempimento portuale di Calata Concenter chiesto da Spinelli proprio a Bucci, Toti e Signorini che il sindaco era pronto a finanziare usando i soldi del Morandi.
L’intenzione di Bucci e Signorini era quella di accelerare sul tombinamento dello spazio che avrebbe concesso a Spinelli di disporre di un’area enorme per la sua attività; sarebbero stati loro a fare pressione avviando la procedura bypassando il comitato di Gestione, quindi seguendo un iter anomalo.
Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, Bucci avrebbe chiesto che il tesoretto di 20 milioni di avanzo di bilancio fosse inserito nel ‘salvadanaio’ delal ricostruzione post crollo del ponte Morandi con un aggiornamento del Programma Straordinario creato per utilizzare i soldi del Decreto Genova in modo più veloce.
“Ero infastidita e preoccupata dall’ulteriore richiesta di aggiornamento del Programma straordinario con l’inserimento di Calata Concenter” ha dichiarato Tringali ai pm spiegando che i termini erano scaduto e che il bilancio consuntivo dell’Autorità portuale non era ancora stato approvato quindi non erano disponibili le risorse finanziarie.
Preoccupazioni che la dirigente aveva espresso anche al segretario generale del porto Paolo Piacenza a cui era tornata a rivolgersi a fine aprile del 2022 raccontando le rimostranze proprio di Bucci per non aver ancora ricevuto il decreto da firmare in qualità di Commissario alla ricostruzione. Iter ‘anomalo’ come ha spiegato Tringali chiarendo l’intercettazione mostrata dai finanzieri e spiegando che il sindaco aspettava direttamente la bozza di aggiornamento del Programma straordinario da firmare e inoltrare all’Autorità portuale.
La procedura ordinaria, invece, prevede la proposta dell’Autorità Portuale per aggiornare il programma, deliberata dal Comitato di Gestione del Porto e un successo decreto di adozione dell’aggiornamento da parte del commissario, quindi di Bucci.
Un problema di tempistiche e mancanza di progetti di fattibilità che, secondo le testimonianze della dirigente, sarebbe stata superata da Signorini e da Bucci individuando una nuova decorrenza dei termini.
Su questo ora si concentreranno le indagini degli uomini delle Fiamme Gialle per provare a capire se lo spostamento in avanti della decorrenza dei trentasei mesi sia stato deciso per far rientrare l’operazione di riempimento della Calata.