Attualità - 03 luglio 2024, 19:56

La Liguria, le grandi opere e una parola d’ordine: ritardo. Su 14 maxi progetti solo due sono stati terminati nei tempi

Nel report firmato The European House - Ambrosetti l’impietoso elenco delle infrastrutture previste nel decennio 2020-2030 e ancora da terminare

I lavori per il Terzo Valico

Dal Terzo Valico alla Gronda, dal raddoppio ferroviario Finale-Andora al collegamento tra l’aeroporto ‘Colombo’ e la linea ferroviaria. Sono solo alcune delle grandi opere che Genova e la Liguria attendono da anni e che riempiono le agende politiche di qualsiasi schieramento sia pronto a presentarsi agli elettori. Tutti maxi progetti accomunati da una parola d’ordine, semplice e chiara: ritardo.

Il report Liguria 2030 elaborato da TEHA (The European House - Ambrosetti) scatta una fotografia chiara e impietosa dello stato di avanzamento delle tanto discusse gradi opere liguri. Il verdetto è chiaro: su 14 maxi progetti solo due sono stati terminati nei tempi previsti. Hanno visto la luce per tempo solamente la piattaforma container APM Terminals nel bacino portuale di Vado Ligure e il retroporto di Santo Stefano Magra.

Le restanti opere si dividono tra le impietose diciture “in ritardo” (in rosso sul grafico) e “ritardo ulteriore nell’ultimo anno” (in grigio).

In rosso ci sono: il Terzo Valico dei Giovi, la Gronda di Genova, le nuove fermate ferroviarie di Erzelli e Cornigliano e adeguamento stazione ferroviaria di Sestri Ponente, il nuovo casello autostradale di Vado, il completamento in territorio extra-regionale del raddoppio della linea pontremolese e il collegamento tra l’aeroporto ‘Cristoforo Colombo’ - linea ferroviaria.

Infine il grigio, quale colore migliore per indicare le opere classificate con un “ritardo ulteriore nell’ultimo anno”: il raddoppio ferroviario Finale-Andora, l’ultimo miglio stradale e ferroviario nei bacini portuali genovesi e opere per l’accessibilità terrestre e il completamento l’adeguamento della viabilità di scorrimento Vado-Quiliano-Savona.

Il tutto mentre la Liguria accoglie 4,3 miliardi di euro dal PNRR dedicati proprio alle infrastrutture. È il 55,9% del totale dei fondi indirizzati alla regione nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e si spera che possano servire non solo per finanziare opere che i cittadini attendono da anni, ma anche per garantire tempistiche certe. È cosa nota, infatti, che i finanziamenti del PNRR sono vincolati anche a tempi e scadenze precise. Pena il ritiro dei fondi.