Resta in carcere al momento l'ex numero uno del Porto di Genova Paolo Emilio Signorini sul quale oggi il Tribunale del Riesame di Genova con ordinanza ha rigettato la richiesta di revisione della misura cautelare in senso migliorativo per l'imputato.
I suoi avvocati avevano chiesto un'attenuazione Nella direzione dei domiciliari.
Signorini è l'unico fra gli indagati ad essere recluso nella casa circondariale di Marassi dallo scorso 7 di maggio nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione in Liguria.
L'ordinanza ha rigettato la richiesta ma nella sostanza apre positivamente alla possibilità di accordare gli arresti domiciliari all'ex presidente dell'autorità portuale. Domiciliari che non sono stati accordati in mancanza al momento di una soluzione logistica legata al 'dove' far scontare gli arresti all'indagato.
Inizialmente due soluzioni prospettate: la prima quella di farli scontare all'interno dell'abitazione della ex moglie a Roma, la seconda in quella del fratello ad Aosta; ritenute impercorribili entrambe le due soluzioni si è optato per un appartamento a Genova sul quale però manca la documentazione tecnica sul chi possa sostenerne le spese.
La decisione di oggi nel merito viene valutata dalla parte legale difensiva comunque come positiva. Risolto il problema gli avvocati di Signorini potranno quindi fare richiesta direttamente al GIP di Genova Faggioni confidando di poter vedere accordata la revisione della misura.
